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La rivolta di poliziotti e vigili del fuoco, contro tagli, sperperi e indifferenza

Hanno manifestato con grande coraggio e fermezza, distribuendo volantini per informare sulla loro vertenza infinita, sia gli agenti delle forze dell’ordine che i vigili del fuoco, uniti dinanzi al Palazzo del Governo di piazza Prefettura, a Bari. Tutti insieme chiamati a raccolta dalla Fns-Cisl ‘in primis’ contro la proroga anche per il 2014 e per il quarto anno consecutivo del blocco del “tetto salariale,” un provvedimento legislativo che determina “”…una ingiustificata e gravissima sperequazione tra il personale ed una riduzione  stipendiale di migliaia di euro all’anno per ogni dipendente””, hanno rimarcato dimostranti e sindacalisti. Ma è davvero lungo l’elenco delle richieste inoltrate dai sindacati ai rappresentanti locali del Governo, dal tentativo di riduzione degli stipendi con l’abrogazione dell’art 202 dello statuto degli impiegati civili dello Stato, ai tagli  delle risorse per il pagamento del lavoro straordinario. Con il rischio di determinare il collasso del sistema sicurezza e soccorso pubblico nella fase di gestione delle innumerevoli emergenze del Paese. In ballo c’è anche il blocco del turn-over, con la revisione strutturale degli organici, la costante riduzione delle assunzioni, ed il progressivo e costante innalzamento dell’età media del personale che è già attestata sui 45 anni. Ma a preoccupare chi si dedica ogni giorno al durissimo lavoro in prima linea per tutelare la sicurezza dei cittadini, c’è anche il rifinanziamento, con oltre 40 milioni di euro per i primi sei mesi del 2014, del progetto c.d. “strade sicure” che si è dimostrato inefficace negli anni precedenti e che prevede l’attribuzione di un’indennità  riservata al personale delle Forze Armate con esclusione di quello delle Forze di Polizia, nonostante il servizio venga svolto congiuntamente. Senza parlare del taglio delle risorse per le missioni del personale che determinerà una contrazione dell’impegno nella lotta alle diverse forme di criminalità organizzata e dell’ulteriore proroga del blocco della rivalutazione del trattamento previdenziale e l’ulteriore allungamento dei tempi di percezione del trattamento di fine servizio. Insomma, poliziotti e vigili del fuoco baresi ieri erano in piazza per rivendicare lo sblocco del c.d. “tetto salariale”, lo stesso che consentirebbe il superamento dell’attuale normativa e dei suoi effetti dannosi per il personale per una maggiore efficienza ed efficacia di servizi che servono esclusivamente a garantire più sicurezza ai cittadini. Spiega Sergio Mussolin, della Fns-Cisl: ““Siamo scesi in piazza anche a Bari per ottenere una legge delega che garantisca il riordino delle carriere efficace e coerente, con un nuovo modello di sicurezza in grado di valorizzare la professionalità  dell’operatore di polizia e dei vigili del fuoco. Si tratta di lottare per il rispetto del principio di equiordinazione, stabilito anche dalla Corte Costituzionale per tutto il Comparto, relativamente al c.d. “scivolo d’oro” che prevede, solo per i militari, la possibilità di accedere alla pensione 10 anni prima del limite previsto””. Tante, insomma, le richieste al tavolo d’una concertazione che si trascina da troppi anni, a favore delle divise blù e marroni. Eppure, nonostante tutto ciò, i poliziotti ed i vigili del fuoco continuano a lavorare e ad ottenere significativi successi nella lotta contro la criminalità, nella gestione del sistema carcerario, nell’erogazione dei servizi per i cittadini e nelle attività di ordine, sicurezza e soccorso pubblico per garantire ogni forma di pacifica e legittima manifestazione ed espressione di democrazia partecipata. “”Oggi però gli operatori della sicurezza e del soccorso pubblico hanno il dovere morale di avvisare i cittadini che il sistema è prossimo al collasso, con pesantissime ed irreversibili ricadute sul mantenimento dei livelli minimi di efficienza e di erogazione dei servizi. Il Governo – rimarca Mussolin- non può continuare ad ignorare questa situazione e continuare a contare solo sul senso di responsabilità, di rispetto dello Stato e delle Istituzioni  e dell’impegno che continuano a garantire gli operatori del settore””. Conclusione? “”La misura è colma! Se il Governo non interverrà immediatamente non ci potranno essere ulteriori proroghe di fiducia, costruite esclusivamente sulla pelle degli operatori della sicurezza e del soccorso pubblico, ingannando i cittadini””.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Novembre 2013

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