Cronaca

Caso “Stefanazzi-Dell’Olio”: la tempesta in un bicchier d’acqua

Una “tempesta” in un bicchiere d’acqua è quella scatenatasi in Puglia a seguito della notizia che Claudio Stefanazzi, capo di Gabinetto del presidente della Regione, Michele Emiliano (Pd), è titolare dal 2008 di quote in una società di progettazione e consulenza, la Nextnow srl, insieme ai fratelli Gioacchino e Gianmauro dell’Olio. Nome, quest’ultimo, che da alcune settimane è alla ribalta della cronaca politica locale per essere il candidato del M5S al Senato nel collegio uninominale di Bari. Infatti, la circostanza che il vertice burocratico della presidenza della Giunta pugliese ed un candidato pentastellato siano partner in una società, che – secondo quanto dichiarato – non risulta interessata da alcun rapporto con la Regione Puglia, sarebbe quasi sicuramente passata inosservata, se non fosse stato per il fatto che siamo nel pieno di una campagna elettorale per il rinnovo di Camera e Senato basata, tra i contendenti, più sui “veleni” da spargersi vicendevolmente che sui confronti di programmi che ciascuna delle parti vorrebbe realizzare per uscire dalla situazione in cui il Paese si ritrova. Inoltre, al caso in questione, si aggiunge il fatto che il governatore pugliese, Emiliano, da leader di minoranza del suo partito, il Pd, qualche giorno fa ha dichiarato di vedere di buon occhio dopo il 4 marzo un’intesa con il M5S, nel caso in cui fosse necessario un’opzione di governo istituzionale. Ipotesi, questa, non contemplata (e forse anche non gradita) da chi oggi ha legittimamente la guida del Pd e, quindi, dalla maggioranza interna a quel partito. Ed è questo probabilmente il motivo per cui una circostanza come quella innanzi riferita sia diventata oggetto di scandalo e polemiche politiche, al punto da far ipotizzare che  il “filo” societario della Nextnow che unisce Stefanazzi ad uno dei candidati penta stellati pugliesi al Parlamento, Gianmarco Dell’Olio per l’appunto, possa lasciare presagire anche un feeling politico sotterraneo tra il presidente Emiliano ed il M5S. Di certo il “caso” crea qualche imbarazzo per entrambi le parti politiche interessate. Però, di qui a poter affermare che possa esistere un connubio politico in Puglia tra il Pd di Emiliano ed il M5S ce ne vuole non solo di fantasia, ma soprattutto di concreti riscontri. Ed è in tal senso che è subito intervenuto con una nota lo stesso candidato pentastellato a Palazzo Madama nel collegio di Bari città che, per far chiarezza sulla questione, ha messo subito i puntini sulle “i” dichiarando: “Non ho nulla da nascondere”. Infatti, ha pure chiarito Dell’Olio: “La società non ha mai lavorato per la Regione Puglia o altri enti della Pubblica Amministrazione”. Per cui non c’è alcun conflitto d’interessi. Ma ciò che per l’aspirante senatore “fa sorridere” è la strumentalizzazione in merito che arriva “da candidati che di conflitti d’interessi e situazioni aziendali poco chiare avrebbero molto da discutere”. Infatti, a detta di alcuni cittadini, è alquanto strano che ci si scandalizzi di un banale rapporto societario tra professionisti, sorto per giunta nel 2008, vale a dire in epoca molto lontane, e quindi non sospetta, e per questo si prefiguri uno scandalo politico-affaristico di cui mancano riscontri, mentre non ci si accorge di candidature incrociate di comodo, tra centrodestra e centrosinistra, in diversi collegi uninominali della Puglia che lasciano ipotizzare a possibili “larghe intese” messe a punto nella nostra regione prima ed a prescindere dall’esito del voto di domenica prossima. Ed è forse per questo che il candidato pentastellato barese al Senato finito in verosimile falso gossip politico ha concluso la sua nota difensiva e chiarificatrice affermando: “Ci tengo a sottolineare che la mia società non ha mai avuto rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione, men che meno con la Regione Puglia”.  “Chi mi conosce, personalmente e professionalmente – ha inoltre affermato Dell’Olio  – sa che non mi permetterei mai, per una questione deontologica e morale, di creare commistioni fra affari e politica, esattamente ciò che con il Movimento 5 Stelle vogliamo combattere”, terminando che “l’imbarazzo è solo negli occhi e nella mente di chi vuole trovare il marcio dove non c’è”. Come a voler dire: “malus in mala cogito”, che tradotto alla vicenda in questione significherebbe che colui che pensa a male fa ciò che ipotizza di altri. E, forse, più chiaro di così non si poteva essere.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 1 Marzo 2018

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