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Dipendenti regionali in attesa degli inquadramenti

Sono ancora tanti i problemi non risolti del personale alla regione Puglia, dove il ricambio attuato con i prepensionamenti anticipati e i concorsi per i sessanta “superimpiegati” provvisti rigorosamente di laurea e master potrebbero non sortire i  risultati sperati prima da Fitto e poi da Vendola. Dunque, bocce ancora ferme alla Regione Puglia sul tavolo del ripianano delle questioni “in sospeso” che riguardano centinaia di dipendenti, ma che potrebbero anche interessare quasi tutti quelli in servizio, se, ad esempio, i giudici amministrativi dovessero annullare alcuni concorsi prima svolti e dopo annullati dagli organi costituzionali. A seguito di queste decisioni e degli inquadramenti di molti funzionari di settimo livello, potrebbero subirne le conseguenze circa tremila dipendenti regionali. Sul caso, che sta comportando un enorme ed ingiustificato “spreco di denaro pubblico”, sono state inviate in passato informative “riservate” al Presidente della Giunta ed all’assessore al ramo, descrivendo per bene i fatti che riguardano gran parte dei dirigenti in servizio in regione. Ma cerchiamo di capire cos’e’ successo, partendo dal 1990, quando alcuni dipendenti regionali presentavano domanda per partecipare al concorso riservato bandito ai sensi della legge n. 18/74 e poiche’ non erano in possesso dei prescritti requisiti (in particolare tre anni di anzianita’ di servizio presso la Regione Puglia), la Commissione governativa di Controllo sugli atti regionali annullava la delibera di Giunta Regionale con la quale, appunto, erano stati ammessi al concorso. Tale decisione dell’organo di controllo, pero’, era impugnata dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, che, con pronuncia del 1994, l’annullava riscontrando alcuni vizi formali. A seguito di questa decisione i dipendenti venivano inquadrati regolarmente nelle loro posizioni funzionali, come vincitori di concorso, superando senza problemi la carenza dei requisiti relativi all’anzianita’ di servizio. Sta di fatto, pero’, che su appello proposto dalla Commissione Governativa di Controllo sugli atti della Regione Puglia, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2639 del 14 maggio 2001, annullava la precedente sentenza, provocando l’annullamento della deliberazione di ammissione al concorso dei dipendenti “vincitori di concorso”, provocando peraltro l’illegittimita’ dell’inquadramento degli stessi nella posizione cui erano pervenuti grazie al superamento di un concorso cui, come detto, non avevano titolo nemmeno per potervi partecipare. Conclusione? E strano che a distanza di tanti anni dalla pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, la Regione Puglia non ne abbia ancora adottato i provvedimenti dovuti. Atti, vale la pena di rammentarlo, necessari per legge dopo la pubblicazione e la notificazione di sentenze definitive, cioe’ non piu’ appellabili. Si tratterebbe, in altri termini, di annullare inquadramenti di un centinaio di ex funzionari diventati dirigenti regionali che sono, a quanto stabilito dai vari organi giudiziali intervenuti finora, del tutto ingiustificati. Il risultato, come hanno chiosato spesso anche i sindacati regionali è un cospicuo esborso di denaro pubblico, nonostante in Regione si parli tanto di ripiano della disastrosa situazione economica e finanziaria. La Regione Puglia, infatti, continua a corrispondere ai dirigenti e funzionari in questione una retribuzione piu’ alta di quello in realta’ spettante, senza parlare di tutti gli stipendi percepiti in questi ultimi anni in virtu’ di un’illegittima ammissione ad un concorso per il quale molti dipendenti non avevano neppure i titoli necessari per potervi partecipare. Cosi’ come appurato, vale la pena di precisarlo bene, dal Consiglio di Stato, cioe’ l’organo maggiormente titolato dal punto di vista amministrativo. Allora, perche’ questo strano e grave ritardo? Perche’ nessun dirigente responsabile e organo regionale prende ancora atto delle decisioni del Consiglio di Stato prima e della Corte Costituzionale dopo, alla fine dell’anno scorso? Esistono responsabilita’ civili e contabili tali che si preferisce ficcare il capo sottoterra, ignorando la situazione e facendo come gli struzzi? Non sarebbe la prima volta alla Regione Puglia. Ma le dovute segnalazioni del caso sono gia’ piovute anche alla Corte dei Conti, che ha gia’ preso contatto con gli uffici regionali per valutare “…la sussistenza di un danno erariale, perseguendo chi di tale danno e’ l’artefice”. I giudici contabili hanno puntato i riflettori anche sulla questione dei concorsi riservati, oggetto di pronuncia da parte della Corte Costituzionale. Anche in questo caso bisognerebbe chiedersi se era proprio il caso di giungere ad un altro punto di non ritorno, invece di coinvolgere la nutrita equipe di avvocati regionali interni ed esterni, per trovare una soluzione che salvaguardasse il diritto dei ricorrenti, molti dei quali avevano sostenuto le prove del concorso, superandole. In questo caso i sindacati regionali tempo fa hanno chiesto al Presidente della giunta regionale l’immediato inquadramento del personale che, dall’ex sesto e’ passato al settimo livello, oggi categoria “D”. Anche per evitare altre decisioni di qualche organo giudiziale che potrebbero provocare chissa’ quali altri stravolgimenti in capo a 2500 dipendenti regionali. Mettendo a repentaglio, senza dubbio, l’intera riorganizzazione regionale degli uffici, vanto e punto focale del programma dell’ultimo governatore approdato alla Regione Puglia.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 


Pubblicato il 10 Agosto 2011

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