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Anche in Puglia “infuria” il ciclone Grillo

La partecipazione dei pugliesi a queste politiche è stata inferiore di circa il 6% rispetto a quelle del 2008, quando si recarono ai seggi più del 75% degli elettori. Però, la novità sostanziale uscita dalle urne pugliesi è il risultato conseguito dalla lista del comico genovese, che in quasi tutti i seggi dei 258 Comuni pugliesi ha registrato un consenso che si attesta ben oltre il 20%, con punte che in alcuni seggi hanno raggiunto anche il 30%. Comunque il risultato finale della consultazione per il Senato in Puglia vedrebbe la coalizione di centrodestra saldamente in testa con un dato complessivo che supererebbe il 35% dei voti espressi, mentre la coalizione di centrosinistra, formata da Pd, Sel e Centro democratico, non riuscirebbe neppure a superare il 30%. Al terzo posto si afferma saldamente la lista di Grillo, che dovrebbe attestarsi ad una cifra tra il 23 ed il 25 per cento. Risultato, quest’ultimo, che al Sento in Puglia dovrebbe essere di poco inferiore a quello della coalizione di Pierluigi Bersani, che si fermerebbe appena tre o quattro punti percentuali al di sopra del dato di Grillo. Al Senato la quarta forza politica pugliese, con un risultato notevolmente distante da quello della terza posizione, risulta la lista Monti, che si affermerebbe con un dato leggermente inferiore al 10% dei consensi, ma che comunque dovrebbe spuntarla nella ripartizione dei seggi, poiché a livello regionale riuscirebbe a superare la soglia minima dell’otto per cento, dato questo necessario a superare lo sbarramento per entrare nella suddivisione dei 20 posti pugliesi da assegnare a Palazzo Madama. Una suddivisione che alla fine delle operazioni di scrutinio, se fossero confermati i dati innanzi riportati, vedrebbe attribuito il premio di maggioranza in Puglia per il Senato al centrodestra, e quindi al Pdl  maggior partito della coalizione con quasi il 30% dei voti, che otterrebbe così 11 o 12 seggi, sul totale dei 20 da attribuire. Infatti, senatori sicuri per il Pdl in Puglia sono Silvio  Berlusconi, Donato Bruno,Francesco Amoruso, Luigi D’Ambrosio Lettieri, Antonio Azzollini, Lucio Tarquinio, Luigi Perrone, Pietro Iurlano, Vittorio Zizza, Massimo Cassano e Pietro Liuzzi. Se nel riparto dei voti al Senato il resto più alto andasse al Pdl, allora scatterebbe anche il dodicesimo seggio che vedrebbe eletto anche Pietro Liuzzi, che però potrebbe entrare anche nel caso fosse il primo dei non eletti, se Berlusconi optasse per l’elezione in altro collegio. Se invece scattasse il dodicesimo seggio, in analoga circostanza verrebbe ripescato il consigliere regionale Michele Boccardi. Degli otto o nove seggi che invece saranno attribuiti all’opposizione,la suddivisione vedrebbe assegnare quattro o cinque seggi alla coalizione di centrosinistra, tre sicuri al Pd ed uno eventuale, mentre uno sarebbe attribuito al Sel. In questa coalizione  la lista di Centro democratico non otterrebbe alcun senatore, poiché non riuscirebbe a raggiungere la soglia minima del 3%, necessaria in coalizione per partecipare al riparto dei seggi. Gli eletti sicuri del Pd sono Anna Finocchiaro, Nicola Latorre e Salvatore Tomaselli. Nel caso scattasse il quarto entrerebbe a Plazzo Madama anche il vice presidente della giunta regionale pugliese, Loredana Capone. L’unico eletto di Sel è l’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Stefano, mentre resterebbe fuori il rettore dell’Università di Foggia, il terlizzese Giuliano Volpe. Un eletto sicuro avrebbe anche la lista Monti, che vedrebbe eletta la barese Angela D’Onghia, mentre rischia di restare fuori il deputato uscente dell’Udc, il salentino Salvatore Ruggieri, che però potrebbe entrare nel caso in cui, nel conteggio finale dei voti, al Pd fossero attribuiti solo 3 seggi anziché quattro. Questo lo scenario per i seggi pugliesi al Senato. Per la Camera, invece, la distribuzione dei seggi dipenderà dai voti che le rispettive liste hanno conseguito in Puglia, ma soprattutto dagli sbarramenti previsti dal “Porcellum” su base nazionale e dal premio di maggioranza, che a sua volta sarà attribuito al partito o alla coalizione che ha ottenuto il miglior risultato su base nazionale, anziché regionale come per il Senato. Alla luce dei dati già noti in Puglia, per il Senato, è facilmente prevedibile che anche per la Camera il “ciclone Grillo” sarà la terza forza politica regionale. E poiché potrebbe essere sicuramente terza anche a livello nazionale, in Puglia riuscirà ad eleggere non meno di sette od otto deputati, che potrebbero essere anche di più nel caso in cui la coalizione centrista di Udc, Fli e “Lista Monti” non riuscisse alla Camera a superare la soglia minima del 10%. Ora infatti, in Puglia, dopo il “ciclone Grillo” e la brillante rimonta del centrodestra locale potrebbe susseguirsi uno scossone che vedrebbe scompaginati non soltanto gli assetti di molti enti locali, ma anche quelli interni di alcuni partiti tradizionali. Un vero e proprio terremoto politico, di cui già si intravedono le avvisaglie a schede non ancora completamente scrutinate.        

 

Giuseppe Palella 


Pubblicato il 25 Febbraio 2013

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