Cultura e Spettacoli

La Vespucci, l’alto mare e il sollievo

 

Gli animisti assegnano un animo anche alle cose. Se – perché ‘pensanti’ – le cose potessero parlare, chissà quanto avrebbero da dire. Prendi la Vespucci, il veliero più bello del mondo, la nave-scuola della Marina Militare che fra sabato e domenica, per dirla col più trito dei luoghi comuni della comunicazione,  “è stata letteralmente presa d’assalto da migliaia di visitatori”. Fosse stato in grado di farlo, quell’intrico di vele, cime ed alberi che da 85 anni portano a spasso per i mari il buon nome dell’Italia avrebbero sicuramente sbuffato dinanzi a quell’interminabile avvicendarsi di curiosi scaglionati a drappelli. Curiosi simili a turisti omologati, fessacchiotti e privi d’ogni ‘sentire’. Diversamente, invece di emozionarsi autenticamente e coltivare lo spirito sforzandosi di percepire il senso della storia e della poesia che una Vespucci trasmette, non avrebbero avvertito la fregola di prodursi in tanti scontati scatti fotografici e banalissimi selfie. Per fortuna ogni supplizio ha termine (e tale supplizio, povera Vespucci, si ripete ad ogni approdo). L’imponente veliero oggi ha ripreso il mare. E l’ha ripreso – curiosa coincidenza – proprio in occasione del 519esimo anniversario del giorno in cui Amerigo Vespucci, il celebre navigatore fiorentino, affrontò per la prima volta l’Atlantico deciso ad andare al di là della scoperta fatta da Colombo nel 1492. Se Colombo era convinto di avere raggiunto le Indie, Vespucci, che si basava su calcoli per l’epoca avanzatissimi, era convinto invece che le terre toccate dal navigatore genovese appartenevano ad un continente ancora sconosciuto ed intermedio fra l’Europa e le Indie. I calcoli gli diedero ragione e dopo quarantacinque giorni di navigazione (il 24 giugno 1497) Amerigo Vespucci poté fregiarsi del titolo di primo europeo a mettere ‘coscientemente’ piede su un nuovo mondo (a battezzare il quale ‘America’ in suo onore furono i cartografi Martin Waldseemüller e Matthias Ringmann). C’è però chi avanza dubbi in proposito. La vicenda di Vespucci si basa su quanto contenuto nei suoi resoconti di viaggio (che egli chiama Lettere). Sono documenti attendibili? Alcuni sostengono che Vespucci abbia esagerato il suo ruolo e romanzato gli avvenimenti, altri che abbia contraffatto gli originali di altri viaggiatori dell’epoca. Per esempio, in occasione del primo viaggio, è possibile che Vespucci non fosse il capo della spedizione o che tale merito fosse da dividere con altro navigatore, quel Juan de la Cosa che già era stato pilota e cartografo di Colombo. Altri storici ritengono addirittura che quel primo viaggio non ebbe mai luogo…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Maggio 2016

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