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Bitonto “sceglie” la via gerarchica per opporsi all’inceneritore della Newo

 

Il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha scelto la via gerarchica per opporsi alla realizzazione dell’impianto di incenerimento sperimentale di rifiuti pericolosi, e non, da parte della società foggiana Newo nella zona industriale del capoluogo, a pochi chilometri di distanza dalla città simbolo dell’olio extra vergine di oliva dell’intera provincia di Bari. Infatti, “l’inquilino-Capo” di Palazzo Gentile ha proposto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento del provvedimento dirigenziale regionale che ha espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale per il progetto di un impianto per il trattamento e coincenerimento di rifiuti speciali presentato dalle società Newo e Ossigenopuro da realizzare in via Luigi Corigliano, alle spalle del deposito centrale dell’Amiu-Puglia Spa, nel triangolo industriale tra Bari, Modugno e Bitonto. Il ricorso, notificato nei giorni scorsi – riferisce un comunicato del Comune dell’entroterra alle porte del capoluogo pugliese – fa seguito alla nota con la quale il 10 maggio scorso il Primo cittadino di Bitonto, Abbaticchio, aveva richiesto alla Regione Puglia l’annullamento in autotutela del provvedimento dirigenziale risalente al 25 gennaio 2018 con il quale l’assessorato all’Ambiente dell’Ente di via Capruzzi aveva concesso l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), ossia il permesso amministrativo necessario all’esercizio dell’attività, al gruppo imprenditoriale che fa capo alla famiglia Chirò di Torremaggiore (Fg). Il Comune di Bitonto, nel ricorso amministrativo straordinario al Capo  dello Stato, “lamenta la sua mancata convocazione alla Conferenza di servizi relativa al procedimento istruttorio, pur essendo  interessato all’opera e ai suoi effetti sull’ambiente e sulla salute per la vicinanza della comunità rappresentata al sito individuato”. L’ente con sede nello storico Palazzo Gentile, di corso Vittorio Emanuele, a Bitonto, ha argomentato la richiesta di annullamento del provvedimento, sostenendo, in primo luogo, che la verifica della possibilità di realizzare l’impianto non avrebbe tenuto in debito conto gli strumenti di pianificazione nazionale e regionale. “In particolare – é sottolineato nel ricorso – viene ricordato che il Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 10 agosto 2016 ha riconosciuto per la Puglia ‘un fabbisogno residuo di incenerimento’ tale da far ritenere sostenibile un intervento per il potenziamento degli impianti di incenerimento esistenti”, escludendo quindi ogni altra possibilità di realizzazione di nuovi impianti del genere per lo smaltimento dei rifiuti nella nostra regione. Inoltre, – si evidenzia nel ricorso presidenziale del Comune di Bitonto – nessun impianto di ossi-combustione è previsto nel Prgru (Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani ). “Il ricorso straordinario al Capo dello Stato – ha sottolineato il sindaco Abbaticchio nella sua dichiarazione di accompagno al comunicato del Comune di Bitonto con cui si è portata a conoscenza l’iniziativa intrapresa per bloccare l’Aia già rilasciata alla Newo – si è reso necessario per evitare lo scadere dei termini di legge per impugnare il provvedimento di autorizzazione e rappresenta un atto dovuto, in quanto é nostro imprescindibile e legittimo interesse tutelare in ogni modo l’ambiente e la salute dei cittadini”. Per la cronaca, ricordiamo che contro il rilascio dell’Aia (preceduta dalla Via, ossia la Valutazione d’impatto ambientale) alla “Newo spa” da parte della Regione Puglia sono stati presentati ricorsi al Tar-Puglia dal Comune di Modugno, che è stato il primo (e da sempre) ad opporsi al progetto di costruzione dell’inceneritore nella zona industriale di Bari, dal Comune di Bari e dall’Aro Bari 2 (ossia l’autorità d’Ambito di raccolta ottimale), che, oltre a Modugno, comprende anche i Comuni di Giovinazzo, Binetto, Bitetto, Bitonto, Palo del Colle e Sannicandro. Quindi, il Comune di Bitonto, oltre a partecipare ad ricorso giudiziale al Tar-Puglia in qualità di Ente componente l’Aro Bari 2, ha deciso evidentemente anche di “impugnare”, per via gerarchica, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il provvedimento della Regione Puglia che ha dato il via libera alla Newo per la costruzione dell’inceneritore di rifiuti nell’area industriale barese. Impugnativa, quest’ultima, che per i cui esito, però, sono sicuramente richiesti tempi ben più lunghi di quelli ordinariamente necessari per via giudiziale. E, quindi, per un provvedimento di sospensiva dei giudici amministrativi. Infatti, il Presidente della Repubblica prima di pronunciarsi al riguardo dovrà necessariamente inviare il ricorso del Comune di Bitonto al Consiglio di Stato per un parere. E solo dopo tale pare il presidente Mattarella deciderà se accogliere o respingere il ricorso del sindaco Abbaticchio. Qual è, quindi, il possibile e probabile vantaggio dell’iter oppositorio intrapreso dal Comune “patria pugliese” del pregiato olio estratto dalla varietà “oliarola” ? Sicuramente quello di evitare una sicura condanna di “non accoglimento” del ricorso. Cosa, quest’ultima, che invece sarebbe inevitabile in caso di “impugnativa” dinanzi ai giudici del Tar. Da non dimenticare, in questa vicenda dell’Aia per il progetto barese della Newo, un evidente e marchiano paradosso “a cura” del Comune di Bari, che in precedenza ha dato tutti i pareri favorevoli alla Regione, per la “Via” e la conseguente “Aia” alla realizzazione dell’impianto e, quindi, alla sua messa in esercizio. e solo successivamente, a seguito delle vibranti proteste di alcune associazioni ambientaliste e di numerosi residenti dei Comuni limitrofi all’area su cui dovrebbe sorgere l’inceneritore, affiancati dai loro rispettivi Primi cittadini e consessi comunali, ha deciso di intraprendere un’azione di contrasto, ricorrendo al Tar. Un “mistero”, questo, – a detta di molti cittadini – forse degno dei celeberrimi dottor Jekyll e mister Hyde o, forse più prosaicamente, del noto “Arlecchino servo di due padroni” e con due parti in una paradossale e tragicomica commedia, alla quale, oltre alla recentissima e verosimilmente  ben nota vicenda della “Giustizia terremotata”,  assiste basita la comunità pugliese. E,  più in particolare, barese. E che al sindaco, Antonio Decaro, chiede “doverosamente” la necessaria chiarezza e trasparenza.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Maggio 2018

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