Cronaca

Castellano (Astp): “Giannini pensa alle grandi opere, priorità ai sistemi di controllo di marcia dei treni”

E’ polemica sulle dichiarazioni dell’Assessore regionale ai trasporti -Gianni Giannini- riportate sulla stampa di ieri, in occasione dell’incontro a Roma con il direttore dell’Ansf (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria).  <> ha lamentato Giannini commentando il provvedimento sulle nuove norme di sicurezza che hanno comportato forti rallentamenti dei treni fino a 50 km all’ora. Inoltre l’Assessore regionale ha puntato il dito sulla mancata strutturazione dell’Ansf sul territorio che, a suo dire, non  riuscirebbe a far fronte alla mole di procedimenti pendenti sulle linee regionali interconnesse. <>. Dichiarazione che hanno fatto rabbrividire i familiari delle vittime della tragedia del 12 luglio scorso.  In una nota Daniela Castellano, Presidente dell’Associazione Strage Treni in Puglia 12 Luglio 2016, figlia di Enrico Castellano deceduto nella strage,  ha voluto rispondere all’Assessore che << Parla di incidente e non di strage in riferimento al 12 luglio, minimizzando sull’accaduto, senza nemmeno menzionare i morti e i feriti>> spiegando che <>. Ma quel che è peggio è che già dal 19 marzo 2008 esisteva una normativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, in riferimento ad una serie di disposizioni emanate, poneva in essere la Direttiva 13/2006/Div5 del 9 marzo 2006 relativa “alla sicurezza della circolazione ferroviaria e la definizione in merito all’installazione sulla rete ferroviaria e dei rotabili delle tecnologie per la protezione della marcia dei treni”.  Attraverso questo provvedimento si obbligavano i gestori delle reti regionali interconnesse alla rete nazionale ad attrezzare le linee ferroviarie di propria competenza con sistemi di protezione della marcia del treno, atti a garantire i medesimi livelli di sicurezza dei sottosistemi di terra adottati sulla rete in gestione ad RFI, entro il 2011.  Inoltre, sentita la conferenza permanente dello Stato e delle Regioni, ciascuna rete regionale avrebbe dovuto presentare un programma di installazione dei sottosistemi di bordo compatibili coi sottosistemi di terra entro il 31 dicembre 2008; mentre laddove fossero sopraggiunti dei ritardi nell’adeguamento delle reti regionali interconnesse a RFI, quest’ultima avrebbe dovuto mettere in atto le disposizioni mirate a garantire la sicurezza della circolazione, anche mediante l’introduzione della limitazione e/o dei vincoli per la gestione della stessa. All’epoca del governatore Niki Vendola nel 2008, come faceva l’Assessore regionale ai trasporti -Mario Loizzo- attualmente promosso Presidente del Consiglio Regionale, a non sapere di queste norme da attuare nel minor tempo possibile? Come mai le limitazioni alla marcia dei treni sono state introdotte solo dopo la tragedia del 12 luglio 2016 se nell’elenco di RFI sulle reti non dotate degli adeguati sistemi di sicurezza c’erano, tra le altre, anche Ferrotramviaria, Ferrovie sud-est e Ferrovie del Gargano? Domande, a quanto pare, a cui nessuno degli organi competenti  ha saputo dare ancora una risposta.

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 20 Ottobre 2016

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