Cultura e Spettacoli

L’Acqua Azzurra non era quella dello Ionio

L’immagine non lascia adito a dubbi, quel signore ritratto dinanzi a Torre Squillace è proprio lui, Lucio Battisti. Questa torre d’avvistamento, una delle tante volute dagli Spagnoli alla fine del Seicento per difendere il Mezzogiorno d’Italia dalle frequenti incursioni saracene e corsare, trova posto a pochi metri dallo Jonio tra Sant’Isidoro e Porto Cesareo. Lucio Battisti in Puglia? Ebbene sì, è accaduto anche questo. E mica una volta sola. Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta Lucio Battisti, mise piede da noi a più riprese, ma solo in veste di turista. In memoria di quei giorni una statua di bronzo, commissionata dal Comune di Nardò e realizzata da Dario Tarantino è stata collocata davanti alla villa di Torre Squillace che tante volte ospitò il celebre cantautore. Quella villa era di proprietà di Giulio Rapetti, in arte Mogol, paroliere e sodale di Battisti. E Mogol l’aveva acquistata dietro indicazione di Adriano Pappalardo, altro cantautore pugliese che all’epoca frequentava il giro milanese della Numero Uno, l’etichetta discografica dello stesso Mogol. In questo vasto ed elegante immobile inserito nel cuore di un pineta affacciata sul mare Mogol e Battisti passarono diverse estati in compagnia di parenti e amici. Quando ne avevano l’estro, i due amici si ritiravano in una stanza adibita a studio di registrazione e componevano. Si vuole che ‘Acqua azzurra, acqua chiara’ sia nata lì, ispirata dalla limpidezza di quel mare, benché a tale proposito il paroliere abbia precisato che in quella dimora presero vita altre composizioni e non quella (il tema letterario di Acqua Azzurra appartiene all’infanzia di Mogol, che egli in estate trascorreva a Silvi Marina, in Abruzzo). Per quale motivo Mogol vendette così presto? Non fu noia o voglia d’altro. Fu a causa dell’abusivismo edilizio, divenuto in quei tre anni addirittura esplosivo. Mogol parlò di piccoli ecomostri che spuntavano come funghi, di vicinato insostenibile, di auto parcheggiate sugli scogli… Nel giro di quattro cinque anni un posto incontaminato e selvaggio era involuto in una località di mare mordi-e-fuggi. Una cosa inaccettabile. Una decisione presa d’impulso, pur con la morte nel cuore. L’immobile venne acquistato da tre imprenditori salentini, i fratelli Ruberti. Alcuni anni fa si parlava di trasformare quella villa e la relativa area verde in una sorta di ‘parco letterario’ dedicata al mito-Battisti ; una piccola struttura ricettiva, poi, doveva accogliere gli ospiti di prestigio previsti nel calendario d’eventi… Poi la doccia fredda : gli eredi dei Ruberti avevano messo in vendita la proprietà per una richiesta vicina ai due milioni di euro.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Agosto 2022

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