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Cassa Prestanza, gli iscritti al Sindaco: “Fatti e non parole”

<<Se il Sindaco crede di venire qua a fare campagna elettorale, ha proprio sbagliato indirizzo”, s’infiamma come un cerino un dipendente iscritto alla Cassa Prestanza che questo pomeriggio sarà in prima fila, all’assemblea nel Comando di Polizia Locale a Japigia per discutere col primo cittadino delle ‘prospettive’ della Cassa, come si legge nella missiva di convocazione diramata a tutti gli impiegati. E firmata dalla segretaria della stessa Cassa. E così quei dipendenti che hanno visto sbriciolarsi la loro  cassaforte sotto i propri occhi, oggi pomeriggio dal Sindaco Antonio Decaro attendono risposte chiare e concrete, senza stare a girarci attorno. Del resto, come dicono tutti al Comune, di chiacchiere, illazioni e strali ne sono stati lanciati tanti, troppi, negli ultimi anni sull’organismo mutualistico sprofondato in una crisi irreversibile, al momento senza sbocchi. Proprio Decaro mercoledì scorso, replicando ai consiglieri di Minoranza, aveva detto e ripetuto di aver cercato di affrontare il problema “rispettoso” sia della funzione inquirente della magistratura contabile e sia dei tanti iscritti che rischiano di non veder corrisposto neanche i soldi versati. <<Tutelare i dipendenti continua a essere il mio unico obiettivo in questa vicenda (…) lo Statuto attuale consente agli ex dipendenti di ottenere anche il 300% di quanto versato. Ma se la Cassa dovesse oggi pagare queste somme (a loro come agli altri pensionati) fallirebbe all’istante, con buona pace dei 1229 dipendenti ancora in servizio che, ovviamente perderebbero tutto.  L’ obiettivo è quello di restituire le somme versate a tutti, nessuno escluso. A tutti nella stessa proporzione, a condizione di rispettare della legge>>. Bene. Ed ecco, allora, convocata l’assemblea per parlare con tutti questo pomeriggio, a viso aperto, presentando i risultati del lavoro che lo stesso Decaro ha chiesto di predisporre a professionisti esterni. Sulle risultanze di questo lavoro chiederà questo pomeriggio all’assemblea di decidere, tenendo conto che tra poco più d’un paio di mesi si vota e ricordando che le decisioni le prendono gli iscritti e non l’amministrazione comunale. Ma uno dei primi nodi da sciogliere, come scritto su queste stesse colonne nei giorni scorsi, è che adesso come adesso appare praticamente impossibile calcolare quanto versato da un qualunque dipendente comunale iscritto alla Cassa di prestanza; magari uno assunto tra il 1990 e il 2000 che ha visto il prelievo mensile puntuale, a beneficio della Cassa. Di bilanci, documenti e libri contabili, insomma, non c’è traccia negli archivi comunali, a quanto sembra smarriti (…se non distrutti) e quindi è possibile risalire alle somme prelevate dagli stipendi e versate dai dipendenti soltanto i documenti a partire dal 2001/2002: e prima? E tutto quanto versato prima di quel periodo, non più agli atti come si dice? Certo, tutto da confermare ufficialmente, ma come si fa a calcolare i trattamenti da riconoscere a centinaia di dipendenti in servizio o quiescenza, coi conti da fare che possono anche risalire al 1980 e prima ancora? Oggi al Comando di Polizia Locale ci saranno anche gli avvocati dei dipendenti e i rappresentanti sindacali, ma soprattutto un migliaio di dipendenti che chiedono trasparenza, equità e giustizia….

Francesco De Martino


Pubblicato il 20 Marzo 2019

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