Cultura e Spettacoli

Giovanni Messe: il Nemico era a Roma

C’è ancora chi crede che l’Italia avrebbe potuto vincere la seconda guerra mondiale se questo, se quello, quell’altro, quell’altro ancora… Premesso che, pur ottimizzando le scarse risorse e con una condotta meno dissennata si sarebbe potuto raggiungere l’obiettivo dell’onorevole sconfitta, una delle concause della nostra disfatta fu l’inadeguatezza degli alti comandi. All’Italia mancarono generali come Rommel, Montgomery o Eisenhower. Una lancia però va spezzata in favore di Giovanni Messe. Al servizio del Regio Esercito per ben quarantasei anni (dal 1901 al 1947), Messe si distinse nella guerra italo-turca, nella Grande Guerra, nella Campagna d’Etiopia e durante il secondo conflitto mondiale. Era un pugliese, essendo nato a Mesagne il 10 dicembre 1883, per cui ricorre oggi il suo 136° anniversario. Il meglio di sé questo soldato lo diede durante la campagna di Russia del 1941, al comando del CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia). Dignitoso, energico e tatticamente capace, Giovanni Messe riuscì persino a guadagnarsi la stima dell’alleato tedesco. Ma i suoi nemici erano a Roma. Da tempo, invano, reclamava aiuti. Servivano indumenti da inverno russo, servivano automezzi e armamenti migliori. In Italia invece si nicchiava, si aspettava di vedere come le cose si sarebbero messe. Nel frattempo Messe con grande spirito d’iniziativa assoldò “trafficanti rumeni e attivò sottufficiali esperti della sussistenza per acquistare dal mercato nero cavalli, carri, slitte, pellicce e qualche automezzo” (fonte : Arrigo Petacco, ‘L’Armata scomparsa’). Non bastando, “colmò le mancanze con l’acquisto di indumenti invernali dalle armate rumene e ungheresi ; indumenti adeguati furono comprati anche sul mercato nero” (fonte : Giorgio Bocca, ‘Storia d’Italia nella guerra fascista). In sostanza Messe non chiedeva altri uomini, bensì un potenziamento tecnico del contingente, peraltro già elevato essendo pari a 60mila uomini, del CSIR. Mussolini invece riteneva risolvibili le nostre palesi difficoltà sul fronte sovietico col solo incremento della risorsa umana. E infatti nel luglio del 1942 diede vita alla colossale ma inadeguata ARMIR (Armata Italiana In Russia), al cui interno trovava posto il CSIR, rinominato XXXV Corpo d’Armata. Messe però non venne posto a capo dell’ARMIR. La scelta ricadde sul Generale Gariboldi, col quale Messe entrò subito in contrasto. A novembre dello stesso anno, per divergenze d’opinioni sulla condotta delle operazioni, Messe si dimise. Rientrato in Italia, fu messo a capo della 1^ Armata in Tunisia, che subito raggiunse nel febbraio del 1943. Scrisse Ciano nei suoi diari che Cavallero, all’epoca dei fatti Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, volle nominare Gariboldi “per sbarrare la strada a Messe che cominciava a crescere troppo nella considerazione del Duce e del Paese. Cavallero è un fedele seguace della teoria che insegna la decapitazione dei papaveri troppo alti”.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 10 Dicembre 2019

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