Cronaca

“Entro due giorni una soluzione per la famiglia Marcato…”

Dopo i giorni delle denunce e delle dichiarazioni d’intenti domenica mattina di candidati sindaci e consiglieri, qualcosa si potrebbe muovere di più concreto a favore della famiglia barese che vive ammassata in un tugurio sul lungomare di Cagno Abbrescia, alle spelle degli ex capannoni Gs. Ieri mattina, infatti, gli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Bari hanno raggiunto l’assessorato al Welfare del Comune affidato a Ludovico Abbaticchio, per risolvere l’emergenza abitativa della famiglia Marcato. Un caso di cui, già un paio di anni fa, i ‘grillini’ baresi hanno documentato la condizione di precarietà. Assente per influenza l’assessore Abbaticchio, gli attivisti del movimento di Beppe Grillo hanno dialogato con la dirigente preposta, la quale ha confermato che, entro un paio di giorni, ricontatterà i paladini della famiglia ammassata sotto un cumulo di pietre, in aperta campagna, per risolvere la situazione di una famiglia disperata. <>, fanno sapere i grillini. Attivi per utilizzare il microcredito alle imprese per permettere alla famiglia Marcato di riprendere con dignità il proprio lavoro per rendere meno drammatica la situazione di Pino e Nicola Marcato all’interno di quel tugurio dove attendono – senza troppa speranza – l’assegnazione di un alloggio, anche provvisorio, come per legge. Giuseppe, il padre, non sa più cosa fare: «Io e i miei figli, soprattutto  quella che ha appena partorito  e per fortuna ora sta a casa di parenti, abbiamo bisogno di una casa vera. Ma dov’è la Città di Bari? Dove è finito il grande cuore dei baresi? L’assessore ai Servizi Sociali Ludovico Abbaticchio ci aveva promesso di risolvere il nostro caso, ma adesso mi ha mandato a dire che il suo mandato è praticamente scaduto e quindi non può fare più niente. Anche il Sindaco mi evita. Anzi, una delle ultime volte che ci siamo incontrati, m’ha detto chiaro e tondo che al Comune di Bari….non hanno più bisogno di morti di fame. Sì, proprio così mi ha detto>>, ha ripetuto domenica mattina in lacrime al cospetto di Mimmo Di Paola, Desiree Digeronimo, Pietro Petruzzelli ed Eugenio Lombardi, i quattro candidati sindaci. Ora, dunque, speriamo non cada nel vuoto l’appello dei Marcato, padre, madre e due figli di cui una ha partorito da poco, per avere assistenza, ma soprattutto un tetto dai soliti enti pubblici assenti, costretti come sono a vivere in un tugurio di pietra dietro ai capannoni sul lungomare di Cagno Abbrescia, proprio là dove ogni sera battono le ragazze rumene. Da ventisette mesi, nonostante impegni, assistenti sociali e promesse, i quattro occupano quei gelidi trenta metri quadrati di quella che per loro doveva essere solo una sistemazione provvisoria, sotto a una catasta di pietre come ai tempi della Preistoria. Un tugurio che manco il postino ci arriva, nonostante i Marcato ci abitino come detto da più di due anni coi materassi sfondati, i servizi igienici che non esistono e la roba gettata alla rinfusa vicino a una vecchia stufa di rame dove mancano perfino le bombole del gas, per combattere il maledetto freddo. Già, dietro quei capannoni attorniati da altri tuguri a poche centinaia di metri di distanza dove abitano famiglie rom che trafficano e vivono di elemosina fa un freddo cane, mentre il Sindaco Emiliano sa tutto, ma che fa? E l’assessore ai Servizi Sociali, Ludovico Abbaticchio? Certo, i Marcato hanno rifiutato di trasferirsi in un dormitorio, anche perché qualcuno all’Ufficio Casa del Comune dovrebbe spiegare come hanno fatto altre famiglie ad averla, la casa popolare, mentre loro non sanno neppure a che punto si trovano nella graduatoria, coi loro dodici puni…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Gennaio 2014

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