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Il blocco dei campionati sarebbe un clamoroso autogol

 

Sos del calcio ora o mai più! Il ministro dello Sport, Spadafora, ma lo stesso Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e della cooperazione intenrazionale, hanno paventato un nuovo possibile lockdown del calcio, ma è una richiesta eccessiva che affosserebbe e farebbe crollare quella che ad oggi è la terza azienda produttiva dell’Italia. Un altro lockdown sarebbe un flop pazzesco, una chiusura ed addio ad un sistema dove non ci sono in ballo club e le loro stelle ‘milionarie’, ma i tifosi vero cuore pulsante, la prima parte lesa da svariati mesi e tutti gli altri interpreti: dai dipendenti dei club che evidentemente non percepiscono milioni di euro e tutto ciò che ruota attorna al calcio pagano dazio. Tutti siamo consapevoli del forte e nuovo gettito dei contagi in aumento, della nuova ondata di morti, degli ospedali pieni e la strada di uscita sembra lontanissima. Non ultimo nel calcio, il caso di positivà del portiere della Nazionale azzurra e del Milan, Gigi Donnarumma, al quale auguriamo una pronta d immediata guarigione. Il presidente della Figc, Gravina e Dal Pino, quest’ultimo presidente della serie A, hanno scritto una lettera firmata all’unisono ed inviata al Governo e tutte le sfere istituzionali: “Siamo a rischio default, aiutateci”. Perfino l’estensione a mille tifosi negli stadi è finita quasi sul nascere, sancita dal nuovo Dpcm in vigore da ieri. Resta che dallo stop forzato di marzo fino alla fine della stagione in corso, c’è il rischio concreto di perdere circa 600 milioni di euro di ricavi, per l’assenza di pubblico e le mancate sponsorizzazioni, con diverse società calcistiche destinate a fallire (il Trapani in Lega Pro non ha neanche iniziato il campionato, ndr) ed i loro dipendenti e calciatori, svincolati o per essere più rigorosi, in piena caduta libera senza alcuna ancora di salvezza. Ma il Governo non può non sapere o vedere in che situazione gravita il calcio, ne è consapevole ne siamo certi. Impossibile immaginare sin da ora quando sarà possibile una riapertura parziale, e se volessimo entrare nello specifico il Bari stesso, ma in Lega Pro, è stata l’unica società calcistica, semiprofessionistica, a non aver usufruito del proprio pubblico ‘ristretto’ neanche per una volta, perchè il nuovo decreto è partito dalla mezzanotte antecedente al giorno della partita prevista, disputata ieri contro il Catania al San Nicola. Tuttavia, la lettera di aiuto di Gravina e Dal Pino, va ad unirsi alle richieste di attenzioni del presidente della ‘B’, Balata e Ghirelli, quest’ultimo a capo della Lega Pro. Le società italiane sono a rischio collasso, certamente come ha asserito qualche giorno fa il ministro Di Maio, ci sono altri e forse più gravi problemi del mondo calcio, ma chiudere daccapo tutto, cinema, teatro, ed affossare il calcio ed altri sport, questa volta è una ‘mazzata’ per dirlo nel gergo barese, troppo grossa. Nel calcio, nello specifico le categorie che possono continuare a praticare l’attività agonistica sono soltanto quattro, A, B, C e serie D, ma non sono escluse nuove mosse, giunti a questo ‘punto di non ritorno’ neanche a sorpresa dove potrebbero sospendere il calcio, partendo dalle categorie inferiori sino alla massima serie. Il presidente Gravina, oltre ad aver mandato ed inviato un monito alle istituzioni non ha escluso che nei prossimi giorni possa allargare il suo grido legittimo di aiuto, a livello intenazionale, dove giusto a dovere di cronaca ricordiamo che sino a prima di domenica scorsa, i casi nella Liga francese sono ben 107 contro i 70 in Italia (dato statistico sino a venerdì scorso, ndr). Tutti necesariamente dovranno svolgere la loro parte, ma che sia attiva e senza nascondersi e rimandare al mittente la richiesta. Bloccare sino a data da destinarsi, o anche soltanto sino alla scadenza prevista del nuovo decreto, ovvero sino al 24 novembre, sarebbe un gesto clamoroso come un autogol che darebbe il colpo di grazia ad un sistema in evidente difficoltà. La priorità, mai come in questo grave momento Mondiale, è la salute di tutti, l’augurio che come anche altre categorie produttive ci sia maggiore attenzione, pertanto concludiamo con una massima celebre del compianto ed immenso, Nelson Mandela: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo – asseriva Mandela – Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione”.

Marco Iusco


Pubblicato il 27 Ottobre 2020

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