Cronaca

Legge elettorale: la polemica all’interno del centrodestra è più aspra che con il Pd

Nello scenario politico nazionale le divergenze tra le diverse fazioni del centrodestra, su durata della legislatura e legge elettorale da rifare, sono probabilmente un problema ancor più marcato di quello esistente tra i diversi e contrapposti schieramenti. Infatti, dal tenore di talune dichiarazioni dei principali esponenti dei partiti che sulla carta rappresentano l’area dell’opposizione parlamentare di centrodestra al governo Gentiloni sembrerebbe di capire che questi ultimi non riescono ad avere più una strategia comune neppure sulla legge elettorale a farsi, per il rinnovo del Parlamento alla scadenza naturale del 2018 o prima, in caso di scioglimento anticipato di Camera e Senato. Difatti, nell’opposizione di centrodestra, da un lato c’è il partito di Silvio Berlusconi che è favorevole ad una legge elettorale proporzionale e le elezioni politiche anticipate le vorrebbe solo dopo l’introduzione della nuova legge; dall’altro ci sono i due maggiori alleati di Forza Italia, la Lega Nord di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che invece propendono per elezioni anticipate da effettuarsi anche con un eventuale ripristino del “Mattarellum”, ossia la legge elettorale con i collegi uninominali e con un 25% di proporzionale puro. Ma a rimarcare il solco esistente sulla questione tra il partito dell’ex Cavaliere di Arcore e le altre forze minori dell’opposizione di centrodestra è intervenuto di recente il leader dei “Conservatori e Riformisti”, l’eurodeputato Raffaele Fitto, che nel 2015 ha rotto il legame con Fi, nel quale è stato più volte eletto e per conto del quale è stato anche ministro per gli Affari regionali nell’ultimo governo Berlusconi (2008-2011), ed ha costituito una propria formazione politica di centrodestra, Cor per l’appunto, che sia alla Camera, sia al Senato conta una sparuta pattuglia di parlamentari nello schieramento di opposizione al governo Renzi prima e Gentiloni adesso. E Fitto a proposito delle ventilate ipotesi sulla futura legge elettorale, con riferimento al sistema a base proporzionale perorato dal suo ex partito, ha dichiarato: “Sento esponenti di Forza Italia che girano intorno alla questione, e parlano di legge elettorale proporzionale, senza però indicare le conseguenze politiche di quella eventuale scelta”. Inoltre, ha commentato l’eurodeputato pugliese di Maglie (Le.), “Se si sceglie il proporzionale, non c’é più coalizione di centrodestra, non ci sono primarie, non c’é alternativa chiara al Pd, e in prospettiva c’é solo il governo con il Pd”. “Il proporzionale – ha aggiunto Fitto – é la legge per il ‘Nazareno forever’ (ndr – ossia un ‘Patto Renzi-Berlusconi per sempre’)”. Ed ha concluso: “Basta saperlo e dirlo agli elettori. Noi diciamo no. Vorremmo una chiara alternativa di centrodestra a Pd e M5S, primarie per la scelta della leadership, e un centrodestra unito e rinnovato”. Invece, dal fronte forzista a tenere aperta la polemica sulla futura legge elettorale è anche un pugliese, il deputato barese Francesco Paolo Sisto, che, ignorando la punzecchiatura di Fitto al suo partito, critica le prese di posizione dei vertici renziani del Pd e, in una dichiarazione, rileva: “Nel suo messaggio di fine anno, il Presidente (ndr – della Repubblica) Mattarella ha invitato all’equilibrio nel confronto politico e alla responsabilità sulla riforma elettorale” e commenta: “Il Pd renziano evidentemente era distratto, perché la veemenza delle dichiarazioni dei suoi esponenti va esattamente nella direzione opposta”. Infatti, ha poi sottolineato l’ex Presidente della commissione Affari istituzionali della Camera: “Gli ‘aut aut’ sul Mattarellum e la totale mancanza di rispetto verso la Consulta, la cui decisione sull’Italicum viene ridotta a inutile orpello, non fanno bene alla democrazia”. “Ed è paradossale – prosegue Sisto – che il presidente del Pd Orfini attacchi Forza Italia per aver sostenuto l’ovvio, ossia che il luogo deputato al confronto sulla legge elettorale è il Parlamento”. E concludere, in fine, che “Lo sprezzo renziano per le istituzioni e la democrazia parlamentare era intollerabile già prima del 4 dicembre; oggi , dopo la sonora ‘legnata’ ricevuta dagli italiani , è davvero fuori dal mondo”. In definitiva, la confusione sul sistema elettorale, e conseguente sull’ulteriore legge che dovrà cristallizzare tale nuovo sistema all’interno degli schieramenti politici, regna sovrana. Infatti, finora l’unica certezza per i partiti, a prescindere dal colore politico, è che una nuova ulteriore legge elettorale occorre farla per il prossimo rinnovo del Parlamento e che anche su quest’ultimo tema le idee sono ancora abbastanza confuse negli schieramenti, ma anche negli stessi maggiori partiti. Eccetto, forse, per il M5S dove però a parlare è solo uno, per tutti.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 3 Gennaio 2017

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