Cronaca

Anna Dalfino: “L’Assessore Maugeri non può permettersi di darmi della bugiarda”

Sembra una battaglia destinata a non finire mai quella sostenuta tra la presidente dell’ACA, Anna Dalfino, e l’assessore all’Ambiente e Tutela dei diritti degli animali Maria Maugeri. Parole dure da entrambe le parti vengono lanciate riguardo quello che l’assessore definisce un “allarme infondato”, e cioè il rischio, ripetutosi più volte negli ultimi tempi, che i 150 cani custoditi dall’ACA al Canile Comunale di via dei Fiordalisi rimangano senza cibo. La Dalfino non ci sta ad essere definita “bugiarda” dalla Maugeri e in una lettera infervorata diffusa ai principali organi di stampa espone chiaramente le motivazioni che l’hanno spinta più volte a chiedere disperatamente aiuto ai concittadini e a denunciare la pressochè totale indifferenza delle istituzioni ai suoi allarmi. L’assessore Maugeri, in un comunicato stampa, aveva reso noto che nessuno dei cani sarebbe rimasto senza cibo, anche grazie al periodo riconoscimento di contributi da parte del Comune alle associazioni, che consentono di assicurare le cure necessarie agli animali seguiti. “In particolare l’ultima tranche di tali contributi in favore dell’ACA risale a circa un mese fa, mentre un ulteriore provvedimento, che ha appena acquisito il visto dalla Ragioneria comunale, riconosce all’associazione un acconto di circa 8.000 euro che saranno effettivamente disponibili entro dieci giorni. È anche il caso di precisare che gli uffici comunali hanno comunque contattato informalmente il fornitore dei mangimi, rassicurandolo della disponibilità, a brevissimo termine, dei nuovi fondi in favore dell’associazione.” Per evitare inoltre che si verifichino condizioni di criticità come quella denunciata dalla Dalfino, il Comune continua a dichiararsi pronto ad assicurare il proprio intervento, ad esempio per quanto riguarda la fornitura di cibo e antiparassitari, decurtando le spese sostenute dall’importo dei contributi da riconoscersi. Sempre secondo la Maugeri, “a maggio scorso l’associazione Aca ha rifiutato l’intervento diretto del Comune, scegliendo di rimanere in attesa dei contributi economici, e anche nella circostanza odierna la presidente dell’associazione non ha richiesto in alcun modo al Comune la fornitura diretta di mangime, preferendo lanciare un accorato appello alla stampa. Dunque permettetemi di domandarmi per quale ragione l’ACA continui a scegliere il metodo della contrapposizione potendo contare sulla piena disponibilità di un’ amministrazione impegnata nel perseguire il medesimo obiettivo di cura e tutela del benessere degli animali”. La Dalfino, da sempre schierata in prima linea per garantire il benessere ai migliori amici dell’uomo, continua invece a denunciare a gran voce la difficile situazione che è ancora costretta ad affrontare la sua associazione, l’ACA, e ne ricorda la travagliata vicenda: dopo il trasferimento dei 700 cani alla MAPIA srl, fece ricorso al Tar Puglia contro il Comune di Bari e il Servizio Veterinario della ASL /BA 4, vincendolo, per  la costruzione del Canile comunale e la sterilizzazione dei cani randagi. Con l’amministrazione Emiliano è stato realizzato a Palese un progetto di due rifugi, per un importo complessivo di 2.800.000 €. Nel 2005 a causa di un emendamento l’ACA  fu  costretta a trasferire i  cani che stazionavano ancora in Via Martinez 1, alla struttura comunale di Via dei Fiordalisi. Un trasferimento costato all’associazione ben € 3000 al mese, (€  36.000 annuali). Un pagamento, sottolinea, che in realtà  spetterebbe al Comune di Bari  in  quanto   proprietario   dei  cani  randagi  ( Delibera di Giunta  n. 665/95  di   riferimento   al     Regolamento  comunale 122/91 ) . “Facendo il punto della situazione – si legge nella lettera della Dalfino –  abbiamo € 36.000 00 all’anno per  9  anni  pagati al  Vassallo, e se a questa cifra aggiungiamo € 800,00  al mese, dal  mese di Marzo 2012 ad oggi che il Comune di Bari detrae dal già esiguo contributo che l’Aca riceve al 50% per un (illegittimo) fantasioso canone di locazione, in una struttura comunale affidata all’ACA per la gestione dei cani di proprietà dello stesso, come si fa a garantire il cibo a queste povere bestie?” Ancora una volta è necessaria una risposta urgente, veritiera e concreta a un interrogativo inquietante, soprattutto perché a farne le spese, ancora una volta, potrebbero esserne poveri animali innocenti che non hanno la parola per potersi difendere e chiedere aiuto.

 

Lorena Perchiazzi


Pubblicato il 30 Agosto 2013

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