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Bellanova (Iv): “Conte e Calenda stampelle perfette del sistema Emiliano”

E per Fdi la mozione di sfiducia bocciata in Aula è stata comunque un'operazione di verità, che ha svelato l'arcano: "M5S e Azione contro il governatore a Roma, ma fedelissimi in Puglia"

“Giuseppe Conte e Carlo Calenda si sono dimostrati delle perfette stampelle del sistema Emiliano”. Con questa lapidaria affermazione la ex ministra pugliese Teresa Bellanova, ora presidente nazionale del partito di Matteo Renzi, ha commentato il risultato della mozione di sfiducia al Presidente della Regione Puglia, discussa martedì scorzo nell’Assemblea pugliese, e che – come è noto – si è conclusa con 30 voti contrari e 19 a favore della sfiducia e, quindi, contrari anche allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale. La presidente di “Italia Viva”, proseguendo, ha poi aggiunto che alla Regione Puglia “ogni cosa sembra risolversi in questioni di potere”, dove però “soffia ormai sempre più forte il tanfo insopportabile del trasformismo, della cattiva politica, dell’incoerenza”. Bellanova ha anche rilevato che la “cattiva politica e l’incoerenza” sono così puntuali che “nel momento del bisogno, alla prova del voto di fiducia, non è mancato al Governatore (ndr – Emiliano) l’aiutino dei consiglieri di Azione, del M5S, del Partito Democratico”. “Tutti impegnati – secondo Bellanova – in una corsa a nascondere la polvere sotto il tappeto”. Però, ha affermato inoltre la ex ministra – “la polvere è ormai tanta e il tappeto non basta più”, per cui – a suo avviso – “c’è solo una strada da percorrere: porre fine al sistema Emiliano, per il bene della Puglia e per il futuro dei pugliesi”. Il leader di Iv, Renzi, nella sua e-news quotidiana sui social, sempre a proposito della sfiducia ad Emiliano, ha esclamato: “Tutti bravi con gli slogan: poi però Emiliano viene salvato da Cinque Stelle e Azione”. Infatti l’ex premier, a giustificazione del voto a favore della sfiducia espresso dall’unico consigliere di Iv nell’Assemblea pugliese, il tarantino Massimiliano Stellato, nella e-news ha anche scritto: “Siamo garantisti anche con Michele Emiliano. E vogliamo mandarlo via per ragioni politiche, non per le indagini pugliesi”. Ma a polemizzare duramente con il M5S ed Azione per il “no” alla mozione di sfiducia ad Emiliano è stato il Gruppo del partito della premier Meloni alla Regione Puglia, che in una nota definita “operazione verità” hanno accusato Conte e Calenda di essere contro Emiliano a Roma, ma fedelissimi del governatore in Puglia. Infatti, i sei consiglieri regionali pugliesi di Fdi, all’indomani del voto sulla mozione di sfiducia al presidente Emiliano, hanno spiegato la ragione che li ha spinti a presentare una mozione di sfiducia ad Emiliano, confidando nel fatto che “non il centrodestra, ma i leader del centrosinistra (Schlein, Boccia, Bonelli, Fratoianni, Calenda) e del Movimento 5 Stelle (Conte) un giorno sì e l’altro pure puntavano il dito contro Emiliano e chiedevano: un forte ‘no’ al trasformismo come ricerca del consenso, discontinuità politica, azzeramento della Giunta”. “Sono loro – hanno ricordato nella nota gli esponenti regionali di Fdi – a essere venuti a Bari a dare lezioni di moralità e legalità a Emiliano!”, sottolineando inoltre nessun leader del centrodestra è venuto a Bari a fare comizi contro Emiliano. “Quindi, – hanno affermato ancora i sei rappresentanti di Fdi – “è apparso chiaro, che a ‘sfiduciare’ Emiliano era esattamente la sua maggioranza, il suo campo largo, ma a livello romano”, perché a livello pugliese il governatore martedì ha mantenuto la fiducia in aula. Un arcano, questo, smascherato secondo Fdi dal centrodestra proprio con la mozione di sfiducia, che sarebbe servita a far capire agli elettori che “le missioni baresi di Giuseppe Conte o le pesanti invettive di Carlo Calenda servivano solo per buttare fumo negli occhi dei pugliesi e per accaparrarsi qualche voto in più alle Europee, dove M5S e Azione, sulla scheda devono fare i conti con il meccanismo delle preferenze”. Infatti, hanno rilevato ancora da Fdi, “in Regione i quattro consiglieri (ndr – del M5s) filo Emiliano sono rimasti tali – e per questo potevano evitare la pantomima di sedersi nei banchi della minoranza -, così come rimangono fedelissimi di Emiliano i tre consiglieri di Calenda”. Pertanto, hanno spiegato i sei rappresentanti regionali della fiamma tricolore meloniana, “la nostra mozione serviva proprio a fare un’operazione verità su chi sta con chi ha creato in Puglia il più grande sistema di trasformismo politico e clientelare e chi no”. Difatti, secondo le previsioni del partito pugliese di Giorgia Meloni, subito dopo le elezioni europee del prossimo mese, “i quattro consiglieri del M5S torneranno in giunta e nei posti di potere”. “Non a caso e guarda caso – hanno esclamato nella nota i consiglieri di Fdi – Emiliano non ha dato a nessuno la delega al Welfare, né ieri si è proceduto a sostituire il vicepresidente del Consiglio regionale!”, aggiungendo: “Così come i tre di Azione continueranno a essere di lotta sui giornali e di governo nelle stanze del potere”. In fine, gli esponenti di Fdi hanno ringraziato l’unica consigliere del M5s coerente con i pugliesi, Antonella Laricchia, che – come è noto – ha sostenuto la mozione di sfiducia ad Emiliano, come pure i colleghi di Stellato di Iv e Lanotte dell’Udc, che sono stati coerenti con le posizioni assunte dai rispettivi leader nazionali. Immediata la replica dei 4 consiglieri del M5S che hanno votato “no” alla sfiducia ad Emiliano, che in con nota hanno dichiarato di non essere fini analisti politici come i colleghi di FdI, però la verità – a loro dire – “è che il centrodestra ha presentato la mozione solo perché sicuro di non avere i numeri per la sfiducia”, ma serviva ai candidati alle europee per farsi un po’ di campagna elettorale. Quindi, hanno concluso i pentastellati filo Emiliano: “non ci prestiamo ai loro giochetti e di certo non accettiamo da loro alcuna lezione su etica e questione morale”, dopo aver annunciato di aver “iniziato da subito a lavorare per un patto per la legalità, che sicuramente non si esaurisce nell’assessorato, ma contiene punti molto più precisi che vanno attuati”. “Stiamo lavorando – hanno fatto presente i pentastellati – alla legge per il nucleo ispettivo regionale, che depositeremo a breve e continueremo su questa direzione”, ricordando che “sin dall’annuncio della presentazione della mozione da parte del centrodestra abbiamo dichiarato il nostro voto contrario, perché sfiduciare una giunta di cui abbiamo fatto parte fino a un mese fa avrebbe significato rinnegare il lavoro fatto fino a quel momento”. In effetti, – si chiedono in molti – come sarebbe stato mai possibile che una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni di centrodestra potesse ottenere i numeri necessari a far cadere Emiliano con il sostegno determinante di forze politiche sia pur critiche con il governatore pugliese, come M5s ed Azione? Un’utopia politica che in Aula è rimasta tale e che sicuramente era facile prevedere sin da subito. Ma la campagna elettorale già alle porte evidentemente esige anche iniziative come questa, dall’esito pressoché già scontato in partenza.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Maggio 2024

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