Cronaca

Agenzia Irrigui e Forestali, continua il festival degli sperperi

“Sono settimane che ricevo segnalazioni e compio sopralluoghi negli agri rurali pugliesi per verificare lo stato dei servizi erogati dall’Agenzia regionale Irrigui e Forestali (Arif) per cui ho trasmesso una missiva al commissario della stessa agenzia regionale, riportando quando appurato al fine di dare un contributo per la risoluzione di guasti e inefficienze. Guasti che mettono a dura prova il lavoro quotidiano di numerosi agricoltori, soprattutto per quanto concerne l’indispensabile e fondamentale dotazione idrica”, spiegava tutto d’un fiato a fine luglio il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, che non sapeva ancora di assunzioni e altri favori distribuiti dalla società di via Corigliano, a Bari. “In particolare – proseguiva il consigliere – si riscontrano irregolarità e disordini presso taluni pozzi artesiani con malfunzionamenti di impianti e condotte idriche, assenza di canali in alcune zone, tubazioni vecchie e fatiscenti, perdite di acqua e presumibili sprechi, quadri e centraline elettriche non funzionanti o con gravi anomalie, talvolta andati fuori uso a causa di sottrazioni illecite. Risulta necessario, inoltre, precedere all’interramento delle condotte sia per evitare che siano calpestate dagli autoveicoli sia per prevenire i furti delle stesse. È essenziale prevedere un preciso e dettagliato cronoprogramma degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per prevedere l’estensione del servizio idrico verso intere zone limitrofe ai pozzi, ma ancora scoperte. In più, particolarmente grave, negli ultimi tempi, per precisa decisione dell’Agenzia, il rilevante e ingiustificabile aumento del costo dell’acqua per usi irrigui”. Le zone più colpite della Terra di Bari? Sempre le stesse cioè Bitonto, Palo del Colle, Terlizzi, Locorotondo, Cassano delle Murge, Monopoli, Toritto, Adelfia, Gioia del Colle e Noci. Invito – la conclusione di Damascelli- il commissario dell’Arif a prendere in carico quanto da me esposto, predisponendo celermente un programma di interventi per aumentare in concreto la qualità e la quantità dei servizi offerti agli agricoltori”. Dunque, agricoltori ancora sul piede di guerra per i servizi scarsi e per l’aumento delle tariffe irrigue, aumento che avrebbe dovuto portare maggiori servizi ed efficientamento, ma così non è stato. Eppure sono passati almeno tre mesi da quando è stata depositata una mozione in Consiglio Regionale per ridurle, ma puntualmente rimandata. Questo periodo richiede un fabbisogno maggiore di acqua per irrigare – si sa – e gli agricoltori sono già stati abbastanza vessati dalle calamità naturali e da un mercato che rende poco. Ora le tariffe sono quasi raddoppiate e nella provincia di Bari dove vi è il costo maggiore, da € 0,34 a € 0,58 al metro cubo, è previsto, come fu deciso a suo tempo dal governo Vendola, un aumento fino a €0,70. Eppure la nostra agricoltura merita di essere valorizzata, come dimostra la manifestazione di ieri dinanzi alla Regione delle maggiori rappresentanze di categoria: la Puglia è una delle regioni più produttive in Italia e con il maggior numero di aziende agricole. Secondo l’ultimo censimento ISTAT del 2014 la Puglia detiene il 16,8% delle aziende italiane e che negli anni sono aumentate sensibilmente. Ma non basta. Da ricordare le promesse del Commissario dell’Agenzia Regionale Irrigui e Forestali durante l’audizione in commissione tenutasi circa sei mesi fa, quando l’agenzia affidata per diversi anni all’ex consigliere regionale piddì e sindaco di Trepuzzi Giuseppe Maria Taurino era finalmente passata di mano. E il successore  dott. Ragno aveva promesso la riparazione di tutti gli impianti rotti nel giro di un mese, ora ne sono passati più di tre, ma le condotte mal funzionanti restano all’ordine del giorno. Insomma, così come è gestita, l’Arif/Puglia rappresenta soltanto un inutile costo e un pericoloso spaccio di clientele, a danno sia degli agricoltori, che dei cittadini pugliesi, ricordando le ‘perle’ collezionate da una società a partecipazione regionale che ha visto incamerare fiumi di operai attraverso assunzioni clientelari, sperperare fondi a danno del patrimonio pubblico e perfino, come denunciato da questo giornale anni fa, un suo funzionario che gli vendeva arredi per decine di migliaia di euro con una società privata, di cui era proprietario a metà con la moglie e poi, una volta scoperto, intestata figlio. E poi le inserzioni promozionale alla Fiera del Levante, per divulgare e promuovere le finalità del “vivaio forestale” e le incommensurabili attività dell’Agenzia, senza scordare i sfilate, le mostre di libri, la realizzazione di uno stand dedicato al “vivaio forestale”, qualche anno fa. Senza dimenticare il funzionario che acquistava suppellettili e arredi per conto dell’Arif da una società di proprietà sua e della moglie. Per questo è stato prima rimosso, ma subito dopo rimesso al suo posto dal direttore Taurino e, naturalmente, quasi immediatamente promosso, con tante scuse. Ma rischiamo di ripeterci…(fdm)


Pubblicato il 8 Settembre 2016

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