Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (74)

Ma come, o avvocato presidente, t’è venuto nella capoccia l’inopportuna decisione di delegare a un pagliaccio, come fedez,  il “rapper spaghetti”, cantante di robaccia, tutto tatuato, come un galeotto, che si ossigena, muliebremente, i capelli, il compito di persuadere ragazzi, ormai, già guasti dalle imbecillità dei  cattivi maestri catodici e ”social”,  a non uscire di casa, se non per motivazioni di provata necessità? Fedez, appunto! Che ha egli stesso, meschino, bisogno di essere ammonito a fare, almeno, la ”persona” (maschera), finalmente, seria? E giacché siamo costretti ad argomentare di pagliacci, dilaga, massicciamente, tra i mercenari strapagati pedatori, la moda di assumere sul cranio, carente di ciccia grigia, un tocco di cresta ossigenata. A volte, Preso da improvviso Moto di Indignazione, MI Sorprende, Irrevocabile, il proposito di chiederti, o avvocato, presidente,: ”Raccoglili tutti in un mefitico fascio codesti idioti, fanne una collezione, che possa giustificare la riapertura per loro degli ospedali psichiatrici”. Che si sfoghino, in completo isolamento, a deturpare, vandalizzare i loro corpi e non siano specchi di insania, non agli imberbi, già nati, già allevati dal brutto estetico, foriero di male etico,”sed” ai poveri innocenti nascituri che, con tanta ostentata, isterica massificazione del gusto depravato, correrebbero il rischio di essere, ”statim”, ghermiti dalla ragnatela degli, umanamente, squalificati, irrevocabilmente, non dai canoni della normalità, ma della Razionalità.

 

Un tale, così, posta su ”facebook”: “Quando non abbiamo le persone che amiamo, ce le inventiamo. Credo che un po’ tutto, nella vita, funziona così. Ci inventiamo sempre ciò che ci manca”. “Persona”, come i miei 25 Lettori Sanno, a Menadito, in Latino significa ”maschera”, E’ vero, il sig. postarolo, senza volerlo, ha centrato il problema. La nostra vita di relazione, infatti, è una continua invenzione di maschere, che imponiamo a noi stessi e agli “animalia”, che ci sono vicini, in presenza  (espressione, che in clima di ”covid” va di moda), e a quelli assenti, che c imancano, per qualsiasi ragione. Se, poi, vogliamo, seriamente, Parlare,”vae”, guai, se Pochi Uomini nella Storia e nel presente non avessero avuto, non avessero il Dono dell’Invenzione! Non ci Sarebbe Stato, non ci Sarebbe l’Unico Ristoro, Capace di Trasportarci in “più spirabil aere”, rispetto a ciò che viviamo nella realtà quotidiana. L’Arte, la Poesia, la Musica Sono Figlie della Necessità per l’Uomo  o Pochi Uomini di Inventare Ciò che non c’E’, in drammatica alternativa a ciò che c’è. L’Utopia E’ il Luogo dei Valori, della Bellezza, soprattutto,, che nella quotidianità della plebaglia non c’E’. Gli Artisti, i Poeti, i Musicisti S’Incaricano di Fornire ad essa un’ Idea, almeno, una Copia, Qualcosa che Stia “sub limen” dei Valori e della Bellezza, appunto, cioè, il Sublime.

 

E – grege sig. francesco savino, vescovo di cattolica romana chiesa, se poi, Sia Cristiana, è tutto da vedere, da esplorare nella Storia, che ci Risponderebbe con un Secco, Assoluto: ”NO”, Ascolti, Faccia, Umilmente, Attenzione. Quando si rivolge ai giovani, per favore, se sente l’esigenza di Proporre loro Modelli di Vita e Citare Parole, che Costringano i destinatari a Pensare e ad Agire in Conseguenza o in Consonanza col Pensiero, behh, C’E’: Socrate, il Nazareno, etc., etc., etc. . Se, poi, Vuole Commuoverli, cioè, Invitarli a Rialzarsi dalla soporifera, comoda  condizione psicologia dell’indifferenza, c’E’: la Bellezza della Natura, delle albe, dei tramonti, dei cieli stellati, del mare, al primo raggio di Sole, “com a na tvl”, si Dice nella Lingua di bitonto, suo borgo natio, Poi, c’E la Bellezza, Creatura dell’Uomo, ad esempio: “La Pietà” di Michelangelo, il ”Requiem” di Mozart”, ”La Preghiera alla Vergine” di Dante”, ”l’Infinito “ di Leopardi, ”Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini. ”Tutto il resto e noia£, Scriveva il Grande Giacomo al Suo Amico Angelo Maj, compresi il suoi nek e don milani, piccoli uomini, gli strumenti, modi di dare continua, insopportabile visibilità alla cultura medio – bassa, che integra nei sistemi socio – economici imperanti, non li supera, anzi, li ingrassa col concime dei mediocri, se non dei morti.

