L’Amtab punta il dito e accusa: tocca al Comune riattivare i filobus
Non demorde l’ex assessore comunale repubblicano Giuseppe Calabrese sul ripristino delle care, vecchie ed ecologiche filovie che più di trent’anni fa solcavano le vie di Bari. Tanto che ora, dopo aver denunciato per anni i ritardi degli amministratori municipali, è pronto a sventolare sotto il naso di sindaco e assessore ai trasporti l’ultima nota con cui l’azienda municipale Amtab, a mezzo di una nota a firma congiunta del presidente Marzulli e del direttore Lucibello, dice chiaro e tondo che tocca al Comune, appunto, riannodare le fila penzolanti dei nostri tram. Infatti c’è tanto di nota del 7 novembre 2016 ( prot. n.20914) dell’Azienda Mobilità e Trasporti Bari SpA che mette a nudo i ritardi e le decisioni rimandate da tempo a Palazzo di Città in ordine alla sottoscrizione dell’atto aggiuntivo di servizio (riferito al Trasporto Pubblico urbano) che legittimi, come scrive infine Calabrese, l’Azienda a intervenire. Infatti solo e soltanto il Comune di Bari “…è proprietario sia dell’infrastruttura che dei veicoli (otto filovie) costate al bilancio civico ben quattro milioni di Euro, oltre naturalmente al notevole costo della revisione della linea elettrica aerea ed alla revisione delle tre sottostazioni” Inoltre, Calabrese richiede ancora una volta al primo cittadino (strenuo fautore del progetto in questione, almeno quand’occupava la poltrona di assessore alla Mobilità nella prima giunta Emiliano) di far conoscere lo stato delle procedure relative ai finanziamenti regionali previsti dal riparto alle Regioni dei fondi statali. Ma anche lo stato della convenzione che il Comune dovrà sottoscrivere con l’Azienda dei Trasporti al fine di poter utilizzare i fondi ‘POM Metro’ spettanti al Comune per il rinnovo del parco autoveicoli in dotazione, posto che i vecchi risultano piuttosto malridotti e pericolosi a causa dei molti chilometri percorsi. A Giuseppe Calabrese, assessore comunale Pri nella vituperata Prima Repubblica, la memoria non difetta per cui si rende necessario ripristinar il regolare funzionamento di quella linea – lunga circa 15 chilometri – che servirebbe un buon numero di utenti per il “ripristino della linea filoviaria Carbonara – Stazione Centrale di Bari” previsto dall’intesa per l’attuazione del “Programma triennale 1989 – 1991 per la tutela ambientale”. Un contratto stipulato il 29 ottobre 1991 tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia con D.M. del 5 dicembre 1991 con cui furono approvati gli importi di finanziamenti relativi agli interventi inseriti nel P.T.T.A. 1989/1991 in favore del Comune di Bari per un importo complessivo pari a 5.164.568,99 euro. Tutto rimasto sulla carta, affogato in un fiume di promesse, articoli di stampa e servizi sulle tv locali, la tratta filoviaria tra la Stazione e Carbonara. Eppure l’Ufficio ministeriale, grazie all’interessamento dell’allora sottosegretario repubblicano dell’Ambiente, Francesco Nucara e su sollecitazione dell’allora assessore alla Mobilità e attuale Sindaco Decaro, comunicò al Comune (con nota prot. n. DSA/2005/17915 del 15.7.2005) che risultavano ancora iscritte in bilancio in favore dello stesso Ente, risorse pari a 1.031.261,14 Euro per il completamento degli interventi su quella linea filoviaria e che tali risorse, se non utilizzate nei termini prestabiliti, andavano in perenzione. Calabrese non si fa pregare e riannoda le fila della memoria, allungando altre ombre su questo ‘flop’ storico che finora non ha visto pagare alcun amministratore: <
Francesco De Martino
Pubblicato il 3 Gennaio 2017