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Il Tfm sarà abrogato allo stesso modo in cui era stato approvato

L’assegno di fine mandato dei consiglieri regionali pugliesi, reintrodotto con un emendamento votato all’unanimità dei presenti nella seduta dello scorso 27 luglio, sarà abrogato verosimilmente nella riunione odierna del Consiglio regionale con la stessa modalità con cui era stato approvato, oltre che con una votazione, anche questa volta, sicuramente unanime e più larga di quella che lo aveva ripristinato dopo circa nove anni dalla sua precedente abolizione. Che ci sarebbe stato un dietrofront totale sul Tfm (Trattamento di fine mandato) dei consiglieri, gli addetti ai lavori della politica regionale lo avevano capito già da qualche giorno fa. Ossia da quando il consigliere “decariano” del Gruppo del Pd, Francesco Paolicelli, aveva dichiarato di voler rinunciare al suo Tfm, anche nel caso in cui il Consiglio avesse modificato parzialmente il provvedimento votato a fine luglio, accogliendo le variazioni votate all’unanimità la scorsa settimana dalla Commissione “Affari istituzionali”. Una dichiarazione, quella del consigliere Paolicelli, che aveva lasciato presagire un intervento del presidente Michele Emiliano, sui consiglieri di maggioranza, per indurli ad una integrale retromarcia sul reintrodotto Tfm, anziché limitarsi soltanto a degli “aggiustamenti. Come, invece, deciso dai commissari di tutte le sigle politiche che compongono la VII Commissione e da cui si erano dissociarsi sia la consigliera pentastellata di opposizione Antonella Laricchia che il consigliere Antonio Tutolo del Gruppo Misto, entrambi – come è noto – non componenti, però, di detta Commissione.  Difatti, nella riunione di maggioranza svoltasi nella mattinata di lunedì, il governatore pugliese ha chiesto o, probabilmente, “imposto” che le forze che lo sostengono nell’Aula di via Gentile facessero rapidamente una marcia indietro totale sul Tfm, abrogando quanto approvato, a suo dire, “a sua insaputa”. E così è stato. Infatti, i capigruppo di maggioranza Filippo Caracciolo (Pd), Grazia Di Bari (M5S), Gianfranco Lopane (Con) e Massimiliano Stellato (Popolari), con una nota hanno comunicato che sebbene confermata “la legittimità del Tfm per i consiglieri regionali, che a tutt’oggi viene disciplinato dall’intesa Stato-Regioni del 2012, ed erogato dalla maggior parte delle Regioni, nonché a deputati, senatori, sindaci e presidenti di Province”, la coalizione di governo della Regione Puglia ha ritenuto che “il particolare momento che stiamo vivendo richieda un atto di ulteriore responsabilità politica”, perciò ha deciso “di optare per l’abrogazione del Trattamento di fine mandato”, rinviando la discussione “ad un momento più favorevole, quando saranno diverse le condizioni economiche e sociali della Puglia”. Motivo per cui, nella seduta del Consiglio in cui si discuterà del Tfm, la maggioranza si è impegnata “a presentare un emendamento congiunto che ne preveda l’abrogazione”. Tra i primi ad esultare per quest’annuncio è stata la pentastellata Laricchia che, con una nota, ha dichiarato: “La volontà di abrogare il Tfm è un’ottima notizia, spero che agli annunci seguano finalmente i fatti e che i vecchi politici non cambino nuovamente idea”, considerato che “solo 4 giorni fa infatti tutta la politica regionale (destra, sinistra e parte del M5S) ha votato in Commissione contro l’abrogazione”. E, poi, aggiungere: “Ringrazio tutti i cittadini e la società civile che sta costringendo i partiti a invertire la rotta”. Inoltre, ha commentato la ex sfidante di Emiliano per il M5S: “È un provvedimento vergognoso e il popolo sta riuscendo a cancellarlo, perché quando non rimane silente e rassegnato di fatto si dimostra imbattibile”. Infatti, ha concluso Laricchia: “senza questa attenzione e mobilitazione mediatica i partiti non avrebbero provato vergogna e non avremmo risparmiato questi soldi”. Si sono dichiarati pronti a votare l’abrogazione totale del Tfm anche le opposizioni di centrodestra (Fdi, Lega e Forza Italia), che però non hanno mancato di marcare alcuni aspetti in modo polemico con la maggioranza regionale e, in particolare, con il Pd e il