Primo Piano

Il prefetto introduce la doppia preferenza di genere per le regionali pugliesi

Il presidente uscente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha emanato i decreti che danno formalmente l’avvio alla campagna elettorale per rinnovare i componenti del Consiglio regionale e del Presidente dell’esecutivo pugliese. La consultazione elettorale di svolgerà – come era orma noto – il 20 e 21 settembre prossimo e questa per la Puglia sarà la prima volta, dopo ben 25 anni (ossia da quando fu abolita la pluri-preferenza), in cui gli elettori potranno esprimere, nell’ambito della stessa lista, una seconda preferenza nella scelta dei candidati al Consiglio regionale, però con la particolarità che il secondo nome scelto deve essere necessariamente di genere diverso dal primo, diversamente sarebbe annullata tale seconda indicazione di voto. Prima della firma dei decreti da parte del presidente Emiliano, il prefetto di Bari, Antonella Bellomo, nominata commissaria straordinaria dal governo Conte per l’adeguamento del sistema elettorale della Puglia alla doppia preferenza di genere, aveva firmato nel pomeriggio e trasmesso agli Uffici regionali un decreto di ricognizione che dà attuazione al decreto legge di venerdì scorso dell’Esecutivo, con cui quest’ultimo le ha dato mandato ad inserire solo la doppia preferenza di genere nel sistema elettorale pugliese. Infatti, per quanto riguarda la ventilata percentuale di genere obbligatoria 60-40% nella composizione liste il decreto del prefetto Bellomo non prevede nulla e, quindi, sul punto resta tutto invariato. Cioè le liste che non rispettano le percentuali di rappresentanza di genere già previste saranno solo multate con una sanzione di 1000 Euro, ma non escluse dalla competizione elettorale.  Pena, questa, che se introdotta ora, ovvero a meno di venti giorni dal termine di presentazione delle liste, avrebbe di certo comportato non pochi problemi alle forze politiche che intendono partecipare alla competizione. Non è da escludere, però, che la mancata introduzione di percentuali obbligatorie per la composizione delle liste possa poi produrre ricorsi, come già annunciato da qualcuno (vedi il consigliere regionale Fabiano Amati del Pd). C’è chi invece spera di poter ancora tentare di far inserire l’obbligatorietà delle percentuali di genere nelle liste attraverso un emendamento parlamentare in sede di conversione in legge del decreto governativo dello scorso venerdì. Infatti,  il testo di detto decreto si appresta ad affrontare un iter lampo in Parlamento, tanto che nella giornata di ieri (ndr – per chi legge martedì) ha già avuto il via libera della Commissione “Affari costituzionali” della Camera. La commissione, infatti, ha dato mandato al relatore, Marco Di Maio di “Italia viva”, e già oggi il testo sarà all’esame dell’Aula di Montecitorio. In Commissione il centrodestra non ha partecipato al voto, poiché – ha spiegato il capogruppo di Forza Italia in commissione, l’onorevole barese Francesco Paolo Sisto – “Noi siamo d’accordo sul merito” della doppia preferenza di genere, ma non siamo d’accordo sul metodo e per questo tutto il centrodestra unito non ha partecipato al voto in commissione”. Per quel che invece riguarda il metodo, “il decreto – ha chiarito Sisto – viola il principio costituzionale di autonomia delle regioni rispetto allo Stato
e introduce lo strumento del decreto in materia elettorale”. Dunque, per il centrodestra “va bene il merito, riconoscendo che la responsabilità è tutta di Emiliano che voleva rinviare il voto regionale perché è in svantaggio” nei sondaggi, ma pur condividendo il merito del provvedimento sulla doppia preferenza, tutto il centrodestra non ha partecipato al voto, perché ritiene che il metodo per tale modifica della legge elettorale pugliese avrebbe dovuto essere altro. Ossia quello dell’approvazione in Consiglio regionale. Un’approvazione che – come è noto – la maggioranza di centrosinistra presente nell’Assemblea pugliese e guida dallo stesso Emiliano evidentemente non ha voluto più effettuare dopo che nell’ultima seduta di Consiglio era stato approvato a scrutinio segreto un emendamento anti-candidatura dei consulenti ed alti dirigenti regionali in carica. E, quindi, chiaramente anti-Lopalco, ossia il noto epidemiologo chiamato lo scorso mese di marzo da Emiliano a fargli da consulente anti-Covid a 120mila Euro l’anno. Ed a proposito della mancata approvazione della doppia preferenza di genere in Consiglio regionale, da Napoli il  il ministro delle Politiche
agricole e alimentari del governo Conte bis, la pugliese Teresa Bellanova di Iv, commentando l’intervento governativo sulla doppia preferenza alle regionali pugliesi di settembre, ha dichiarato: “Ho fatto un invito alle forze politiche della Puglia, la mia regione, di non candidare le persone che la notte in cui si doveva decidere sulla doppia preferenza hanno fatto mancare il numero
legale in Consiglio”. “E stato un affronto alle donne – ha poi sottolineato Bellanova – e non dovrebbero essere candidati a partire dal Presidente di Regione che è stato il primo a far mancare il numero legale”, spiegando che “c’è stato un fallimento totale dei dirigenti (ndr – politici) di quella Regione a partire dal presidente che in 5 anni non ha avvertito questo come un bisogno di civiltà, perché riconoscere agli uomini e alle donne di abitare insieme i luoghi dove la politica decide, significa fare un atto di civiltà, significa una democrazia matura, dove ognuno può esprimere la sua opinione e dare il suo contributo”. “Non lo hanno fatto – ha rimarcato la capodelegazione renziana nell’esecutivo giallo-rosso di Conte –  e quindi il Governo nazionale ha prima diffidato e poi si è sostituito con il commissario prefettizio, perché le donne e gli uomini devono avere la possibilità di stare nei luoghi della decisione”. Ma le accuse del ministro Bellanova al governatore pugliese uscente Emiliano ed alla sua maggioranza di centrosinistra saranno sicuramente ed abbondantemente di oggetto di polemiche della campagna elettorale locale iniziata anche formalmente con la firma dei decreti elettorali. E verosimilmente non soltanto da parte di Bellanova del partito di “Italia Viva”, ma quasi sicuramente anche da parte del M5s e dell’intero centrodestra pugliese e nazionale.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Agosto 2020

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio