Cronaca

La battaglia congressuale di Emiliano è più aspra del previsto

La battaglia congressuale del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per la scalata alla segreteria nazionale del Pd è verosimilmente più aspra di quella che lo stesso concorrente pugliese di Matteo Renzi ed Andrea Orlando si sarebbe immaginata. Infatti, mentre l’ex premier e segretario uscente del Pd, nei circoli di partito già chiamati al voto, riesce a raggiungere, e talvolta anche a superare,  una quota del 70%, come è accaduto ad esempio in Toscana (notoriamente territorio di appartenenza di Renzi), dove nei 48 circoli locali del Pd in cui si è già votato (su un totale di 755 esistenti nella regione) la mozione renziana ha ottenuto il 73,6% dei consensi, quella del governatore pugliese non riesce invece ad andare oltre l’1,3% dei voti. Di conseguenza il dato di Orlando per detti circolo è stato in media del 25,1%. Quindi, se questo trend dovesse essere confermato anche per il risultato dei restanti 507 circoli del Pd della Toscana, la forbice tra Emiliano ed Renzi a favore di quest’ultimo, nella regione dell’ex premier, sarà notevolissima. Cosa, questa, che al momento non sembra possa verificarsi in Puglia a favore di Emiliano, perché a giudicare dai primi e sia pur pochissimi dati di circoli pugliesi del Pd che hanno già votato per le mozioni congressuali, il governatore pugliese nella sua regione riuscirebbe a supera di poco la quota del 60% dei voti degli iscritti al partito. Però, ciò che più dovrebbe preoccupare Emiliano è che in Puglia l’ex premier potrebbe attestarsi saldamente al secondo posto in classifica, con una quota che si aggirerebbe intorno al 30% dei voti ed Orlando intorno al 10%. Per cui un risultato pugliese di Emiliano che oscillasse tra il 60 ed il 70%  del consenso degli iscritti, alla luce di ciò che potrebbe ottenere Renzi nella sua regione, la Toscana per l’appunto, ed altrettanto per Orlando nella sua Lombardia, non sarebbe affatto un successo per il governatore pugliese che, proprio nella sua stessa regione, potrebbe non ottenere un risultato analogo a quello riportato dai suoi concorrenti nella corsa per la segreteria nello loro rispettive località regionali di appartenenza. Per non parlare, poi, di ciò che potrebbe accadere a Bari, dove Emiliano dovrebbe essere il leader incontrastato del Pd nei risultati dei circoli baresi, raggiungendo percentuali bulgare di consenso, ed invece anche qui la partita potrebbe per lui essere molto difficile, considerato che il Primo cittadino barese nonché presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ed il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, anch’egli barese, non stanno dalla sua parte, perché entrambi schierati (almeno formalmente!) a sostegno del segretario uscente ed ex sindaco di Firenze, Renzi. Quindi, per Emiliano la battaglia congressuale si presenta difficile non soltanto a livello nazionale, ma anche nella sua stessa regione, la Puglia per l’appunto, dove – a prescindere da quello che sarà il suo risultato complessivo nazionale – rischia di non raggiungere neppure una vittoria schiacciante nel Pd dello stesso livello di quello che verosimilmente raggiungeranno sia Renzi che Orlando nello loro rispettive realtà territoriali di appartenenza. Infatti, il governatore pugliese non è soltanto a Bari che ha delle “spine” nel fianco di peso nel partito che fanno capo ad i suoi due avversari per la segreteria, ma anche nelle restanti cinque province pugliesi la situazione per Emiliano è alquanto insidiosa e critica, se si considera che Renzi (ma anche Orlando), nel resto della Puglia possono contare sul sostegno di esponenti  pugliesi di spicco del Pd del calibro della vice-ministro salentina allo Sviluppo economico,Teresa Bellanova e dell’eurodeputata foggiana Elena Gentile, (o il deputato foggiano e già segretario regionale degli ex Ds, Michele Bordo, per Orlando), oltre ad un cospicuo stuolo di parlamentari nazionali e consiglieri regionali del Pd pugliese, che insieme a tutti i loro adepti e seguaci potrebbero costituire uno zoccolo duro di voti congressuali non affatto sottovalutabili. Per cui Emiliano dovrà davvero fare una campagna elettorale congressuale – come suole dirsi tra gli addetti ai lavori – “con il coltello tra i denti”, se non vuole rischiare di uscire dalla battaglia intrapresa politicamente appannato nella sua regione, se non addirittura anche nella sua stessa provincia e città di cui è stato sindaco per un decennio. Quindi, se Emiliano è convinto che nella conta nazionale del consenso dei tesserati al Pd lui è destinato ad arrivare terzo, dietro Renzi ed Orlando (ovvero ultimo visto che la corsa è a tre), allora concentri il più possibile i suoi sforzi in Puglia, e particolarmente a Bari e provincia, dove lui è di casa e dove si gioca effettivamente in tutto e per tutto la sua immagine politica, facendo in modo che almeno qui prevalga sui suoi avversari congressuali con una forbice di consensi talmente elevata, da non lasciar spazio a dubbi sulla sua leadership in Puglia, oltre che sulle capacità di controllo e gestione del partito nella sua regione ed ancor più nella sua Bari e d’introni. Diversamente, le indicazioni che Emiliano ha recentemente dato a Renzi qualora non riuscisse a riconfermarsi segretario (ossia di ritirarsi a vita ascetica in monastero a leggersi e meditare il Vangelo ed il Capitale di Marx ), dovrebbe esercitarle per se stesso.     

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Marzo 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio