Primo Piano

In rivolta i dipendenti della Protezione Civile

Fu inaugurata nell’estate 2008 dall’allora in auge gran capo Guido Bertolaso nell’ex aerostazione di Bari Palese, la bella e luccicante sede del Dipartimento Protezione Civile della Regione Puglia. E già dal primo ottobre di tre anni fa il settore Protezione Civile aveva prorogato il contratto a una ventina di precari con il compito di verificare e coordinare in Puglia gli interventi in materia di previsione e prevenzione delle ipotesi di rischio. Diciotto persone, per la precisione, assunte con contratto a termine irrevocabile di soli tre mesi e che, dopo tre anni, aspettano ancora di essere assunti stabilmente dopo aver lavorato ininterrottamente nella pubblica amministrazione per più di trentasei mesi. Un’operazione in grande stile, dunque, quella studiata dalla Giunta pugliese per rimpolpare il settore Protezione Civile, a riprova, come ci ha sempre tenuto a sottolineare il presidente Vendola, del coordinamento costruito anche con le strutture nazionali. Già, un collegamento che ai contribuenti pugliesi è già costato, tanto per cominciare, i circa 150 mila euro annui sborsati per liquidare la convenzione con l’ing. Silvano Merroi, uno dei bracci operativi di Bertolaso dirottati in Puglia direttamente dalla Valle d’Aosta. Quello stesso Bertolaso che anche quand’è calato a Bari-Palese in piena forma (cricche, appalti e scandali erano ancora al di là da venire) ha messo i puntini sul “grande sforzo fatto e il grande passo avanti realizzato rispetto al nulla che c’era fino a qualche hanno fa, in Puglia”. Già, un nulla che ha cominciato a trasformarsi in qualcosa di concreto dopo la pubblicazione dell’avviso pubblico per assumere quelle famose diciotto unità lavorative da destinare alla sala Operativa Unificata Permanente (SOUP) da parte della Regione Puglia in un’escalation che sa di miracoloso: diciotto precari che nel giro di tre anni si ritrovano impiegati. Impiegati in attesa di stabilizzazione, naturalmente, coi contratti in scadenza a fine di questo mese. Un sogno per loro che comincia il 7 luglio 2008, quando il dirigente del Servizio Personale della Regione Puglia approva la graduatoria finale assumendo il personale per tre mesi, ‘senza proroghe’, si legge nell’atto dirigenziale e nei contratti sottoscritti dai diretti interessati. Il primo passo, dunque, è compiuto direttamente dall’Ufficio di Presidenza di Nichi Vendola, che all’inizio di quel luglio ribollente di tre anni or sono pubblica la graduatoria con cui, a seguito di una regolare selezione cui avevano partecipato in appena un migliaio, assume quei diciotto giovani nella sala nuova di zecca di Palese. Tutti a lavorare per tre mesi, da luglio a settembre, nella Sala Operativa Unificata Permanente di Bari-Palese della Protezione Civile, otto con qualifica da funzionario Cat.D e dieci impiegati Cat. C, più altri due impiegati provenienti direttamente dai ruoli interni della Regione.
 
Di proroga in proroga senza celebrare il concorso
 
Il sogno si avvera con la Giunta Regionale, che pochi giorni prima della scadenza contrattuale per i diciotto nuovi precari regionali, fissato, come detto, al 30 settembre, decide non solo di istituire il Centro Operativo Regionale con sala Operativa annessa, ma anche di prolungare il contratto, per altri due anni. E precisamente fino al 31 dicembre 2010 e poi un’altra volta ancora per nove mesi, per tenere sotto controllo l’intera regione in casi di eventi di particolare gravità, da staff tecnici, costituiti in emergenza. Tutto in fretta e in emergenza, dunque, anche l’assunzione degli operatori, presi a tempo determinato poiché, come si legge nella delibera di Giunta Regionale n. 1762 del 23 settembre 2008,  non sussistono i tempi tecnici sia per promuovere una nuova selezione di personale da impiegare nel COR e sia per svolgere il successivo periodo di formazione. Insomma, per Vendola, assessore, capoarea e dirigenti al Personale la scusa era buona per tenersi stretti gli operatori già assunti in base alla precedente selezione avvalendosi della loro professionalità e procedendo ad un’altra proroga. Domanda: è normale evitare una selezione con questa giustificazione e prorogare un contratto a tempo determinato prima per ventiquattro e infine per altri dodici mesi, allo scopo di stabilizzare una ventina di persone, senza l’ombra di procedura concorsuale o selezione a evidenza pubblica? E giustamente, visto che il loro rapporto di lavoro con la Regione Puglia dovrebbe scadere improrogabilmente il prossimo 30 settembre, i diciotto impiegati reclamano i loro bei contratti a tempo indeterminato, minacciando scioperi, fuoco e fiamme….proprio loro che gli incendi dovrebbero contribuire a spengerli. 
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 3 Settembre 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio