Cronaca

Decentramento: Decaro ricorda il suo predecessore De Lucia, ma in modo inesatto

Il Primo cittadino barese nonché presidente Anci, Antonio Decaro, con riferimento alle vicende politiche che proprio in queste ore stanno interessando il governo Draghi, in un’intervista ad una nota testa giornalistica nazionale ha affermato: “Dimostriamo per una volta di essere un Paese serio”. Per poi esortare il governo e le forze che lo sostengono adandare avanti e “fare poche cose fondamentali nel tempo che resta alla fine della legislatura, tra cui l’attuazione del Pnrr e la riduzione dei costi dell’energia”. Tali dichiarazioni di Decaro, però, hanno fornito lo spunto ad alcuni cittadini di chiedersi “se il Primo cittadino barese si sia mai posto anche un problema analogo”. Ossia di domandarsi se la sua Amministrazione (in un Paese che evidentemente il sindaco Decaro ritiene non serio!) stia dimostrando la serietà che ora lo stesso Decaro invoca per altri livelli politici ed istituzionali, al fine di poter dare attuazione al Pnrr ed anche alla riduzione dei costi energetici ultimamente schizzati alle stelle nel nostro Paese. Infatti, hanno rilevato quegli stessi cittadini, è di una ventina di giorni fa la notizia che l’amministrazione Decaro per quadrare i conti dell’Amiu, ossia dell’Azienda comunale che espleta il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, ha ulteriormente amentato la Tari agli utenti baresi, senza preoccuparsi minimamente di tagliare in primis sprechi e costi, che al Comune di Bari pur esistono (vedi intervento dell’ex dirigente Giuseppe Anaclerio, pubblicato su questa stessa pagina), al fine di evitare o, quantomeno, contenere taluni aumenti tributari presenti e futuri. Fin qui i rilievi dei cittadini all’invocata “serietà” di Decaro nel nostro Paese. Mentre, sempre per rimanere in tema di “serietà”, ci preme rilevare, per “serietà” informativa che per “obiettività” storica, che non corrisponde al vero quanto dichiarato lo scorso venerdì dal sindaco Decaro, con la nota del Comune con cui informava della scomparsa dell’ex sindaco Franco De Lucia, a riguardo delle tante iniziative dell’ex Primo cittadino socialista appena scomparso – tra le altre – testualmente affermava: “Durante la sua guida della seconda giunta di sinistra promosse con lungimiranza e innovazione amministrativa il decentramento con la istituzione delle Circoscrizioni”. Affermazione, questa, che come in tanti sanno a Bari, ma che è dimostrato anche da fatti ed atti, potrebbe forse essere di comodo per il sindaco Decaro, ai fini di una presumibile volontà (a parole!) a voler dare importanza al decentramento amministrativo del capoluogo, quando invece la storia effettiva di tale istituto nella nostra città è tutt’altra. Il sindaco di Bari scomparso recentemente, De Lucia, non fu né l’inventore del decentramento a Bari, né un fervente sostenitore dell’istituto, ma fu di certo invece, nel rispetto della legge (la n. 278 del 1976) e dei provvedimenti amministrativi precedenti al suo mandato, l’attuatore dell’entrata in funzione degli organi di decentramento comunale. Infatti, in concomitanza con le elezioni di rinnovo del Consiglio comunale barese del 1981 si svolsero anche quelle per l’elezione dei nove Consigli di Circoscrizione varati, in ottemperanza alla cita L. 278/76 (che imponeva organi di decentramento obbligatori per i Comuni con popolazione superiore a 100mila abitanti), dalla precedente amministrazione Luigi Farace (Dc), con assessore al ramo Stefano Bianco (Dc). Per completezza di cronaca storica, ricordiamo anche che proprio durante da seconda giunta di sinistra (Psi-Pci- Psdi-Pri) dell’avv. De Lucia (1983-1985), avvenne l’occupazione dell’Aula consigliare del Comune da parte degli allora presidenti di circoscrizione democristiani, per protestare contro l’esecutivo De Lucia che a distanza di quasi tre anni dalle elezioni del 1981 non aveva ancora rilasciato alcuna delega e, quindi, individuato le effettive funzioni per le nove Circoscrizioni baresi. Alla fine dell’era De Lucia, nel 1990, qualcosa era stato sbloccato sul fronte sia delle deleghe che delle funzioni per il decentramento barese. Però, lo stesso De Lucia non era forse affatto entusiasta dell’applicazione di tale istituto a Bari, sia per i costi che questo comportava (personale, strutture, ecc.), nonostante all’epoca i costi politici per il Comune fossero irrisori (gettoni di presenza da 15mila vecchie lire lorde e solo per le riunioni di consiglio!), sia per la superfluità di sovrapposizione politica ed amministrativa che il decentramento determinava in una realtà come barese. Infatti, De Lucia verso la fine del suo novennato sindacale, in uno scambio di vedute personali con chi scrive, nella location fieristica di Rimini che ospitava una Conferenza del Psi, ebbe a dichiarare seccamente: “A Bari il decentramento è stato attuato perché lo impone la legge, ma il capoluogo pugliese non è città come Milano, Roma o Napoli, dove il decentramento amministrativo è indispensabile per una gestione ottimale di comunità di simili dimensioni”. Per poi esclamare ironicamente: “A Bari, citta di appena 340 abitanti, se si attuasse un decentramento come a Milano, sarebbero svuotate di poteri le Ripartizioni centrali!” e concludere: “Da noi il decentramento genera solo ritardi burocratici, conflitti con gli organi politici periferici e confusione”. Più chiaro di così il compianto avv. De Lucia forse non avrebbe potuto essere. Un Primo cittadino di indiscussa bravura e competenza amministrativa, che un ex dirigente comunale (l’ing. Raffaele Coniglio), in occasione della sua scomparsa ha evidenziato in un post su Facebook scrivendo: “De Lucia, un sindaco rispettoso di ruoli e funzioni”. E che sicuramente avrebbe meritato un manifesto pubblico di cordoglio della Città per la scomparsa, da parte dell’intera Amministrazione barese, piuttosto che la diffusione di informazioni storiche inesatte sul suo reale operato da sindaco.

 

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 20 Luglio 2022

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