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Dopo l’Aia della Regione, la Newo potrebbe avere dall’Asi il suolo per la costruzione

La società che vuole costruire l’inceneritore ad ossi-combustione di rifiuti nella zona industriale di Bari, ossia la “Newo spa”, dopo il via libera amministrativo della Regione Puglia all’esercizio dell’impianto, potrebbe ben presto ottenere anche in via definitiva il suolo su cui costruirlo. Infatti,  il Consorzio Asi (Area di sviluppo industriale) di Bari, nel corso degli ultimi due mesi, ha più volte affrontato all’interno del Cda la questione dell’assegnazione in via definitiva del suolo su cui la società foggiana della famiglia Chirò vuole realizzare l’inceneritore di rifiuti pericolosi, e non, che – come è ormai noto – è fortemente osteggiato dalle Amministrazioni di ben otto Comuni del barese, dall’Aro Bari 2 e, soprattutto, da diverse associazioni di ambientalisti, oltre che dalle popolazioni stesse dei Comuni a ridosso dell’area su cui si vorrebbe realizzare il predetto impianto di incenerimento rifiuti. La società “Newo”, dopo l’ottenimento dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) lo scorso gennaio dalla Regione Puglia, ha chiesto all’Asi il perfezionamento del contratto di cessione dei circa 30mila mq di suolo assegnatogli in via provvisoria dal Consorzio già nel gennaio del 2016, per proseguire nell’iter intrapreso a suo tempo con la Regione per il cofinanziamento del progetto, oltre che per le necessarie autorizzazioni amministrativi all’esercizio su detto suolo dell’attività prevista.  Obiettivi – come è noto – raggiunti successivamente entrambi dalla famiglia Chirò che, nel luglio del 2016, riuscì anche a far inserire il progetto dell’inceneritore tra le attività finanziabili dalla Regione, ottenendo lo stanziamento di un contributo economico di circa 11milioni di Euro, a fronte di un investimento previsto di circa 20 milioni complessivi, necessari alla realizzazione del progetto di incenerimento ad ossi-combustione. Però, a sbarrare la strada per la vendita definitiva del suolo su cui costruire l’impianto della Newo è stato finora il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, che attualmente è anche componente del Cda dell’Asi e che nel gennaio 2016 non faceva parte dell’organo di gestione dell’Asi, perché il Comune di Modugno all’epoca non era rappresentato nel Consorzio. Infatti, sulla questione il sindaco Magrone, rivolgendosi agli altri componenti del Cda dell’Asi, ultimamente ha detto e ribadito: “Non bisogna procedere con la firma del contratto di cessione del suolo sul quale la ‘Newo spa’ vorrebbe costruire l’inceneritore”. Ed è così che il Primo cittadino di Modugno, damembro del CdA del Consorzio Asi, ha fermato fino ad ora la cessione del suolo consortile alla Newo. Questa netta presa di posizione di Magrone è stata assunta sia nel corso delle riunioni del Cda che con note scritte inviate all’Asi dal Comune di Modugno, a firma congiunta del sindaco e dell’assessore alle attività produttive, Danilo Sciannimanico. Con dette note, infatti, gli amministratori modugnesi hanno fatto ripetutamente rilevare l’inopportuno per il Consorzio Asi di procedere alla stipula del contratto definitivo di assegnazione alla Newo del suolo su cui la società vuole realizzare l’inceneritore, perché sono stati posti in essere ricorsi contro il rilascio dell’Aia che, secondo Magrone, renderebbero ancora incerto l’iter amministrativo che ha portato all’ok della Regione all’impianto. Infatti, al Cda ed ai soci dell’Asi, il Primo cittadino di Modugno ha evidenziato: “Ci sono i ricorsi al Tar di ben otto Comuni, ad iniziare dal Comune di Modugno, passando per gli altri sei comuni dell’Aro Ba2 e dello stesso Aro Ba2 come ente sovraordinato, nonché il ricorso del Comune di Bari, che chiedono l’annullamento dell’autorizzazione regionale, per impedire la costruzione dell’inceneritore Newo. Pertanto l’Asi non deve firmare quel contratto di cessione suola, bisogna aspettare le decisioni del Giudice Amministrativo”. Posizione, questa espressa da Magrone, che il Cda dell’Asi dello scorso 9 marzo ha condiviso e fatta propria ribadendo “l’inopportunità di procedere con la firma, stante l’incertezza dell’iter amministrativo”.Ma, nonostante ciò, il punto dell’istanza di acquisizione del suolo da parte della Newo è stato stranamente rimesso all’odg del Cda dell’Asi convocato per oggi, 11 maggio 2018. Quindi, non è escluso che all’interno dell’Asi possano esserci stati dei ripensamenti sulla questione o che possano essere pervenute forti pressioni affinché il Consorzio definisca la cessione del suolo alla Newo. Alla luce di questo, però, Magrone e Sciannimanico hanno nuovamente scritto all’Asi per sottolineare che “il CdA, all’unanimità, si è già espresso sulla vicenda”, invitando lo stesso Cda a rispettare le proprie decisioni che, tra l’altro, sull’argomento erano state rese immediatamente esecutive con una votazione all’unanimità dei consiglieri presenti e votanti. Quindi, nella seduta odierna del Cda dell’Asi è possibile che sull’argomento ci siano delle “sgradite sorprese” per chi si oppone, come il sindaco Magrone, alla cessione definitiva del suolo alla Newo. E, soprattutto, alla costruzione dell’inceneritore. Però, poi, alla luce di quanto accadrà nel Cda dell’Asi si potrà anche capire meglio chi, al vertice delle Istituzione che hanno impugnato l’Aia al Tar, è effettivamente contrario all’inceneritore e chi invece sta facendo solo finta. Infatti, come è noto, i restanti 4 membri del Cda dell’Asi sono espressione del Comune di Bari, della Camera di Commercio di Bari, della Città Metropolitana e di Confindustria Bari. Per cui, se il Consorzio Asi avrà un ripensamento sulla cessione del suolo alla Newo, rimangiandosi quindi la precedente decisione, allora sarà sicuramente più chiaro anche di chi potrebbero essere le responsabilità per la Newo, in precedenza, non ha trovato alcun intralcio a livello barese per l’ottenimento dell’Aia.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 11 Maggio 2018

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