Cultura e Spettacoli

Boemondo di San Severo, fustigato a morte

Sorprese giacciono negli archivi. Che siano di Stato o private, laiche o religiose, queste raccolte custodiscono documenti solo in minima parte inventariati. Può succedere allora che un topo di biblioteca (‘specie’ che una Wikipedia non potrà mai estinguere) anche casualmente riporti in luce verità stuzzicanti, scomode o addirittura sconvolgenti.  Per esempio, agli inizi del Novecento dall’Archivio di Stato di Napoli emersero gli atti, purtroppo incompleti, del processo che la Santa Inquisizione  intentò nel 1327 ai danni di un frate francescano. La cosa ci tocca da vicino poiché quel religioso era pugliese. Poche e incerte le notizie relative a Boemondo di San Severo. Si suppone sia nato intorno al 1290, mentre è certo che prese gli ordini nel 1325. Non fece ‘carriera’, non ne ebbe il tempo pur avendone il talento. Pensatore coraggioso e controcorrente, Boemondo di San Severo fu accusato di eresia dal Tribunale dell’Inquisizione. Pietra dello scandalo, il passo di chiusura del Libro II di una sua pubblicazione : ‘De creazione Adamis’. Rielaborando la teoria di Sant’Agostino a proposito delle ‘rationes seminales’, Boemondo sottrae la ‘potentia creandi’ a Dio per attribuirla alla materia. In altre parole, l’uomo non è stato creato da Dio ma si è generato spontaneamente dal suolo per un libero impulso della materia : “L’uomo dunque, nella sua condizione originaria e primordiale, era immerso quasi in una miscela di elementi, ed è venuto alla luce casualmente, come [scrive] Agostino nei libri Della Trinità: per questa ragione Dio è chiamato unicamente ‘Conditor ac Administrator’, perché l’uomo non è sorto dal fango della terra per volontà di Dio. Per questo anche i salmi dicono che l’uomo è nato dalla terra. Dunque, così gli uomini discendono dagli uomini come Dio discende da Dio”. Ce n’era più che abbastanza per  patire il peggior castigo. Ma Boemondo non patì la camicia di zolfo e il fuoco. Venne frustato a morte. La sentenza venne eseguita il 15 aprile 1327 a Napoli. Ciò fa pensare che lì il religioso pugliese avesse preso gli ordini e dato alle stampe lo sciagurato opuscolo. Quanto alla fine delle sue spoglie si possono solo fare congetture. E’ possibile che Boemondo di San Severo sia stato sepolto in terra sconsacrata. Resta un ultimo interrogativo : perché la fustigazione a morte invece del rogo? Forse per ragioni di ‘spettacolo’ legate alla necessità di un monito forte. I condannati al rogo non morivano arsi ma soffocati ; dandosi fuoco alla pira partendo dal basso, il condannato veniva raggiunto prima dal fumo che dalle fiamme. E il fumo, avvolgendo il condannato, impediva di vederne i contorcimenti, così come il crepitare del fuoco ne copriva le urla. Così la plebe non restava a sufficienza impressionata, e ‘appagata’. Mentre con la fustigazione c’era di che appassionarsi. Si poteva scommettere se il condannato avrebbe retto le 39 nerbate di Cristo o meno, lo spettacolo durava più a lungo, lo staffile ad ogni colpo portava via sempre più carne e sangue.. Il tutto nel nome di Dio, mica per crudeltà.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 20 Febbraio 2014

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