 

Sono indignatissimo e, quindi, poche Parole, per Dare Massima Rilevanza alla Mia Indignazione. I sinistri, togliatti “docet”, hanno, ognora, brillato nel tentare di farsi ben volere, mettiamola, così, dalla nomenklatura vaticana che, mai, da duemila e oltre anni a questa parte, ha avuto modo di spartire alcunché con il Vangelo e con gli Sparuti nella storia Seguaci di Esso. Caduto il fascismo mussoliniano, nel dare mano alla Costituzione, più dei fondamentalisti vaticani, il, già sopra cennato, togliatti si prodigò per l’approvazione dell’art.7 di Essa, il cui secondo comma recita: ”I rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati dai patti lateranensi”. Come dire: ”O giovani, che avete Fatto la Resistenza, Siete Morti per la Laicità dello Stato, per la Libertà dell’ Uomo, della Libera Espressione della Sua Volontà, prendetevela, adesso, in saccoccia, noi ridiamo l’italietta, avendo inserito nella Costituzione i patti lateranensi, stipulati da mussolini con personaggi, delegati dal papa cattolico, non Cristiano, nelle mani dei preti cattolici, che pretenderanno, perfino, che la maturazione, lo sviluppo umano, culturale, politico, si fa  per dire, delle nuove generazioni avvenga secondo la professione di fede cristiana(????) nella tradizione cattolica”. ”Sic stantibus rebus”, nell’art 7 della Costituzione il primo comma (“Lo Stato e la Chiesa cattolica, ciascuno nel proprio ordine, sono indipendenti e sovrani”) viene contraddetto dal secondo comma, in cui, praticamente, si riafferma il “diktat” di pio XI, secondo il quale “tutto ciò che avesse toccato, toccasse l’altare”, dovesse, debba essere discusso con chi, tradendolo, sale e scende l’altare. E chi avrebbe deciso, chi deciderebbe che un problema, una situazione, una decisione avrebbe potuto, potrebbe “toccare l’altare”? In pratica, la decisione, nel passato e nel presente, fu ed è, ancora, ufficiosamente, pertinenza esclusiva dei boss di uno stato straniero! E per forza: 50 anni di regno dei democattolici, ognora, ad esercitare la ”proskinesis” ai piedi, persino, dei curati di campagna; 20 anni dell’omino berlusconi che, pur organizzando cene eleganti, non mancava di prendere appunti sui voleri dei principi d’oltre tevere  e , poi, i prodi, i monti, i gentiloni, i renzi, i conte, omini, come i loro predecessori, dalla non unità d’italia, cos’altro, data il loro irrilevante carisma, avrebbero potuto, potrebbero fare o dire se non: ”Obbedisco” a chi posava, posa il culo sul soglio pontificio?. Mo’, nel 2020, se ne viene, tal roberto speranza, con quel faccino, da bimbo denutrito, che, pur, passa per un sinistro estremo, della ”leu” (confraternita di “liberi ed uguali”, Ahimè, con quella “faccia di culo”, siccome lo apostrofò un seguace di renzi! E sì, ché, per essere di sinistra, bisognerebbe avere, anche, il viso di un cipputi, in consonanza col ruolo, pur, apparente, di rivoluzionario, di “cambiamentario”!) e che cosa ti combina? Nomina il sig. vincenzo paglia, arcivescovo della chiesa cattolica, un importante ministro, di uno stato straniero, presidente della ”Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana”. Costui, tra i tanti incarichi nei dicasteri vaticani, è un membro ascoltato della” pontificia accademia per la vita”, la cui ideologia e: ”Il padrone della nostra vita è dio e a lui spetta decidere della nostra nascita e della nostra morte”. Come potrà, liberamente, riformare una commissione dello stato italiano, il cui parlamento ha, già, legiferato o è preparato a tale onere, in modo, completamente, opposto alla ideologia del paglia vincenzo, ministro, arcivescovo, di uno stato straniero? Ad esempio, costui  nel suo libello ”Sorella Morte” ha ribadito che la morte è sempre bella, pur, tra indicibili sofferenze, mentre nell’italietta si va verso il ”testamento biologico”.  Il paglia è un nemico acerrimo del ”suicidio assistito”, ammesso in tutti gli Stati Liberi dal cappio vaticano.. Per cui la Mia Morte, se dura nell’incarico, proditoriamnete, affidatogli dall’abatino speranza, giammai, potrà sfuggire alla confisca politica di un intruso, il paglia, “in rebus italicis”, grazie, si fa per Dire, a una”persona” (maschera) sinistra

