Primo Piano

Bitonto, comunque vadano le amministrative vincerà Emiliano

Comunque andranno le amministrative del 12 giugno prossimo a Bitonto (terzo Comune per popolazione in Terra di Bari dopo il capoluogo) per il Presidente di centrosinistra della Regione Puglia, Michele Emiliano, sarà un successo. Infatti, a Bitonto per il governatore pugliese non sarà necessario attendere il risultato elettorale per sapere se la “squadra” politica che lo ha sostenuto nel 2020 nella riconferma alla guida della Regione ha vinto oppure perso, perché sia che vinca il candidato sindaco del Pd, Francesco Paolo Ricci, sia invece che vinca il rivale, Domenico Damascelli di Forza Italia, per la coalizione che sostiene Emiliano nell’aula barese di via Gentile in ogni caso non sarà una sconfitta. O meglio, non sarà una sconfitta per tutta la coalizione regionale di centrosinistra, ma solo per una parte di questa e, di conseguenza, non potrà essere neppure una vittoria per tutte le anime che hanno rieletto Emiliano presidente. Difatti, dopo dieci anni di governo della Città dell’olio del sindaco civico uscente, Michele Abbaticchio, il centrosinistra bitontino tradizionale è letteralmente imploso per le prossime amministrative e neppure l’intervento diretto del governatore pugliese sui vertici bitontini del Pd (e, verosimilmente, anche sul candidato sindaco in pectore dei dem, Ricci per l’appunto) è riuscito nell’impresa di compattare intorno ad un unico nome la coalizione locale delle sigle che, dalle regionali del 2020, a Bari sostengono Emiliano in via Gentile. Ed allora che fare in questo caso? Nessun problema per il governatore perché, come sempre, per Emiliano l’importante è non perdere mai. Ed alle prossime amministrative di giugno a Bitonto, con un centrosinistra a pezzi, per non rischiare di perdere occorre necessariamente essere presenti su ambo i fronti. Quindi, al bando le ideologie, gli schieramenti ed i colori politici tradizionale e largo alle idee, ai programmi ed ai progetti, affinchè i bitontini scelgano il loro prossimo Primo cittadino non più in base a sentimenti politici di appartenenza, ma soprattutto con spirito di rinnovamento e, quindi, di cambiamento nella gestione della città. Ed è proprio su una auspicata e sentita esigenza di cambiamento nella gestione di Palazzo Gentile da parte di una larga fetta di cittadini che a Bitonto – secondo i bene informati – è andata in frantumi la coalizione di sigle e di nomi che nel 2020 hanno sostenuto Emiliano alle regionali e che ora, invece, stanno su fronti contrapposti per l’elezione del prossimo Primo cittadino. Infatti, il principale motivo che ha determinato a Bitonto la spaccatura del centrosinistra tradizionale è stato il nome del candidato sindaco imposto dal Pd locale a tutti i possibili alleati di centrosinistra. Ossia, un ex consigliere comunale dei dem, Ricci, che – sempre a detta dei bene informati – sarebbe stato prescelto neppure all’interno del Pd bitontino, ma a Bari sulla base di accordi personali tra il sindaco uscente Abbaticchio ( che – come è noto –  è anche vice sindaco alla Città metropolitana) ed il sindaco dem barese e metropolitano, Antonio Decaro, al fine di far perpetuare di fatto la gestione della Città dell’olio al Primo cittadino giunto alla fine del suo secondo mandato consecutivo e che fino all’ultimo ha probabilmente sperato (al pari di Decaro a Bari!) in una modifica della legge elettorale comunale che avesse introdotto la possibilità di terzo mandato. Non è accaduto ciò e, quindi, – sempre secondo i bene informati –  Abbaticchio avrebbe “brigato”, con l’ausilio barese di Decaro, per restare, eventualmente, comunque il  “sindaco ombra” di Bitonto per il prossimo quinquennio. E ciò – per alcuni – sarebbe confermato anche dal fatto che il Pd a Bitonto si sarebbe dimenticato delle primarie per la scelta del nome da candidare a sindaco, “per imporre un nome concordato in chissà quali segrete stanze”, verosimilmente, neppure bitontine. Pertanto, se effettivamente siano andati così i fatti, la sfida tra Damascelli e Ricci non sarà solo sui programmi e idee per il “bene comune” dei bitontini, ma sarebbe ancora più radicale, poiché si tratterebbe di tratterebbe di una scelta tra una candidatura (quella di Damascelli) nata in loco e quella invece del dem Ricci che – secondo indiscrezioni – “sarebbe stata predefinita in sede barese, per fini politico-elettorali che probabilmente avrebbero ben poco a che fare con il bene collettivo dei bitontini”. In definitiva, Bitonto per le prossime amministrative è già un altro “caso” politico anomalo per il centrosinistra regionale e (parafrasando lo slogan elettorale già lanciato da Damascelli) potrebbe essere “tutta un’altra storia” anche per la campagna elettorale in questo Comune che – da non dimenticare – è il secondo più importante degli undici Centri del barese chiamati al voto il prossimo giugno. Per completezza di cronaca riferiamo che il forzista Damascelli – secondo quanto al momento è dato sapere – sarà sostenuto da Patto Comune, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Città Condivisa, Sistema Paese, Onda Civica, Azione Civica, Bitonto in testa-Popolari, Iniziativa per Bitonto, Uniti per Bitonto e Bitonto Protagonista. Alle civiche innanzi elencate si aggiungeranno candidati del partito Socialista (Bitonto Solidale), un’altra con esponenti provenienti dalle fila di “Con” di Emiliano (Lista civica per Bitonto), altra ancora (Bitonto cambia) con esponenti di “Sud al Centro” di Anita Maurodinoia e financo una civica (I Riformisti- Fronte del Lavoro) rappresentativa di alcuni esponenti locali del mondo politico dei Progressisti. Insomma, per Emiliano è forse una scommessa personale per non rischiare di essere perdente mai. Neppure quando la coalizione regionale che lo ha rieletto governatore non trova la quadra per vincere.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Aprile 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio