Cronaca

Formatori dei Centri per l’Impiego: una storia infinita, si naviga a vista

Bisognava arrivare al rompete le righe nelle fila dei consiglieri e assessori regionali pugliesi anche questa volta, per far tornare prepotentemente a galla la vicenda infinita dei formatori pugliesi. Ieri in VI commissione presieduta da Domenico Santorsola, difatti, nelle stanze di via Giovanni Gentile a Bari –sede della Regione – s’è discusso ancora una volta della situazione in cui versano i formatori dipendenti dagli Enti di formazione professionale utilizzati presso i Centri per l’impiego. Tutti con contratti in scadenza e senza nessuna certezza riguardo al futuro, giova ribadirlo. Nel corso dei lavori sono tornati a occuparsi del caso i rappresentanti sindacali, Uil/Scuola in testa che ha originato l’incontro di ieri, da cui è riemersa la necessità di porre fine alla situazione di “”assoluta precarietà”” del personale addetto alla formazione utilizzato nei Cpi. Situazione che si trascina ormai da vent’anni senza alcuna soluzione politica definitiva. Almeno dalle iniziali 430 unità, circa 10 per ciascun centro, si è passati oggi a 140 e con i prossimi pensionamenti per raggiungimento ‘quota cento’ arriverebbero ad essere ancor meno, circa un’ottantina. Si tratta, dunque, di lavoratori che a causa di alcune anomalie burocratiche, sono dipendenti degli enti storici di formazione professionale, i quali hanno attualmente una convenzione con l’Arpal del contestatissimo commissario ‘straordinario’ in proroga Massimo Cassano, sempre in mezzo alle intemperie politiche. Per questi lavoratori, anch’essi sballottati a destra e a manca, non è stata prevista nessuna corsia preferenziale, magari da inserire nel bando di concorso a tempo indeterminato che sarà espletato dalla stessa agenzia pugliese al lavoro. Da parte dell’assessore pugliese al Lavoro l’impegno –e poteva mancare? – di non far restare nessuno a casa, trovando le risorse utili a dar seguito all’attività svolta dagli stessi formatori nell’ambito dei Centri per l’impiego. Ma l’assessore Leo, nel corso del suo intervento, ha anche chiarito che i formatori, in quanto dipendenti degli Enti di formazione e non alle dipendenze della Regione, non potranno mai avvalersi della normativa vigente ai fini della stabilizzazione. Per poter ottenere un contratto a tempo indeterminato, dovranno necessariamente sostenere delle prove selettive previste nell’ambito di un avviso pubblico. Insomma, storia infinita, come detto all’inizio, quella dei formatori dei Centri per l’Impiego in Puglia, che si trascina ormai da vent’anni senza alcuna soluzione politica definitiva. “Questi lavoratori – ha comunque precisato Gianni Verga, segretario Uil/Scuola Puglia  – a causa delle solite anomalie burocratiche, sono dipendenti degli enti storici di Formazione Professionale i quali, a loro volta, hanno attualmente una convenzione con la l’agenzia regionale Arpal. Naturalmente, tra dilazioni dei tempi nelle rendicontazioni, delibere, fideiussioni, determine dirigenziali e ritardi nella emissione dei mandati di pagamento, chi ci rimette è come al solito il lavoratore”. “Al danno – ha chiarito ancora Verga – si aggiunge la beffa, se si pensa che l’Arpal Puglia ha emanato tre bandi di concorso a tempo determinato per 24 mesi destinati a 181 unità di categoria C e D. Ulteriori bandi di concorso a tempo indeterminato per 948 unità di categoria C e D sono in attesa di essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale, in cui non è previsto nessun punteggio che tenga conto della notevole esperienza maturata negli anni da questi lavoratori presso i Cpi pugliesi. Eppure l’assessore Leo è ben consapevole della portata del problema”. “Siamo preoccupati, perché la copertura finanziaria è garantita sino a ottobre. Per queste ragioni abbiamo chiesto e ottenuto un’audizione in sesta commissione consiliare, convocata il prossimo 27 luglio dal presidente Santorsola, con la speranza di sensibilizzare il livello di interlocuzione politica per porre fine a questa triste pagina del mondo della Formazione Professionale pugliese. Diversamente, saremo costretti a mobilitarci e a promuovere ricorsi al TAR nei confronti della Regione Puglia”. <<Certezze per il futuro dei formatori professionali pugliesi, dipendenti degli enti di formazione e da impiegati nei Centri per l’Impiego>>, ha chiesto infine il consigliere del M5Stelle Gianluca Bozzetti, puntando anche lui l’indice sulla convenzione con l’Agenzia Regionale che scadrà a ottobre. Parliamo di una platea originaria di oltre 200 professionisti, che con i pensionamenti previsti arriveranno ad essere un centinaio a gennaio 2021 e circa una sessantina nel 2022, ma che rischiano di ritrovarsi senza lavoro dopo anni di servizio nei Cpi dell’ex Provincia di Bari, trasferiti poi all’ente Regione. Formatori che hanno visto accolte solo in parte le richieste dei Cinquestelle all’assessorato, infatti è stata prevista una premialità nei bandi di concorso pubblicati dall’Arpal solo per chi ha più di diciotto anni di servizio. Per gli altri c’è una rassicurazione generica dell’assessore Leo sul fatto che nessuno resterà fuori. “”Noi ce lo auguriamo –la conclusione di Bozzetti – ma ci sembra troppo poco. Che fine ha fatto la graduatoria a punteggio che avrebbe dovuto essere inserita nei bandi per chi già lavorava nei Centri o la riserva per questi lavoratori? Perchè in altre Regioni è stata prevista? “Nel 2018 – continua Bozzetti – avevamo presentato emendamenti al disegno di legge che istituiva l’Arpal per salvaguardare i formatori professionali tenendoli all’interno della istituenda Agenzia regionale politiche attive per il Lavoro, bocciati dalla maggioranza dopo il parere negativo della Giunta. Sia in Commissione che in Consiglio l’assessore Leo, dopo aver bocciato le nostre proposte aveva preso l’impegno di lavorare nella direzione di un nuovo bando proprio a sostegno delle funzioni dei Cpi utilizzando, tra l’altro, premialità ed una graduatoria a punteggio che tenesse in considerazione l’esperienza ed i requisiti acquisti dai formatori che avevano già lavorato nei Centri per l’Impiego. Impegno purtroppo disatteso e oggi ci ritroviamo con generiche rassicurazioni sul fatto che questi operatori non saranno azzerati al termine della convenzione”. Rassicurazioni che non bastano ai consiglieri di Minoranza di via Gentile, dunque, tanto meno ai sempre più negletti formatori, I quali, a due anni dall’istituzione dell’Arpal, si ritrovano come fosse il primo giorno di lavoro. Brutta storia, con finale che potrebbe riservare sorprese. Ancora più brutte, coi tempi che corrono…

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Luglio 2020

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