Cronaca

Gli universitari fuori sede tra promesse, pochi servizi e impegni mancati

 

“Gli studenti universitari fuori sede meritano maggiore attenzione da parte dell´Agenzia per il diritto allo studio e, quindi, della Regione Puglia. In particolare molti studenti lamentano il fatto che, il fuori sede idoneo a beneficiare di borse di studio Adisu, può usufruire del servizio mensa solo per 310 pasti all´anno, un numero decisamente limitato rispetto alla effettiva permanenza dello studente che voglia seguire le lezioni ogni giorno e per tutto l´anno. Chiediamo quindi all´assessore Alba Sasso e al presidente dell´Adisu, Ettore Sbarra, di valutare l´ipotesi di portare il numero di pasti quantomeno a 350″. E’ trascorso un anno preciso da quando fioccavano le interrogazioni dei consiglieri regionali (rimaste puntualmente senza risposta) guidati da Massimo Cassano lia, Massimo Cassano. “Pur volendo ammettere che in un anno fatto di 365 giorni, i giorni di permanenza del fuori sede nella sede universitaria sia solo di 310 giorni, ci chiediamo perché è previsto che questi ragazzi mangino una sola volta al giorno. Ammesso che sia stata fatta una media dei giorni di permanenza in sede, riteniamo che il numero di 310 pasti sia comunque troppo basso per quegli studenti che frequentano di più. Peraltro ci risulta che in Puglia, contrariamente a quanto avviene in altre Regioni, gli studenti che rinunciano al servizio mensa e al servizio alloggio, perdono i relativi soldi che, invece, in altre Regioni, vengono comunque dati agli studenti perché trattasi somme che sono parte integrante delle loro borse di studio. Volendo fare un esempio pratico: lo studente di fascia “A”, ossia colui che ha la borsa di studio più alta, ha diritto in Puglia ad un totale di 4.787 euro all´anno, di cui 2.419 in denaro, 1.692 di alloggio e 676 di mensa. Qualora lo studente rinunci ad alloggio e mensa, la sua borsa di studio si riduce automaticamente a 2.419 euro”. Il Presidente Adisu Sbarra stabilisca una volte per tutte il numero di pasti che ogni anno spetta ai fuorisede e in base a quale criterio e se non sia possibile aumentare la somma che la Regione stanzia annualmente in favore dell´Adisu per incrementare e migliorare i servizi agli studenti. Insomma, perché in Puglia agli studenti che rinunciano alla tessera mensa e al posto letto in collegio vengono decurtati i relativi fondi dalle borse di studio? In attesa che la Regione, dopo anni di colpevole silenzio, intervenga sul piano normativo, però, c’è chi chiede di capire come l’Ente Regione Puglia, dopo l’elezione di Nichi Vendola, abbia sostenuto “…più intensamente il sistema universitario”, come si leggeva nei ‘depliants’ colorati delle fabbriche vendoliane alla vigilia delle ultime elezioni, nel 2010. A inizio legislatura sarebbe stato definito un Patto quinquennale con il sistema universitario, da un lato, la definizione condivisa di obiettivi di razionalizzazione e di miglioramento delle quattro università (attraverso un sistema di indicatori già in corso di avanzata definizione), dall’altro la creazione di un fondo unico per il sistema universitario (didattica, organizzazione e ricerca) con il ricorso a risorse ordinarie Fas e Fesr. Insomma, anche se i buoni pasto per gli studenti fuori sede pugliesi scarseggiano, per il presidente Vendola e l’assessore Sasso  il diritto allo studio dovrebbe (almeno a parole) essere al centro della strategia di potenziamento del sistema universitario pugliese. “”Sarà garantita, a partire dall’anno 2010-2011, la copertura totale delle borse di studio attraverso la lotta senza quartiere all’illegalità e all’evasione, la ridefinizione della tassa regionale per il diritto allo studio e la revisione dei criteri di accesso””, le parole nero su bianco stampate nel programma di NichI Vendola nella splendida e vincente seconda primavera pugliese. E dovevano essere progressivamente resi disponibili (nuova edilizia universitaria e sportello casa) alloggi a condizioni legali e prezzi moderati e saranno potenziati, d’intesa con gli enti locali e le università, servizi essenziali (trasporti, cultura, orientamento, mense), attivando politiche di promozione delle iscrizioni nelle università pugliesi di studenti stranieri. Per adesso, di sicuro, mancano investimenti, buoni pasto e servizi per gli studenti universitari fuori sede pugliesi…

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 21 Giugno 2013

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