 

I ragazzi di un’Associazione Culturale bitontina, Detta “Satirytont”, hanno così postato su ”facebooK”: ”I fatti di Napoli sono l’ennesima prova provata che ridere di certi modi da guappo è un pericoloso boomerang. De Luca è diventato simpatico con il suo eloquio da commedia di Eduardo (una versione maschile di Tina Pica), ma i contenuti sono evidentemente fascistioidi (però è esponente del PD). Non sorprende che la(prima) rivolta sia accaduta in Campania, dopo mesi di sergente di ferro. A meno che non si abbia un pregiudizio su questa regione. Qualcuno pronto a farsi prendere la mano c’è sempre”. Ma chi dei “Satyrontini” ha avuto i natali “d’antan”, per conoscere e parlare di Tina Pica? Che era, pur settantenne e oltre negli anni ’60 del secolo scorso, quando girò il film, ad episodi: ”Ieri, oggi, e domani”, con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, un’ Attrice Straordinaria e non aveva niente da spartire, umanamente, culturalmente,, avendoLa IO Conosciuta, con la sottocultura,  camorristicamente, sceriffa di un de luca, che sublimata, emerge, addirittura negli Scritti di molti Intellettuali e Commediografi Napoletani. Ad esempio: in Benedetto Croce, il papa della cultura italiana del primo novecento, sprezzante, arrogante, intollerante nei riguardi di Tutti Coloro, Poeti, Scrittori, Movimenti Filosofici, Politici,  che non Erano nelle sue corde. Stroncatore irrevocabile nei confronti delle Opere di Pirandello, di Umberto Saba, che lo Etichettò, come” il più cretino dei suoi critici”; in Eduardo che arrivò a nobilitare il bossume, a suo dire, buono, camorristico, nella sua commedia:” Il sindaco del rione sanità”; per non parlare di tante canzonette del repertorio musicale classico napoletano. Per non parlare, ancora, del conte francesco ranieri, che , nella sua casa in napoli, ospitò Giacomo Leopardi. Bene, anzi, male il ranieri, alla morte del Grande Giacomo che, disperatamente, lo Amò, e gli Salvò la reputazione, Redimendolo dai debiti, anche di gioco,, scrisse un infame libello, in cui, invano, tentò di dimidiare la Statura Umana e Poetica di Chi Ebbe Diuturna Dimestichezza con l’Infinito. “Homo Sum”, , Proclamava il Cremete di Terenzio,, e Leopardo Era, coraggiosamente, Capace di Fare Esperienza di tutti i Peccati, Cantati nei gironi  dell’ “Inferno” di Dante e Guardare, Virginalmente, la Luna. Egli, infatti, Fu il più Eminente Poeta della .Luna. Per cui il libello del napoletano ranieri, dal titolo ”Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi”, finì tra le cianfrusaglie dei rigattieri in buona compagnia col suo autore. La Campania il Creatore Elesse a “Paradiso in Terra”, i campani Ne hanno fatto la ”terra dei fuochi”, ne hanno antropizzato le mirabili Coste a fini speculativi e i loro vissuto e le loro relazioni interpersonali, il loro disimpegno politico e il loro impegno impolitico soffre dell’ adagio: ”Chi ha avut, ha avut, scordammoc o passat, simm e napul paisà”. Il problema è che il loro passato è un eterno presente!

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 


Pubblicato il 27 Ottobre 2020

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio