Cultura e Spettacoli

Ad ridendum atque ad lacrimandum eodem tempore

 

Il riso e il pianto, Dante “Docet”, sono, ognora, espressione di Gentilezza d’Animo e di rara, stupita Sensibilità in conseguenza di Sollecitazioni Oggettive di notevole Spessore Culturale e Artistico, di umana meschinità, di, altrettanto, umanissima crudeltà o di apocalittici, irrazionali (la Natura nel suo ManifestarSi è, sempre, Razionale, è l’uomo che Ne scombina le funzioni degli ingranaggi, degli organi, all’unisono dei quali Essa Opera) fenomeni naturali. Dalla fonte “Punto TV”, un giornale quotidiano “online” di bitonto, Leggiamo con risentita incredulità che un’inchiesta è, forse, in movimento a proposito di “Bitontoèstate”, rassegna di eventi, curata dal comune di bitonto “in partnerschip” col teatro pubblico pugliese, per lo più, Aggiungiamo NOI, “accoccolati” (dal Volgare bitontino: “acclar”, raggruppare in maniera effimera, confusa cose, situazioni, fatti, sostanze che non, facilmente, legano tra di essi), secondo il vangelo di franceschiello, teleologizzato a infinocchiare le plebi nel tempo e nello spazio, che in buona sostanza si riduce a “festa, farina e forca”. Alla commissione consiliare, che si occupa do turismo e cultura, del comune di bitonto, gli assessori coinvolti nell’ intrapresa di fare divagare, “svagare”, divertire, evadere dalla problematicità preoccupante dei tempi i bitontini e i confinanti di essi, dovranno spiegare come sono stati impiegati, spesi 150mila euro, cioè quasi 300 milioni di vecchie lire. Si legge dalla, sopraccitata, fonte: ”Nella delibera approvata dalla giunta Abbaticchio, oltre al computo totale della spesa previsionale, suddiviso in macrovoci, non esiste alcun dettaglio relativo alle singole iniziative”. Ora, NOI non sappiamo se sia stato un “dictat” del sindaco e di coloro che gli fanno corona agli uffici competenti di formalizzare la delibera, di cui sopra, zeppa di significativi silenzi (a proposito il “silenzio” ricorre spesso nella scrittura dell’attuale ”primus civis” di bitonto) o se essi siano stati il frutto di freudiani “lapsus memoriae et linguae” di un fare, agire burocratico distratto. I Latini Proclamavano: ”Primun vivere, deinde philosophare”, cioè prima il pane per Vivere, poi il companatico per Filosofare, ove per pane NOI  Intendiamo, ad esempio, l’Offerta da parte del comune di un decente servizio di ristorazione scolastica; il diligente monitorare le strade cittadine, gli edifici scolastici per restaurare quelli dissestati, ecc., ecc., ecc.; mentre per companatico NOI Intendiamo la Proposta da parte dell’amministrazione comunale ai condòmini di Riflettere sul Significato del Vivere da Cittadini in antitesi al loro vegetare da condòmini, appunto, attraverso il Dono ad essi di insigni Momenti Artistici, Letterari, Teatrali, Musicali. A parte il fatto che la Riduzione Teatrale del Romanzo ”Il maestro e margherita” di Michael Bulgakov e il Concerto dell’Orchestra della Provincia con Musiche di Debussy e Nino Rota sono stati, inequivocabilmente, disertati dai condòmini bitontini, Temiamo che i 150mila euro siano stati dilapidati per offrire alla plebaglia robaccia, ché tutto è robaccia in confronto alla Grandezza di Debussy e di Nino Rota. NOI, pur abitando a bitonto, abbiamo poche occasioni e, quindi, poca voglia di essere sodali con una moltitudine che non si Riscatta nella Socializzazione Critica, Razionale, Responsabile, “sed” si asserve nel dissolversi nel gregge degli omologati. “Igitur”, sappiamo  poco del “borgo selvaggio”, dei suoi problemi, del modo, eventuale, di risolverli da parte di chi di dovere o dell’imperizia, della scarsa competenza, della pigrizia “scalda poltrone” di chi di dovere: possiamo solo Prevedere che fra qualche giorno si riapriranno non le Scuole (ché nell’italietta di oggi, ci sono solo nidi e asili pubblici vandalizzati dall’incuria generale per infanti dai 3 ai 19 anni), ma edifici, detti, impropriamente, scolastici, che agli utenti si presenteranno carenti di tutto e siamo, dolorosamente, sicuri che un corteo di questuanti affollerà il “gabinetto” del sindaco, ricevendo da lui la scontata risposta: “mi dispiace, non è possibile, non ci sono fondi”. Tra i questuanti ci sarà qualcuno che gli chiederà conto dei 150mila euro? Ne dubitiamo! I condòmini sono ignari che ciascuno di loro, per essere nei fatti, in concreto Sovrano, secondo la Carta Costituzionale, deve esercitarsi ad essere Elettore Attivo e Passivo, cioè Essere in Grado di Controllare i suoi Rappresentanti con il suo Responsabile Voto Eletti o avere tanto Carisma, Onestà, Competenze da Meritare un possibile Scranno a qualsiasi Livello Istituzionale. Il condòmino conosce, magari, la formazione della nazionale dell’italietta ai mondiali di calcio del 1950 in brasile, ma non ha alcuna idea di cosa sia il bilancio di un ente pubblico, ove si dilapidano in stronzate sottoculturali i suoi denari, anche. Si sono presi il potere locale, nazionale, financo europeo, “senza colpo ferire”, col gesso tre non eccelsi personaggi della prima decade degli anni settanta del secolo scorso. Ci riferiamo al renzi matteo, segretario nazionale del pd e presidente del consiglio dei ministri italiettino; alla mogherini federica, ministro degli esteri italiettino e da novembre 2014 ministro degli esteri della unione europea; all’ abbaticchio michele, sindaco di bitonto. La seconda e il terzo del 1973, il primo del 1975, cioè sono i nipotini del sessantotto, ma cresciuti negli anni del disimpegno, del riflusso, del cosiddetto “ritorno al personale”, in una parola: ”io mi faccio i cazzi miei”, dopo anni di contestazione, fluita nel terrorismo. Disimpegno sì, ma, avendo codesti rampolli della piccola borghesia, scoperto la forza del numero, con l’occupazione, annualmente ripetuta, degli istituti scolastici (l’abbaticchio sa per quanti giorni il suo liceo non funzionò, anni fa, ché  l’utenza, con la benedizione di qualche maggiorente del liceo, pretendeva, anche a ragione (e chi dice, no!) un istituto nuovo di zecca. Ma quante Lezioni saltate e quanti argomenti destinati ad essere ignorati, per sempre! NOI siamo, sempre, stati dell’avviso che quando si tratti d’Imparare, specie se i discenti provengono da classi, piccola borghesia, proletariato, che non hanno, giammai, avuto “voce in capitolo”, si può e si deve farlo nelle stalle, anche), ammutinandosi per le motivazioni le più ridicole, riuscirono ad arraffare diplomi e maturità senza aprire i libri nei cinque anni curricolari della secondaria di secondo grado. Poveraccio il figliolo del celodurista bossi, il trota! Ha preso una laurea in albania senza sapere dov’è, materialmente, ubicata l’università che gli ha rilasciato il pezzo di carta; ma nell’italietta dal sessantotto fino a giorni nostri (tanto che la giannini, la ministra della p.i., avendo constatato che l’esame di stato è diventato una becera formalità, pur costando parecchi miliardi di vecchie lire, ha deciso di dare un’occhiata alla filiera di passaggi che portano al quasi 100% di promossi), quanti figli di buona femmina con poche presenze scolastiche hanno rubato, inutilmente, l’alloro, per dirla alla francese, del “bacalaureat”! NOI arrivavamo agli Esami di Stato pallidi ed emaciati, i nostri eroi arrivavano e arrivano a “prendere per il culo” le commissioni d’esame, diciamo, abbronzantissimi e senza lo straccio di un libro in mano, tanto l’unico incombenza  fu, è  la firma di presenza nell’aula dei presunti, formali esami. L’onda lunga di codesta generazione di sessantottini “non engagees” ha costituito il “brodo primordiale” in cui si è sviluppato il “berlusconismo”, il “renzismo” e da noi, a bitonto, l’”abbaticchismo”. Laciamo stare: il berluska la cui parabola è, irrimediabilmente, declinante, la mogherini che in europa rappresenterà la carta del due di coppe, occupiamoci di renzi e di abbaticchio. Sia renzi, alla bignardi de “Le invasioni barbariche”, che abbaticchio in una intervista rilasciata a “La gazzetta del mezzogiorno” si sono presentati “testardi, determinati” (a diventare l’uno presidente del consiglio, l’altro sindaco di bitonto), “visionari”. Ovviamente, un “visionarume” bonsai, ché come si fa a considerare, dalle cose non straordinarie che dicono, renzi e abbaticchio “visionari” ? Visionario era Dante che Immaginava, Formulando la “Teoria dei due Soli”, l’autorità papale e quella imperiale di pari dignità ma in ambiti diversi: “’il pastor che precede, ragumar può, ma non ha l’unghie fesse”, cioè il papa può ruminare, interpretare le scritture, ma la sua autorità non è adatta a governare. Poi, abbaticchio, una volta diventato sindaco, scopre che “chi ti vuol bene é condizionato da quello che puoi concretamente fare”. Azzardiamo una interpretazione di questa frase ermetica, criptica indirizzata “intelligentibus pauca” o, lessicalmente, a dir poco, imprecisa. Insomma, il berluska “ghe pensi mi”, il renzi “rottamatore”, capitan fracassa, l’abbaticchio, l’ ”homo novus” di bitonto, scoprono, una volta raggiunto il potere, che i loro acritici seguaci sono condizionati nel continuare ad “amarli” dalla constatazione che il potere è liquido, si disperde in mille rivoli, poco possono fare per chi “zerbino” si fece, si fa. Quale l’ultimo libro letto da abbticchio? “Le  perfezioni provvisorie” di gianluca carofiglio. Bahhh, non è proprio il massimo! Quale il libro, sommamente, preferito da abbaticchio ? “Pinocchio” di Collodi. Vorremmo, comunque, Citare un Brano di Collodi per mettere sull’avviso il nostro che il suo Autore non era tenero con chi pronunciava, invano, il suo Nome e le sua Opera. In “Note gaie”, infatti, Afferma: ”Per nascondere la verità di una faccia, speculum  animae, si aggiunge al naso vero un altro di cartapesta”. Quante banalità quando l’intervistatore/trice s’informa sulle virtù che una donna o un uomo devono possedere per essere apprezzati da abbaticchio! Ecco la risposta: ”In una donna guardo le espressioni del viso (quale originale scoperta!); in un uomo la capacità di ascoltare” Come dire che abbaticchio negli “animalia” del suo medesimo genere privilegia, soprattutto, qualità di cui, abbiamo l’ impressione, egli non è titolare. Per finire, a de gasperi e a M. L. King (che non era uno statista, bensì molto più pastore protestante che politico, attivista) va il massimo plauso di abbaticchio. De gasperi, chi? Colui che dopo aver fatto votare a togliatti l’Art 7 della Costituzione in cui si dichiara che i rapporti tra stato e chiesa sono regolati dai “patti lateranensi” stipulati durante il regime fascista, s’involò alla “casa bianca” e per il piatto di lenticchie di qualche nave di grano vendette l’italietta agli “states”, i cui governanti gli ordinarono, tra l’atro, di cacciare dal governo togliatti e i comunisti ? Il finale della intervista di abbaticchio a “La gazzetta del mezzogiorno” è un pezzo di bravura che, “tamen”, esitiamo a definire di qualunquistica furbizia. Incoraggiato a  menzionare i politici pugliesi che gradisce, abbaticchio,  per carità non pilatescamente, sbotta: ”stefàno, minervini, emiliano”, tutti e tre disponibili, attraverso la primarie, a candidarsi a governatore della puglia per il centrosinistra. Come Dire, sia pure in buona fede, chiunque dovesse vincere, abbaticchio salirebbe sul carro del vincitore. “Ma s pot fa sta vit”, Si Domandava l’Amico Franco Sorrentino e Si Rispondeva:”Si può, si può, si può!”.

Pietro aretino, già detto, Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it 


Pubblicato il 2 Settembre 2014

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