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Altra “scossa” tra i Dem pugliesi, si dimette la presidente del partito

Titti De Simone in polemica con i maggiorenti del Pd locale che hanno voluto Leccese a candidato sindaco

Altra “scossa” nel partito di Elly Schlein in Puglia. Questa volta, però, il “terremoto” non è nel gruppo Dem regionale, dove – come è noto – ben tre consiglieri (il capogruppo Filippo Caracciolo, Anita Maurodinoia e Michele Mazzarano) sono stati costretti ad autosospendersi dal partito per ragioni di natura giudiziaria, a seguito del paventato commissariamento del Pd pugliese da parte della segretaria nazionale Dem dopo l’arresto del marito di Maurodinoia e le dimissioni di quest’ultima da assessore ai Trasporti perché indagata insieme al coniuge, per corruzione elettorale e voti comprati. Infatti, l’ultima recente “scossa” al Pd pugliese è venuta da Bari, dove la presidente cittadina dei Dem, Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione, Michele Emiliano, ha deciso di dimettersi dal ruolo ricoperto nel partito barese di Schlein. La decisione della De Simone di dimettersi da presidente dell’assemblea barese del Pd è arrivata dopo mesi di frizioni e fibrillazioni interne al Pd cittadino, poiché De Simone si è sempre dichiarata favorevole, per il dopo Decaro, alla candidatura a sindaco di Bari del civico Michele Laforgia, mentre la maggioranza interna al partito, controllata da Decaro, Emiliano e Lacarra, ha scelto il capo di Gabinetto di Decaro, Vito Leccese che non è stato mai neppure iscritto al Pd. “Per battere le destre – ha spiegato De Simone – e recuperare l’astensionismo di tanta parte della cittadinanza, serve una proposta per la città forte e credibile, che tenga conto della necessità di un rinnovamento della politica e del Pd e insieme di un rilancio programmatico del centrosinistra, che parta dai problemi sociali ed ambientali, dalla partecipazione delle cittadine e dei cittadini baresi alle scelte importanti che attendono la città”. “Abbiamo bisogno di un nuovo inizio” – ha sottolineato la presidente cittadina dimissionaria, perché dopo un ciclo di 20 anni, con tante luci, il centrosinistra barese “ha esaurito la propria spinta propulsiva”. “Queste sono state per mesi, e sono ancor più oggi – ha precisato De Simone – le ragioni di fondo del sostegno espresso a Michele Laforgia, anche nelle sedi del Partito democratico, ed ho maturato questa decisione dato che tale sostegno è ritenuto incompatibile con il mio ruolo di presidente, cosa che mi è stata più volte comunicata dai vertici del partito locale nei giorni scorsi. Dunque faccio una scelta”. E la scelta è stata quella di dimettersi da presidente del partito barese, perché – ha ribadito De Simone – “non ho cambiato idea, avevo già manifestato il mio sostegno a Michele Laforgia insieme ad altre e altri dirigenti e iscritti, sperando in una ricomposizione unitaria alla quale abbiamo incessantemente lavorato, convinti che la candidatura di Michele Laforgia sia la proposta che serve a Bari e alla sua visione di futuro”. Per la cronaca, ricordiamo che lo scorso febbraio all’assemblea cittadina dei Dem, oltre a De Simone, ci furono altri quattro componenti che si astennero sulla scelta di Leccese a candidato sindaco in quota Pd. Nessun commento è giunto finora da parte dei maggiorenti baresi e pugliesi del Pd alla decisione di De Simone di abbandonare l’incarico ricoperto a livello locale nel partito di Schlein di cui la stessa De Simone, come si ricorderà, è stata una delle principali sostenitrici, nel febbraio del 2023 a Bari ed in Puglia, nella corsa congressuale per la segreteria nazionale contro Stefano Bonaccini. A commentare ironicamente le dimissioni di De Simone è stato il gruppo regionale del partito di Giorgia Meloni, Fdi, che con una nota ha dichiarato: “Avevamo tirato un sospiro di sollievo alla lettura della notizia che la consigliere del presidente Emiliano, Titti De Simone, si era dimessa: i pugliesi avrebbero, finalmente, risparmiato 75mila euro l’anno”. Infatti, secondo i sei consiglieri regionali di Fdi, “in un clima di rinnovata moralità non solo insegnata ma attuata”, qualcuno del centrosinistra pugliese che sentisse il bisogno di prendere le distanze da ‘nominificio’ escogitato dal governatore Emiliano avrebbe potuto anche esserci. Ed

invece, hanno ironizzato gli esponenti regionali del partito della premier Meloni, “a una migliore lettura scopriamo che De Simone si è sì dimessa, ma da presidente del Pd di Bari per motivi politici”, perchè sostiene il candidato sindaco Laforgia, mentre il suo partito sostiene Leccese. Ragion per cui, si chiedono dalla Regione i sei rappresentanti di Fdi, “non ci sarebbe lo stesso motivo per dimettersi anche da ‘consigliere’ di Emiliano?” Infatti, rilevano inoltre gli stessi esponenti dell’opposizione regionale di centrodestra, “il consigliere è un organo politico (anche questo inventato di sana pianta da Emiliano) e quindi se le strade con il Pd che sostiene Leccese si separano, De Simone avrebbe dovuto lasciare anche l’incarico in Regione”. Però, hanno concluso i meloniani pugliesi, “il ‘tengo famiglia’ spesso fa passare in secondo piano anche i nobili principi politici”. Però, come è noto, non c’è da meravigliarsi, perchè si sa che in politica la “morale” è quasi sempre a senso unico. E non soltanto per chi la fa.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 23 Aprile 2024

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