Cronaca

Gli autonomisti di Palese e Carbonara incalzano il capo dello Stato

Gli “autonomisti” di Carbonara-Ceglie-Loseto e Palese-Santo Spirito tornano alla carica sulla questione del distacco da Bari delle ex frazioni. Infatti, con una nota inviata di recente al Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano, i rappresentanti dei comitati per l’autonomia delle ex frazioni, sollecitano la decisione presidenziale sul ricorso straordinario   inviato al Capo dello Stato, dopo la scandalosa bocciatura del 5 febbraio 2010, da parte della Regione, dei due disegni di legge che avrebbero reso amministrativamente indipendenti  dal Capoluogo i territori periferici di Bari, che rivendicano la legittimità all’autogoverno locale, come sancito da un fondamentale principio costituzionale. La nota inviata al Capo dello Stato riporta in calce le firme di alcuni rappresentanti dei movimenti civici, che da tempo si battono per il riconoscimento a questi territori, distinti e distanti da Bari, di una completa autonomia politico amministrativa, organizzata sotto forma di Comuni a se stanti. Come è noto, le ex frazioni di Carbonara-Ceglie-Loseto e Palese-Santo Spirito furono accorpate a Bari con un atto d’imperio, durante l’epoca fascista, quando gli abitanti di questi centri urbani non erano così numerosi come ora. Anche se, per la verità, storicamente Carbonara, Ceglie e Loseto erano già Comuni indipendenti. Mentre Palese e Santo Spirito facevano parte  rispettivamente di due distinti Comuni dell’entroterra barese, Modugno e Bitonto, da cui in precedenza erano nate come centri costieri estivi, per la villeggiatura di alcune facoltose famiglie locali.  Dal 1981 Carbonara – Ceglie – Loseto e Palese – Santo Spirito sono due distinte Circoscrizioni amministrative del comune di Bari, e vantano rispettivamente oltre 40 mila abitanti una, e più di 30 mila l’altra. Nel settembre del 2005 due consiglieri regionali dell’epoca, Luigi Loperfido e Simone Brizio, presentarono delle proposte di legge per la costituzione di 5 nuovi Comuni in Puglia, tra cui quelli delle innanzi citate ex-frazioni di Bari. L’istruttoria della VII Commissione “Affari Istituzionali” su tali disegni di legge fu favorevole soltanto per i due progetti che riguardavano il distacco da Bari delle menzionate Circoscrizioni, che risultano avere tutti i requisiti normativi per essere erette a Comune. Nell’ottobre del 2007, infatti, il Consiglio regionale deliberò il referendum consultivo delle popolazioni interessate al distacco. Referendum svoltosi, poi, il 19 aprile 2009 con esito positivo per il distacco da Bari di entrambe le Circoscrizioni. A tale risultato, però, non si è mai arrivati, sebbene tutti gli organi regionali preposti alla relativa istruttoria abbiano sempre dato all’unanimità parere favorevole. Infatti, il Consiglio regionale, nella seduta del 5 febbraio 2010, clamorosamente ed immotivatamente, bocciò a scrutinio segreto entrambi i disegni di legge, che avrebbero reso amministrativamente indipendenti dalla Città capoluogo le due comunità oggi  periferie di questa. Ma l’annosa questione del riconoscimento a tali territori dell’autonomia comunale è però tutt’altro che dimenticata dalle popolazioni interessate ed i numerosi problemi aperti dalla scandalosa bocciatura dei due disegni di legge sono anch’essi ancora irrisolti. Infatti, è tuttora pendente innanzi il Capo dello Stato un ricorso straordinario dei comitati civici per l’autonomia che hanno eccepito un difetto di legittimità sulla bocciatura di quei disegni di legge.  Una bocciatura che, come si ricorderà, fu dovuta alla pesante ingerenza del sindaco di Bari, Michele Emiliano, su diversi consiglieri regionali di centrosinistra e, in particolare, del Partito democratico di cui lo stesso Emiliano  è presidente regionale. Una vicenda che tutt’ora produce strascichi e forti malumori tra le popolazioni interessate al distacco, che si sentono “scippate” di un diritto legittimo, garantito persino da un articolo della Costituzione della Repubblica italiana, che però è stato  clamorosamente calpestato proprio in Puglia dove, alla guida della Regione c’è un governatore, Nichi Vendola, che tanto ama definirsi “Tutore e paladino dei diritti dei cittadini”.
 
Giuseppe Palella
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 30 Gennaio 2012

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