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Cittadella della giustizia: “Assurdo ristrutturare l’ex ospedale militare”

 
Il palagiustizia di via Nazariantz cade letteralmente a pezzi, ma al Comune continuano a inseguire chimere sotto forma di ospedali dismessi da riempire di aule e uffici giudiziari, a Bari. Dopo l’incontro praticamente a vuoto dell’altro ieri a Roma del Sindaco (che vorrebbe recuperare l’ex ospedale militare militare di C.so De Gasperi) col Ministro alla Difesa (che ha rinviato tutto dopo la costruzione d’un archivio per conservare la montagna di cartelle mediche ivi conservate) su Cittadella della Giustizia e Uffici Giudiziari di Bari sono intervenuti i politici del Popolo della Libertà, d´Ambrosio Lettieri e Amoruso: per loro Emiliano continua a ciurlare nel manico facendo ‘…carta straccia delle sentenze giudiziarie’. E chiedendosi: ‘Quali e quanti interessi si celano dietro questa vicenda intollerabile’? Eggià, il sindaco Emiliano per i due rappresentanti pidiellini sacrifica il bene collettivo ai propri interessi, paralizzando la città che dovrebbe amministrare, ma soprattutto impedendone lo sviluppo trasparente e positivo. Insomma, il capo della giunta comunale barese starebbe anche barando ‘…sugli ignari tavoli romani millantando come possibile una soluzione bocciata senz´appello da ben sette sentenze della Magistratura di ogni grado giudicata impraticabile dalla Commissione Manutenzione della Corte d´Appello di Bari e pregiudica senza vergogna il lavoro di quanti operano per la legalità, lasciando che gli uffici giudiziari di Bari languano in una situazione insostenibile’. Ecco il quadro desolante e inquietante che si delinea ormai da tempo intorno alla vicenda della Cittadella della Giustizia e alla inagibilità del Palazzo di via Nazariantz che ospita gli uffici giudiziari  del capoluogo pugliese e che il senatore barese del Pdl, Luigi d´Ambrosio Lettieri, insieme al coordinatore regionale del partito, il sen. Francesco Amoruso, denunciano con forza, accendendo i riflettori sulle pesanti responsabilità del sindaco di Bari. “Ormai è noto anche ai sassi che trasferire solo una parte degli uffici giudiziari da Via Nazariantz al Bonomo  è economicamente svantaggioso”, affonda d´Ambrosio Lettieri, “Si stima una spesa superiore ai 20 milioni di euro. Oltretutto non solo non risolve il problema, essendo una soluzione temporanea, ma non tiene conto degli aspetti urbanistici che sconsigliano la scelta per evidenti motivi di congestione e traffico. Per non parlare del fatto che una simile soluzione comporterebbe tempi ben più lunghi di quelli occorrenti per chiudere positivamente l’ipotesi Cittadella della Giustizia prevista dal progetto Pizzarotti, per il quale si è espressa reiteratamente in senso positivo la Commissione di Manutenzione della Corte di Appello di Bari. Basta leggere il verbale della seduta del 9 febbraio scorso. Ma soprattutto sono le sentenze di Consiglio di Stato e Cassazione ad imporre al Sindaco una chiara linea d´azione”. A d´Ambrosio Lettieri ieri gli ha fatto eco il coordinatore regionale pidiellino. “Mentre Emiliano ciurla ancora nel manico e prende ulteriore tempo inoltrando pretestuosi ricorsi anche in sede europea, dobbiamo chiederci, a questo punto, quali e quanto pesanti siano gli  interessi d’un sindaco che, pur di difenderli, non ha alcuna remora a calpestare le sentenze definitive espresse dai massimi giudici del Paese e non teme di ignorare e dileggiare le decisioni della Commissione della Corte d´Appello di Bari, al punto da continuare nel suo , dopo aver persino inserito falsi presupposti in un atto deliberativo comunale”. “Ci si chiede, infine”, concludono i due esponenti del Pdl, “perché la collettività, le istituzioni del territorio e, soprattutto gli organi giudiziari preposti, non abbiano ancora posto in essere tutte le necessarie dovute azioni per impedire che un sindaco possa oltraggiare le più alte Istituzioni e le sentenze definitive dei massimi Giudici del Paese, arrecando incalcolabile danno alla Funzione Giustizia e, quindi, alla collettività del territorio, con grave pregiudizio anche per il bilancio comunale”. Al di là degli affondi dei due esponenti del centrodestra barese nei confronti del primo cittadino barese, sul caso sede unica della giustizia sta alacremente lavorando il commissario ‘ad acta’ nominato dal prefetto, l’avvocato Albenzio. Il quale, dopo aver proceduto a sua volta alla nomina di un paio di tecnici esterni, sta procedendo per concludere il procedimento avviato dal Comune di Bari oltre otto anni fa, e precisamente ad agosto 2003 con la ricerca di mercato aggiudicata all’impresa parmense Pizzarotti.
 
Francesco De Martino     
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 22 Dicembre 2011

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