Cultura e Spettacoli

La Storia è migrazione

La Storia è migrazione. E’ dalla scoperta del fuoco che l’uomo, per curiosità o per bisogno, abbandona un sito per un altro. Che parta o fugga, a pungolarlo è il sogno di sempre, un sogno senza tempo : trovare la gioia nel luogo posto ‘al di là’ (delle acque, delle piane, dei monti). Ma non esiste terra, promessa o meno, che non imponga il suo dazio. Duole lo strappo delle radici. E duole anche più la delusione di un terra non raggiunta o che, raggiunta, si rivela ostile. Di esempi se ne possono fare a centinaia, partendo dall’Antico Testamento. Venendo a tempi più recenti, e rileggendo la Storia con onestà, non si può non avvicinare i migranti del nostro Mezzogiorno che all’inizio del Novecento i piroscafi sbarcavano sull’altra costa dell’Atlantico ai disgraziati che la mafia mediterranea vomita a stock sulle spiagge della Sicilia o di Lampedusa. Nicola Valenzano riflette amaramente in proposito e con passione impetuosa dà vita a ‘Hijra’. Dopo l’esordio in quel di Amman, la nuova produzione Badatea ha debuttato a Bari venerdì scorso, presso lo Spazio 13. Spettacolo del gesto (soprattutto coreutico), più che della parola, ‘Hijra’ racconta un secolo di viaggi della speranza. Assolve il suo compito col generoso supporto di immagini attinte dall’enorme serbatoio iconografico che si è sedimentato negli ultimi cento anni. Un tappeto sospeso di lampadine irrora di luce la scena su cui dolore, nostalgia e ottimismo si avvicendano tra le suggestioni di una colonna sonora insolitamente composita (assi bene le parti cantate). Si sorride poco in ‘Hijra’, striscia la tensione nel bianco-nero dei costumi, metafora di un mondo tagliato in due, disgraziati da una parte, gente nata con la camicia dall’altra (dolorosamente opportune le immagini del Vlora stracarico di migranti albanesi ‘internato’ nel porto di Bari). Tale tensione, che intride il gesto indurendolo un poco, prelude al pathos. E il pathos scivola infine nell’enfasi quando in scena irrompe Poseidone, qui volto marino della Morte, nel cui abbraccio si spegne la vita di carne da barcone. Il conseguente, esplicito omaggio alla Pietà chiude un lavoro segnato da una voglia di dire debordante. Valenzano si lascia prendere e sottolinea le cose. Ma isolate forzature non pregiudicano la bontà di ‘Hijra’, che comunque va giudicato sulla base del fatto che il lavoro venerdì era di fatto al suo esordio. Nel riconoscere questo colore leggermente acerbo, lo stesso Valenzano annuncia correttivi e ritocchi per le prossime repliche, che auspichiamo numerose. Applausi per Carla Bavaro, Daniele Ciavarella, Ugo Maurino, Marika Masconi, Marilisa Sasanelli, Ernesto Valenzano, Annamaria Vivacqua, Enrico Zambrini. Aiuto regia : Paola Fiore Donati.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Giugno 2018

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