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Consorzi di bonifica assenti: zero progetti per l’agrosistema irriguo in Puglia

I consorzi di bonifica appulo-lucani brillano per la loro assenza. Infatti, pubblicato il decreto di approvazione per una quarantina di progetti finanziati con 517 milioni di euro (messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) la Puglia continua a perdere risorse vitali, per innovare le reti, rendendo più efficiente i servizi. A denunciare è stata Coldiretti/Puglia che, come detto, ha intercettato il decreto di approvazione dei 42 progetti ammessi a finanziamento con 517 milioni di euro di fondi Pnrr, destinati agli investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una gestione migliore delle risorse idriche. Eppure, come detto, i consorzi commissariati non hanno presentato progetti. <<Sono occasioni perse – incalza Coldiretti – per finanziare gli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, così come è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare la bonifica integrale nella nostra regione, dove sono drammatici gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio. Da tempo consorziati e addetti ai lavori chiedono inutilmente, appunto, una stretta sulla gestione dell’acqua per le bonifiche in Puglia, con uno sforzo in termini di progettualità e investimenti per modernizzazione il settore, ma anche per dare maggior sicurezza a territori infestati da tanti fenomeni climatici calamitosi. E che dire delle opere incomplete o in stato precario, con perdite non più sostenibili e con gli invasi realizzati che hanno necessità di essere riqualificati, ampliati e resi idonei per una migliore e più moderna distribuzione sull’area regionale. Ecco, dunque, la necessità di ripartire proprio dalle opere incompiute – segnala ancora Coldiretti/Puglia – come la diga del Pappadai in provincia di Taranto, un’opera idraulica mai utilizzata e di fatto abbandonata, utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo, che una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti; 80 progetti finanziati e non ancora completati. Ci sarebbe poi il completamento delle opere di sistemazione e conservazione del suolo nel bacino del torrente Vallona, a protezione dell’area irrigua di San Nicandro garganico: inizio lavori a luglio 1991 interrotti a giugno 1993, mentre sul torrente Scarafone inizio lavori a ottobre 1990 (interrotti a luglio 1992) e la sistemazione del bacino Capo D’acqua e utilizzo irriguo acque del Serbatoio Tempa Bianca sul torrente Saglioccia, con lavori ultimati, non collaudati perché difformi dal progetto. Per concludere, gli accordi ancora da perfezionare con la Regione Molise per la realizzazione d’una condotta (da 10 km) drenare acqua dall’invaso del Liscione sul Biferno fino all’invaso di Occhito sul Fortore. In lista d’attesa pure l’approvazione del Piano Generale di Bonifica, con riparti degli oneri adeguatamente distribuiti su tutto il territorio e una più ampia platea di contribuenti, con una migliore applicazione dei tributi di bonifica connessi ai benefici che le opere di bonifica apportano agli immobili dei contribuenti, visto che al pagamento degli oneri di bonifica dovrebbe corrispondere l’aggiornamento dei tributi per le imprese agricole presenti nelle aree colpite da Xylella. Territori in cui dal lontano 2014 persiste una calamità continua e continuata che ha sconvolto gli assetti della produttività agricola, il completamento delle opere incompiute e la ripresa delle progettazioni idrauliche ed irrigue per mettere in sicurezza il nostro territorio per il prossimo futuro.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 11 Ottobre 2022

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