Cronaca

“Ma Decaro sa che sul lungomare del V Municipio ci sono da anni altri ruderi del Comune?”

L’immobile sul lungomare Nicola Massaro di Palese che fino a qualche anno era la struttura del ristorante “L’Ancora” è stato – come è noto – dato alle fiamme una seconda volta in meno di un anno e mezzo. E ciò che è rimasto di questo immobile dopo questo secondo incendio, anche quest’ultimo presumibilmente di origine dolosa, dovrebbe essere raso al suolo poiché l’incendio di venerdì scorso ha verosimilmente compromesso anche le opere portanti di detto edificio sul mare. Un edificio che – come si ricorderà – già nel giugno del 2019 era stato interessato da un primo incendio che ne aveva compromesso l’assegnazione ad altro concessionario, dopo alcuni mesi da quando era stato lasciato, in quanto proprietà demaniale, nelle mani del Comune, dalla famiglia Lasaracina, fondatrice del ristorante “L’Ancora” e gestore per quasi messo secolo dello stesso. Però, sul lungomare di Palese e Santo Spirito ci sono diverse altre strutture sul mare, e quindi anch’esse di proprietà demaniale, che sono nella disponibilità e responsabilità del Comune di Bari già da molto tempo prima di quella dell’ex ristorante “L’Ancora” e che versano in condizioni di abbandono e degrado pressoché analoghe a quelle della struttura data alle fiamme prima di essere devastata dall’incendio del 2019. Infatti, per ammirare tali ulteriori ruderi basta farsi una passeggiata lungo la costa  nord di Bari, sulla parte di lungomare tra Palese e Santo Spirito, e non può di certo sfuggire che alcune di quelle che un tempo erano sedi di rinomati locali di ristorazione sul mare ora sono strutture fatiscenti e pericolanti, che da anni non vengono dall’Amministrazione comunale barese né assegnate, a chi (se ci sono!) potrebbe essere interessato ad utilizzarle, né demolite, in modo da liberare il panorama costiero da simili sconci. Trattasi dell’ex ristorante “La Vela 2” sul lungomare di Palese e, proseguendo, sul tratto che conduce a Santo Spirito, ci sono ben altre due strutture sul mare, un tempo adibite a ristorante, che hanno cessato tale attività da tempo e ridotte ormai a ruderi: l’ex ristorante “La Barcaccia”  e l’ex ristorante “Il Galeone”. A queste si vanno ad aggiungere altre tre strutture, presenti anche sul locale lungomare del “V Municipio” della Città di Bari e che sono in abbandono all’incirca da un paio di decenni. Stiamo parlando dell’edificio sul lungomare di Palese (lato terra) che fino al 1998 aveva ospitato l’Ostello della Gioventù. Quest’ultima struttura, in verità, era di proprietà regionale e solo da qualche anno è stata ceduta dalla Regione Puglia al Comune. Però, già nel 2004, quando Michele Emiliano si presentò per la prima volta a candidato sindaco, l’ex Ostello della Gioventù fu oggetto di propaganda politico-elettorale da parte dello stesso Emiliano, che intervenne sul posto, a seguito di una occupazione abusiva dell’immobile in segno di protesta da parte di alcuni giovani si sinistra, assicurando il suo interessamento, qualora fosse divenuto Primo cittadino del capoluogo, per ridare lustro sia alla struttura che al lungomare su cui è dislocata. Sono trascorsi oltre 16 anni da quell’impegno, nel frattempo Emiliano è stato sindaco per 10 anni consecutivi e da 5 è presidente della Regione, ma l’ex Ostello della Gioventù del lungomare Massaro di Palese è lì in disuso ed in condizioni di pericolo ben peggiori di quelle del 2004. Infatti, dopo circa 15 anni da allora, l’unico fatto nuovo è stato il trasferimento dalla Regione al Comune. Ed, a Palese, in molti si chiedono: “Ora chissà quanti altri anni dovranno passare affinché il Comune recuperi l’immobile o lo demolisca?” E sì, lo demolisca! Perché è assai probabile che l’edificio dell’ex Ostello sia compromesso sotto l’aspetto statico e non solo estetico, considerato il tempo di abbandono e, soprattutto, che è ubicato a pochissimi metri dal mare, per cui la salsedine potrebbe aver rovinato le armature interne delle opere portanti (pilastri, solai, ecc.) e, quindi, ripristinare l’agibilità di detto edificio potrebbe risultare molto costoso. Un’altre delle tre strutture in abbandono che si vanno ad aggiungere ad i ruderi del lungomare tra Palese e Santo Spirito è il deposito costiero di stabulazione della società ex “Mitiladriatica”, adiacente all’ex ristorante “la Barcaccia”. Per la struttura della ex “Mitiladriatica” ci risulta che sino pervenute al Comune delle richieste di assegnazione (l’ultima pare che risalga allo scorso febbraio), ma dall’Amministrazione barese finora nulla è stato fatto per sbloccare la situazione. Per quest’ultimo, in verità, il Comune non si è neppure interessato ad approfittare dello stato di non assegnazione per ampliare il tratto del lungomare in corrispondenza dello stesso, in modo da eliminare il restringimento della carreggiata ivi esistente. Il terzo edificio in abbandono di proprietà demaniale presente a Santo Spirito e da aggiungere a quelli dei citati ex ristoranti, è la storica “Torre” normanno-saracena del lungomare Cristoforo Colombo (lato terra) che fino a qualche decennio fa ospitava la locale caserma della Guardia di Finanza, spostata  da tempo a Palese, all’interno di un nuovo edificio  presente nel sedime  dell’Aeroporto “Karol Wojtyla”.  Quest’ultima, pur essendo demaniale, dovrebbe essere però nella disponibilità della “Città metropolitana di Bari”. Ma anche in questo caso sotto la responsabilità di un’Amministrazione comunque gestita anche dal Primo cittadino barese, Antonio Decaro. Infatti, ciò che venerdì scorso  ha sorpreso alcuni utenti di Facebbok di Palese e Santo Spirito è quanto riportato da Decaro sul social, a conclusione del suo commento all’incendio dell’ex ristorante “L’Ancora” e che riportiamo fedelmente “Sono venuto sul posto ma lo sgomento e la tristezza davanti a queste immagini sono così forti che non riesco a trovare le parole”. Frase, questa, che ha stupito non poco molti di coloro che hanno appreso di tali parole del sindaco Decaro, al punto che diversi di questi cittadini si sono ironicamente chiesti: “Ma Decaro sa che a Palese e Santo Spirito sono presenti da decenni, sul locale lungomare, altri numerosi ruderi di proprietà comunale e che distano solo qualche centinaio di metri da quello a cui è stato dato fuoco per la seconda volta?” Forse no! E, comunque, per tali ruderi il sindaco Decaro di certo non ha provato finora né sgomento, né tantomeno tristezza, essendo l’Amministrazione barese chiaramente responsabile dello stato di disastro ed abbandono in cui versano dette strutture.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Ottobre 2020

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