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Gara per le protesi: “Tutto gonfiato. Per quale motivo? Mistero…”

Innovapuglia fornisce i dati riguardanti i dispositivi biomedicali e subito aumentano gli interrogativi

Una gara che sembrava essere stata ‘secretata’, quella riguardante la fornitura di protesi e dispositivi biomedicali ad aziende sanitarie e istituti di ricerca pugliesi, ma che ora, anche dopo l’acquisizione dei primi dati, sembra un vaso. Anzi, un contenitore fluido dove più si scava e più si allarga e sgorgano altri dati e cifre ancora più difficili da decifrare. Il consigliere/commissario regionale di ‘Azione’ Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e i colleghi Clemente e Nestola hanno deciso di andare fino in fondo, per vederci chiaro, infilando le pinze persino in atti e scartafacci depositati al Tar/Puglia. Le prime conclusioni non passeranno certo sotto silenzio, a via Giovanni Gentile: “Il fabbisogno per la gara protesi era ampiamente gonfiato. Ma così tanto gonfiato che è scoppiato facendo molto rumore. E c’è pure un esito paradossale: la gara per circa 3miliardi e 270milioni, era addirittura inferiore rispetto alla somma dei fabbisogni e per una somma pari a più di 15milioni di euro. Ma per quale motivo, escludendo l’incompetenza? Forse per ridurre la platea dei partecipanti e quindi turbare la gara? Staremo a vedere. Nel frattempo, ecco i dati sulla gara protesi, che abbiamo compilato in formato “Excel”, dopo l’invio dei dati da parte di InnovaPuglia, e supplendo – come al solito – alla grave carenza dell’amministrazione regionale, mai in possesso di dati e quindi sempre in ritardo rispetto ai problemi e alle soluzioni”. E così una gara da 3 miliardi 254 milioni di euro, che avrebbe dovuto essere – addirittura – da 3 miliardi e 270 milioni euro: è infatti pari a 15 milioni e 160 mila euro il fabbisogno mancante, riferito totalmente al Policlinico di Bari e al sottogruppo biomateriali. Andiamo avanti. Nel rapporto che Innovapuglia ha fornito ai consiglieri-inquirenti, risulta che per il sottogruppo biomateriali siano totalmente saltate dal conteggio delle quantità quadriennali le richieste del Policlinico Consorziale di Bari per i lotti 444, 445, 446, 447, 458, 467, 474 e 477. Ciò significa 11.440 unità in meno per una spesa prevista di 15.160.000 milioni di euro rapportati al prezzo unitario a base d’asta. “Al netto di specializzazioni che per fortuna in Puglia non mancano, altrimenti la mobilità passiva che ci costa oltre 240 milioni di euro avrebbe gravato ancora di più i bilanci pubblici, risulta alquanto sproporzionata la richiesta in termini di quantità pervenuta dalle aziende ospedaliere, universitarie e Irccs”. E questo l’ha detto chiaramente  il Tar/Puglia che ha annullato la gara: ‘Esaminando gli atti di gara emerge che il discostamento della stima dei fabbisogni dal dato della spesa storica è significativo e privo di qualsivoglia giustificazione; più specificamente -incalzano Amati e compagni – emerge dal Rapporto del Ministero della Salute che la spesa complessivamente registrata nell’anno 2019 per il consumo dei dispositivi medici direttamente acquistati dalle strutture pubbliche del Sistema sanitario nazionale (cd. flusso consumi) è stata di 5 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale; e, in particolare per la Puglia, è stata di euro 349.196.899. Diversamente, per il prossimo quadriennio e soltanto con riferimento ai dispositivi ortopedici oggetto di gara, è stato stimato un fabbisogno pari ad una spesa complessiva superiore a 3 miliardi’. La domanda quindi è sempre quella: come sono stati compilati i fabbisogni? “Sono state interpellate, per esempio, le farmacie ospedaliere che grazie alla digitalizzazione (che alla Regione Puglia e quindi ai cittadini, costa ogni anno moltissimi soldi) avrebbero potuto inviare con un semplice ‘click’ il consumo medio di ogni prodotto messo in gara? Oppure non s’è tenuto conto dello storico, proprio come affermano i giudici amministrativi e i quantitativi richiesti sono stati compilati in ‘libero arbitrio’ da chi ha riportato lo stesso quantitativo sui lotti richiesti? “Crediamo che le maxi/gare escludano di fatto numerosissime aziende anche pugliesi che, probabilmente, potrebbero, con maggiore concorrenza, far risparmiare moltissimo alla sanità -incalzano i consiglieri pugliesi Azione – ma la Giunta regionale s’è posta queste domande? Noi continueremo a chiedere, in attesa di risposte che possano fare chiarezza sulla vicenda”.

Francesco De Martino


Pubblicato il 22 Aprile 2023

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