Cultura e Spettacoli

Avete freddo? Pregate…

Una volta a giovani salesiani che si lamentavano per il freddo Don Bosco rispose con un sorriso : Quando avete freddo pregate che il Signore non riduca il vostro cuore al pari di quel freddo… Il fondatore di quell’Ordine ci è venuto in mente domenica scorsa nella Grave di Castellana, dove nell’ambito di ‘Natale nelle Grotte’, la rassegna voluta e curata da Eugenio Finardi, era di scena Simone Cristicchi. Cristicchi era l’unico in giacca e cravatta al cospetto di un centinaio di spettatori infreddoliti, malgrado giacche a vento, sciarpe, guanti e berretti. Cristicchi sembrava non sapere cosa fosse il freddo… E’ il dono che spetta a chi ha sconfitto il ‘freddo interiore? Conosciamo tutti il rigore morale di questo personaggio, quest’uomo mite e nemico del punto esclamativo. Da vent’anni Cristicchi, con una coerenza che non conosce flessioni, denuncia la pochezza umana agitando un (laico) ramoscello di ulivo. Eppure quella sua ‘arma’ è letale quanto uno scudiscio. E più letale diventa quando il ‘contenitore’ è altro che un patinato teatro o una distratta piazza estiva. Raccontare la verità a settanta metri di profondità, all’interno di un luogo gonfio di un’energia assolutamente ‘altra’, è esperienza che non si dimentica. Perché sotto terra (e questo può confermarlo qualunque speleologo) il pensiero si affina, sicché la percezione del mondo si allarga e si ‘depura’. Allora un ‘Viaggi e storie di un fabbricante di canzoni’, questo il nome dello spettacolo dell’artista capitolino, può evolvere in cerimonia di gusto primordiale, in rito collettivo vicino alla liturgia del pensiero, occasione non sempre ripetibile per provare a specchiarsi e a guardarsi attorno andando oltre l’istinto, oltre gli abbagli e i falsi dei mezzi informazione, oltre la pigrizia dell’adesione al luogo comune. Tutto ciò senza arrampicarsi in cima a pulpiti, cattedre o podi, bensì omaggiando Sergio Endrigo e Laura Antonelli, punzecchiando ora Biagio Antonacci, ora Gigi D’Alessio, dando voce ad un pesce ‘amareggiato’ o ad un uomo che, ‘nato morente’, retrocede sino a morire in un orgasmo, raccontando il più faticoso Avvento, quello di Gesù che torna fra noi sbarcando non dalle stelle ma da un gommone carico di profughi, infine regalando a tutti una rosa. Un concerto emozionante, inaspettatamente lungo e che malgrado il tormento del freddo non ha visto defezioni. E adesso tocca a Stefano Bollani. Il compositore, pianista e cantante milanese sarà in scena nella stessa Grave dopodomani, venerdì 8, per presentare la sua ultima incisione, ‘Arrivano gli alieni’, album per lo più strumentale ricco di cover e di inediti. Fra i sei inediti Bollani ha inserito per la prima volta tre canzoni con propri testi. Un altro concerto, questa volta per voce e piano solo, da non perdere. Spegnere i cellulari e coprirsi bene.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 7 Gennaio 2016

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