Cultura e Spettacoli

Sono ‘persone’, mica ‘marziani’

L’8 agosto 1991 il Vlora, un malconcio mercantile stracolmo di ventimila profughi partito da Durazzo, approdava a Bari. Quella nave, già respinta a Brindisi, non avrebbe dovuto fare ingresso nel porto del capoluogo se l’allora sindaco, Enrico Dalfino, non avesse sfidato il Governo (il presidente Cossiga gli diede poi pubblicamente del ‘cretino’) sulla base di una elementare considerazione racchiusa in queste quindici, storiche parole : “Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”. Il resto è noto, quei ventimila disgraziati vennero prima ‘internati’ nel vicinissimo Stadio Della Vittoria. In un secondo momento quelle ‘persone’, illuse d’essere destinate a Roma, Milano ed altre grandi città d’Italia, vennero imbarcate a gruppi su aerei e rispediti in Albania. Pur traumatica, l’esperienza non danneggiò Bari. A patire danni fu solo il vecchio stadio, che uscì devastato dall’uso improprio, tant’è che sei anni dopo lo si dovette restaurare completamente in occasione dei Giochi del Mediterraneo. Poco noto è che, nel convulso momento in cui si prese la decisione di adibire il Della Vittoria a Campo di raccolta, ci si dimenticò che all’interno della grande struttura vivevano stabilmente tre persone : il custode, con la madre e la moglie. I poverini vissero un brutto quarto d’ora poiché alcuni profughi, disidratati e affamati, irruppero nell’appartamentino del custode reclamando acqua e cibo. Nessuna violenza, ma quale spavento e quali danni in casa… A questo episodio che si pone a margine di un macro evento il nostro Nico Sciacqua ha dedicato una riflessione da cui in un secondo momento ha preso vita un laboratorio teatrale (realizzato grazie alla disponibilità del Piccolo Teatro Eugenio D’Attoma), poi evoluto in spettacolo. ‘Sono persone – Vlora 1991’, questo il nome dello spettacolo, è stato in cartellone al Duse lo scorso fine settimana. La scena è anonima, nuda, a parte due sedie e uno scanno. Siamo all’interno della casa del custode, come potremmo essere all’interno di un basso della città vecchia. Il non-luogo fa da habitat al più grigio microcosmo : un uomo qualunque, una madre brontolona e una moglie stizzosa. A spezzare il tran-tran domestico è l’arrivo dei loro sequestratori, due poveri disgraziati armati alla buona (un martello e una piccola falce….), due rappresentanti della stirpe dei “marziani”, poiché agli occhi dei sequestrati tali sembrano queste migliaia di uomini e donne in cenci, sfatti dalla fatica e dalle privazione al punto d’aver quasi smarrito la dimensione umana. E invece sono “persone”. Persone che non vogliono essere più “cloni”, succubi del Grande Fratello del quale temono spie e microspie ovunque. Due mondi lontani si fronteggiano, si confrontano tra diffidenze e incomprensioni prima di trovare sintonia nella semplicità un po’ evangelica d’un pezzo di pane condito con un buon pomodoro. Nico Sciacqua esalta il gesto – che spesso si cristallizza nelle forme di un tableau vivant – e con esito felice annoda allo stesso gesto la seduzione di musiche etniche balcaniche. Claudio Catucci, Miriam Gaudio, Maria Pina Guerra, Luca Milova ed Elena Todisco sono gli onesti protagonisti di un allestimento il cui valore è stato riconosciuto dalla giuria del Festival delle Regioni 2022 che a ‘Sono persone – Vlora 1991’ ha meritatamente conferito il primo premio. Lo spettacolo si è avvalso della supervisione artistica di Nietta Tempesta.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Agosto 2022

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