governatore Emiliano. Infatti, il capogruppo leghista alla Regione Puglia, Davide Bellomo, ed il commissario pugliese del partito di Matteo Salvini con una nota congiunta hanno affermato: “La Lega è pronta a votare in Consiglio regionale l’abrogazione del Tfm, ma solo se la si fa subito e in maniera totale, senza altri teatrini e giochi di prestigio del Pd”, perché il partito pugliese del Carroccio non accetterà “rivisitazioni o maquillage della norma con modifiche dello zero-virgola”. Per poi evidenziare che “la maggioranza a guida Pd ha scritto e votato la norma in estate, presentandola come un atto dovuto a seguito di diffuse verifiche normative e contabili che oggi vengono meno”. E concludere in aperta polemica, affermando: “Evidentemente con l’avvicinarsi dell’autunno le foglie cominciano a cadere e tra queste anche la foglia di fico dietro la quale vorrebbero nascondersi Letta, Conte ed il Pd”. Più “pesante” di quella leghista e, forse, anche provocatoria per il governatore Emiliano e la sua maggioranza è la dichiarazione congiunta del capogruppo regionale, Ignazio Zullo, e del responsabile pugliese del partito di Giorgia Meloni, che con una nota hanno affermato: “sul Trattamento di fine mandato è ormai evidente che il presidente Emiliano ha giocato tutte le parti in commedia”. Quindi, il Gruppo pugliese di Fdi “in un momento critico come questo, segnato da crisi e pandemia che hanno messo in ginocchio i cittadini”, condividendo la necessità di abrogare il Tfm ha fatto sapere che presenterà anch’esso un emendamento in tal senso. Però, hanno rilevato Zullo e Gemmato: “Il tema del contenimento della spesa, all’improvviso tanto caro al presidente Emiliano”, dovrebbe prevedere anche “una razionalizzazione della spesa” a tutti i livelli. Perché – hanno affermato i due esponenti di Fdi – “se il Tfm dei consiglieri regionali, regolarmente e democraticamente eletti, deve essere abrogato perché tutti dobbiamo stringere la cinghia, a farlo deve essere anche, soprattutto e prima di tutto, il presidente Emiliano, che quasi ogni giorno sforna una nomina, moltiplica i Consigli di Amministrazione, s’inventa poltrone che non esistono”. E, quindi, hanno rimarcato ironicamente Zullo e Gemmato: “se la Regione deve risparmiare, non ci può essere chi guarda la pagliuzza nell’occhio dei consiglieri e poi non vede la trave nei suoi”.  Motivo per cui dal partito di Fdi hanno anche annunciato che, oltre a presentare un proprio emendamento abrogativo del Tfm, chiederanno anche “di abolire tutte le nomine che sono state date da Emiliano ai bocciati nelle urne, che sono stati sistemati nelle varie agenzie o come consiglieri del presidente”. E, quindi, presenteranno un secondo emendamento “sull’abrogazione del costo delle nomine fatte con decreto del presidente Emiliano”, in modo che queste siano “a titolo gratuito e senza rimborso spese”. Ma da Fdi è stato annunciato anche un terzo emendamento che “prevede l’abolizione del vitalizio per tutti coloro che sono stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione, anche in quei casi per i quali è intervenuto l’indulto”.  E su questi ultimi due annunciati emendamenti i due esponenti del partito pugliese della Maloni hanno lanciato una vera e propria sfida ad Emiliano ed alla sua maggioranza, che – a loro stesso dire – “non possono dare lezioni di moralità a nessuno”. Difatti, a chiusura degli annunciati emendamenti, i due esponenti di Fdi, Zullo e Gemmato, si sono paradossalmente avvalsi della frase di uno storico leader socialista, Pietro Nenni, per ricordare al governatore pugliese che “a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura’”. Quindi, con tale richiamo, l’auspicio di Fdi è che ora “Emiliano dia il buon esempio” facendo votare anche gli ulteriori due emendamenti, oltre a suggerirgli “di riflettere sui problemi di comunicazione tra lui e la sua maggioranza”. Insomma, il Tfm quasi certamente sarà abrogato allo stesso modo in cui era stato approvato, ossia all’unanimità, ma è altrettanto probabile che in Aula, tra maggioranza ed opposizioni, volino gli “stracci”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Settembre 2021

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