Cronaca

La strategia di Decaro ed Emiliano: marciare divisi per colpire uniti

Marciare divisi per colpire uniti. Dovrebbe essere questa in sintesi la strategia elettorale che il sindaco di Bari uscente del centrosinistra, Michele Emiliano (Pd), e quello aspirante, Antonio Decaro (Pd), hanno deciso di adottare in campagna elettorale, per vincere le amministrative baresi del prossimo fine maggio. Infatti, le prime mosse di tale strategia sono già state messe in atto per rimediare al clamoroso ed avvilente spettacolo offerto con i “veleni” e le “tragicomiche polemiche” sulle primarie di domenica scorsa, tra due dei tre concorrenti in corsa per la candidatura a sindaco del centrosinistra. Ovvero tra Decaro, risultato poi vincitore con appena 2000 voti in più, e Giacomo Olivieri (Realtà Italia) che ha insidiato seriamente le possibilità di vittoria del suo competitor del Pd. Prime mosse che hanno impegnato, da un lato, il sindaco uscente sul fronte con “Realtà Italia” ed Olivieri, per stemperate i toni, ma soprattutto i risentimenti provocati dalle pesanti accuse di mercimonio ed inquinamento del voto rivolte prima e durante la celebrazione delle primarie al leader di RI, Olivieri per l’appunto, che correva per conquistare la candidatura a sindaco del centrosinistra, e dall’altro, il vincitore delle primarie che, per non perdere di credibilità con gli atri partner della coalizione, Sel ed Idv, oltre che con una fetta consistente di elettori benpensanti del Pd, ha preso le distanze da Emiliano sulle scuse rivolte da quest’ultimo ad Olivieri, per tutto ciò che era avvenuto precedentemente. Infatti, Emiliano in qualità di segretario regionale del Pd si è scusato con RI per le  offese e quant’altro scaturito nello scontro elettorale delle primarie, ricucendo così i rapporto con lo  sconfitto  Olivieri, mentre Decaro con le denegate scuse inizia a smarcarsi da Emiliano, da molti considerato il suo “badante politico” per la scalata a Palazzo di Città. Ma verosimilmente tra i due esponenti del Pd è già tutto concordato. Infatti, il vincitore delle primarie evidentemente è cosciente che se nell’elettorato barese passasse l’idea che lui è il candidato sponsorizzato da Emiliano, per garantire gli stessi interessi  rappresentati dal sindaco uscente, è probabile che una fetta consistente di elettorato del centrosinistra non lo voterebbe. Però, Decaro sa pure che senza il sostegno elettorale di Emiliano, ma soprattutto senza il sostegno finanziario delle lobby economiche e di potere che nei dieci anni di amministrazione barese del centrosinistra hanno avuto come riferimento il sindaco uscente, non potrebbe neppure sperare di vincere le elezioni e, quindi, di diventare il prossimo Primo cittadino di Bari. Come pure difficile sarebbe per Decaro essere eletto sindaco senza i voti del gruppo politico guidato da Olivieri, RI, che a conti fatti è verosimilmente determinate per vincere le amministrative, se non al primo turno, sicuramente al ballottaggio, come dimostrano i dati elettorali del 2009, quando Emiliano senza i voti di “Realtà pugliese” (la formazione politica sponsorizzata dalla famiglia Degennaro della Dec e gestita dall’ex consigliere comunale Nino Anaclerio) e de “I moderati per Emiliano” (altra formazione civica allora messa in piedi proprio da Olivieri) la vittoria conseguita al secondo turno sarebbe stata una mera utopia. Ora, forse, per il centrosinistra barese è ancora più improbabile di allora pensare di poter vincere alle comunali senza i voti controllati dai referenti di quelle due formazioni, poiché entrambi quei gruppi oggi si sono uniti sotto il simbolo di RI. Quindi, Decaro sa bene che non può rischiare di perdere Olivieri come alleato e sa pure, evidentemente, che tale alleanza gli crea non pochi imbarazzi con l’ala sinistra della coalizione, ossia il partito del governatore pugliese Nichi Vendola, e con una fetta consistente di elettori del Pd, che non vedono di buon occhio né il tutoraggio di Emiliano né, soprattutto, l’alleanza con certi esponenti di RI. Per cui il vincitore delle primarie dovrà barcamenarsi su due fronti antitetici e sperare che gli elettori baresi diffidenti sul suo effettivo smarcamento da Emiliano ed anche da RI si lascino convincere dalle sue dichiarazioni, credendo ad una sua effettiva autonomia politica da entrambi. In effetti, così non potrà mai essere, altrimenti significherebbe che Decaro ha già perso in partenza le elezioni, perché sia Emiliano che Olivieri giammai sosterrebbero in modo convinto l’elezione a sindaco di un candidato totalmente autonomo o, ancora peggio, a loro ostile. E di ciò ne è ben consapevole il Pd che, per farsi perdonare delle dichiarazioni di non appoggio ad Olivieri se avesse vinto e rilasciate da qualche suo esponente prima delle primarie, ha già fatto intervenire il proprio capogruppo alla Regione, Giuseppe Romano, per ricordare che il partito di Olivieri è organico al centrosinistra anche in altre due realtà territoriali italiane, quali la Basilicata e l’Abruzzo, oltre che essere un alleato indispensabile alla coalizione per vincere le elezioni baresi. Come dire, per Decaro è già cominciato “il gioco delle tre carte”. Ed in questo, per lui, Emiliano è sicuramente un buon maestro. Ma quanti, prima o dopo, non se ne accorgeranno o lo sanno già? Ed i tempi per le elezioni del 25 e 26 maggio prossimo sono ancora lunghi per non scoprirlo. Difficile dirlo ora. Infatti, gli elettori baresi sanno che devono attendere per capire meglio come stanno effettivamente i fatti.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Febbraio 2014

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