Cultura e Spettacoli

Le ombre del colosso

C’è chi trova noiosa la Murgia. Evidentemente ha attraversato in modo distratto la sub-regione che si allarga nell’entroterra del capoluogo. In realtà queste ondulazioni glabre hanno un fascino paesaggistico riconosciuto in tutto il mondo (fascino confermato da decine di registi che hanno scelto la Murgia come sfondo ai loro film). E poi ci sono le sorprese che la natura riserva, soprattutto a chi si muove a piedi oppure in sella ad una bici o a un cavallo : doline, gravi, inghiottitoi, grotte… e persino un vulcanello di fango (è sito nel territorio di Gravina ; si faccia attenzione perché è potenzialmente pericoloso). Degne di attenzione sono pure le sorprese che vengono dalla mano dell’uomo : masserie, jazzi, aie, muri a secco… o capolavori dell’arte come Castel Del Monte. Alte volte la mano dell’uomo è stata rovinosa. E’ il caso dei poligoni militari e quella decina di postazioni missilistiche – ora per fortuna smantellate – messe in piedi negli anni della guerra fredda. Ed è ancora il caso della profonda ferita inferta nel territorio di Spinazzola da un’enorme cava di bauxite, oggi dismessa (benché, paradossalmente, per effetto di un fenomeno di rinaturalizzazione, questa voragine abbia assunto un aspetto così intrigante – specie nelle notti di luna, dice chi ci è stato – da attirare curiosi e turisti). Restando agli effetti dell’antropizzazione, è da considerare infine una presenza architettonica che risale al periodo della rivoluzione industriale ma che nonostante tutto non ferisce il paesaggio. Nelle giornate particolarmente soleggiate essa è meta prediletta dei fotografi : I giochi d’ombra che l’enorme costruzione disegna sul suolo assumono un diverso effetto a seconda delle stagioni, ovvero a seconda che ai piedi del colosso si stenda un terreno arato o ricoperto di verde, di spighe, di stoppie, di neve…  Non stiamo parlando di un acquedotto dell’era romana superbamente conservatosi (vedi immagine), né d’una moderna ‘cattedrale nel deserto’. Perché questo viadotto ferroviario sostenuto da ventuno archi, alto 15 metri e lungo 250 è in piedi da centoventinove anni in contrada Macchia, nel territorio di Spinazzola… Eretto tra il 1889 e il 1891, fino al nove anni fa consentiva il passaggio dei treni da Gioia del Colle a Rocchetta Sant’Antonio. Nel 2011 la Rete Ferroviaria Italiana ha deciso la sospensione di quel collegamento, ritenendolo antieconomico (lo stesso  collegamento è oggi assicurato da un servizio bus). Abbandonato a sé stesso, il glorioso viadotto è stato addirittura depredato dei binari… Adesso si preme perché il vecchio tracciato ferroviario evolva in percorso turistico per escursionisti, pedalatori e cavalieri.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 8 Febbraio 2020

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