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Ecco come si lavora al Petruzzelli: coristi ed orchestrali della ‘Carmen’ estratti a sorte

Sono ben mille e quattrocentoundici le domande inoltrate da artisti del territorio nazionale ed internazionale per partecipare ai Concorsi indetti dalla “Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari”, una caterva di richieste che potrebbe sbarrare la strada a chi nella Fondazione già ci lavora e c’ha, come si dice, buttato il sangue per anni. Eppure bisogna rispettare i principi sulla massima partecipazione alle selezioni, specie se si tratta, come nel caso del Teatro Petruzzelli, di concorsi pubblici per esami preordinati alla costituzione di una graduatoria di idonei all´assunzione, seppure a tempo determinato, per la formazione dell´Orchestra e del Coro della Fondazione Petruzzelli. I bandi erano stati pubblicati sul sito della Fondazione il 5 luglio e il termine utile per la consegna delle domande scaduto l’altro ieri, giovedì 9 agosto. Ed ora al segretario generale della Cgil Giuseppe Gesmundo tremano i polsi a pensare che una questione così importante per la città e per la Regione, come la definizione di prospettiva di quello che riguarda la Fondazione e il teatro Petruzzelli, l’organizzazione del lavoro e il futuro organico dell’Ente, siano considerate con una disinvoltura e una leggerezza senza eguali. Motivo? Le selezioni per la rappresentazione del “Don Giovanni” sono state affidate all’estrazione a sorte, trattate alla stregua di una lotteria, una riffa dove orchestrali e coristi non sono stati considerati per la loro professionalità o per un altro qualsiasi criterio che salvaguardasse la dignità o il bisogno, ma come bussolotti baciati dalla fortuna. “”Non possiamo consegnare al caso la vita delle persone e delle loro famiglie, il loro impegno, la loro dignità, senza nemmeno preoccuparci di restituire un briciolo di ragioni o di condivisione “progettuale” ai lavoratori! Lavoratori come merce! E’ questo che anche la politica, la nostra buona politica, quella che ancora noi godiamo a Bari e nella Regione, vuole consegnare ai suoi elettori e cittadini? Direzioni sbagliate, sono quelle che sta assumendo ormai questa politica!””, s’indigna Gesmundo rivolgendosi ai capi delle giunte comunale e regionale Emiliano e Vendolali. Ai quali chiede di parlare anche dei bandi di concorso, alla Fondazione Petruzzelli. “”Almeno mille le domande di partecipazione per occupazioni a tempo determinato dove annegheranno le illusioni di tanti giovani, una logica che risponde a bandi senza capo ne’ coda, dove non si capiscono i numeri in discussione nè cosa andranno a fare i candidati nella loro prestazione lavorativa”, va ancora giu’ duro Gesmundo. E se la CGIL ha chiesto alla magistratura di verificare la correttezza della vecchia gestione precedente nella sua complessità, non si può rassegnare a selezioni così poco ortodosse il compito di creare altri precari. E se pure gli intenti di ricostruzione del politeama barese fossero sani, secondo la Cgil le modalità per censire e organizzare le forze lavoro vengono contestate aspramente, chiamando a risponderne anche Vendola ed Emiliano poiché le stesse modalità assumono, oltre che una scelta tecnico-organizzativa, anche e soprattutto una dimensione politica. “”A Vendola e Emiliano chiediamo attenzione e sensibilità rispetto a una richiesta forte di giustizia sociale, di rispetto di anni di storia  e di conquiste che sono state fatte per restituire una statura morale oltre che funzionale al lavoro. Glielo chiediamo in nome di quel mandato sul quale hanno costruito la loro elezione: il rispetto del lavoro, dei lavoratori e dei cittadini –continua Gesmundo nella sua lettera aperta ai capi di Comune di Bari e Regione Puglia- finalmente per una stagione contrassegnata dalla politica del cambiamento, da quella svolta che tutti noi ci aspettiamo: un segnale forte di risentimento a queste scelte di annullamento delle persone, di annientamento del lavoro e dei lavoratori, di cancellazione della cultura considerata bene voluttuario””. A Vendola e ad Emiliano, dunque, il sindacato maggiormente impegnato a fianco dei lavoratori ha chiesto un “atto di coraggio, un atto di sfida ai tempi, un segnale di cambiamento, come soci fondatori del teatro Petruzzelli. Che per adesso, in ogni caso, s’affida ai bussolotti per decidere chi deve lavorare e chi no alla prossima opera lirica di scena nello storico politeama barese.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Agosto 2012

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