Cronaca

Ecco perché la sede dei tribunali non può essere l’ex ospedale militare

“La sede della procura nell`ex ospedale militare”, tuonava qualche anno fa l’allora sindaco di Bari, Michele Emiliano, quando pareva che l’ipotesi Cittadella della Giustizia stesse già per tramontare e non erano piovute altre sentenze addirittura dalla Corte Europea. Ora la situazione per l’impresa Pizzaroti s’è daccapo capovolta, ma nei progetti dell`amministrazione comunale l`ex ospedale militare pare ancora poter rappresentare una soluzione definitiva degli uffici giudiziari sparsi per la Città, compreso Tribunale amministrativo e tribunale dei minori. Così la soluzione tampone proposta anche dall’ex ministro della Giustizia Alfano è stata abbracciata da tempo anche dal primo cittadino, tornato sulla graticola dopo l’esplosione della rete fognaria nel palagiustizia di Via Nazariantz, dove ha sede la giustizia penale. «Un progetto accessibile, concreto e facilmente finanziatile che potrà risolvere il problema dell`edilizia giudiziaria di Bari», ripete chi ha già compiuto un sopralluogo nella struttura da quasi dieci anni in stato di totale abbandono. Un via libera al quale, però, non ha ancora fatto seguito l’atteso ‘nulla osta’ ufficiale dei tecnici comunali, segno che la struttura di corso Alcide De Gasperi (ampia 15mila metri quadri) ha bisogno di interventi di riqualificazione di grande rilievo per essere trasformata in sede unica di uffici e aule di Giustizia. Una ristrutturazione che, secondo una prima stima degli stessi tecnici, dovrebbe durare non meno di due anni e costare una decina di milioni d’euro. Uno sforzo che l`amministrazione guidata da Emiliano si dice pronta ad affrontare in considerazione dello stato di buona conservazione delle strutture e immobili dell’ex nosocomio dotato, come detto, di spazi ampi ed una posizione strategica non lontano dalla tangenziale. Chissà che fine hanno fatto tutte le altre soluzioni sventolate dallo stesso Emiliano in sei anni, dal progetto-spezzatino ‘Arcipelago’ alla Caserma della Guardia di Finanza al San Paolo. Nel frattempo gli uffici giudiziari scoppiano e la situazione si sta facendo ogni giorno più critica ed anche continuare a lavorare provvisoriamente nel palazzo di via Nazariantz sta diventando impossibile per giudici, avvocati e cancellieri baresi. Cosa fare? Il primo cittadino s’è impegnato da oltre tre mesi a presentare in consiglio comunale una proposta di variante urbanistica per trasformare la destinazione d`uso del palazzo di proprietà dell`Inail da residenziale a servizi sovra comunali, ma ‘tempus fugit’ ed ogni giorno che passa il palagiustizia penale diventa sempre più impraticabile e pericoloso. Così diventa difficile anche sperare nelle altre proposte fatte dal Comune al governo per battere cassa, riqualificando l`area di Carrassi e trasformando il suolo sul quale sorge il carcere in area edificabile da cedere ai privati per realizzare la nuova casa circondariale. Emiliano ha sempre un chiodo fisso: strappare con le sue mani quel progetto-Cittadella firmato dall’ing. Michele Cutolo che da più di trent’anni, secondo lui, paralizza l`amministrazione della giustizia a Bari. Eppure anche l’ipotesi ex ospedale militare potrebbe rivelarsi una bufala, come le altre del passato. Anche il sen. Antonino Caruso, capogruppo PdL in Commissione Antimafia impegnata in visita a Bari tempo fa, ha detto la sua sull’edilizia giudiziaria: “Il Procuratore della Repubblica che ha lamentato lo stato di impraticabilità e illegittimità in cui versa il palazzo di Giustizia adibito alla funzione penale, ha perfettamente ragione. Ciò che, con preoccupazione e sconcerto, ho dovuto registrare dalle cronache locali è che lo stesso Procuratore ha sponsorizzato l’ex Ospedale Militare quale rimedio, sia pur provvisorio”. Fatto sta che per il parlamentare della Commissione Antimafia il rimedio è peggio del male, impraticabile per una serie di chiare ragioni: prima di tutto per l’insufficienza degli spazi e gli altissimi costi in relazione alla provvisorietà della soluzione. Ma anche dal punto di vista urbanistico, checché ne pensa il sindaco, la soluzione ex Bonomo trasformato in sede unica della giustizia bloccherebbe il traffico automobilistico già abbastanza intasato nelle vie De Gasperi e Giulio Petroni. Ad evitare di andare dietro ad una soluzione che ricalca le tante altre già naufragate da queste parti, ci sono i tempi (non inferiori a due anni, come confermato dai tecnici del Comune) previsti per la cessione dell’immobile da un Ministero all’altro, per la redazione del progetto, per la ristrutturazione e per il trasferimento definitivo degli uffici giudiziari. In pratica, secondo il senatore pidiellino, lo stesso tempo occorrente per edificare la Cittadella della Giustizia. Che al sen. Caruso risulta essere stata considerata dal Ministro della Difesa la soluzione ideale, anche per il bilancio dello stesso Ministero, tanto per restare coi piedi per terra e non nella melma che scorre spesso nel palagiustizia di via H. Nazariantz, a Bari.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 26 Luglio 2014

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