Cronaca

L’emergenza abitativa in Puglia? Ormai è una priorità nazionale

Associazioni di categoria, addetti ai lavori e organizzazioni sindacali su un punto concordano: tra un paio di mesi al massimo nella nostra regione la recrudescenza degli sfratti colpirà in maniera virale. Forse peggio del Coronavirus. E così da un po’ si tratta di trovare vie alternative per evitare il peggio a migliaia di nuclei famigliari, lambiccandosi sulle possibili soluzioni all’emergenza abitativa. Ad esempio, attraverso la trattenuta ‘Gescal’, è stata sancita una riforma decennale a favore degli inquilini più bisognosi.“La Puglia è la quinta regione in Italia per numero di sfratti, secondo l’Ufficio statistica del Ministero degli Interni, dopo Lombardia, Lazio, Campania e Piemonte. Un dato allarmante a cui va data risposta”, chiosa Paolo Cicerone, segretario Sindacato inquilini Cisl/Puglia (Sicet Cisl), commentando che “a fronte delle 650mila famiglie che in Italia attendono un alloggio sociale, di queste almeno 40 mila sono pugliesi alle quali si potrebbe rispondere con i fondi del Recovery. Nel 2019 – aggiunge Cicerone – gli sfratti emessi nella nostra regione dalla magistratura competente sono stati oltre 6.900 a fronte di una richiesta di sostegno al canone di locazione delle famiglie ai Comuni pari a circa 50 mila domande”. Oltretutto, secondo il Sicet Cisl Puglia, la pandemia ha aggravato la condizione economica delle famiglie, già ampiamente esasperata dalla crisi del 2008, tanto che nel 2021 rischiamo una vera e propria emergenza sociale senza precedenti. “La priorità del Governo e delle Regioni – osserva Cicerone – è la realizzazione di un Piano nazionale di nuovi alloggi sociali per rispondere alle difficoltà delle categorie più fragili della nostra società, insieme ad un robusto finanziamento del Fondo Affitti e, infine, l’introduzione fiscale della detrazione del canone di locazione”. Per Cicerone si dovrebbe riproporre un Piano Casa simile a quello stabilito negli anni ’70 che, con il contributo dei lavoratori. Insomma, sempre più emergenza abitativa in Puglia, tante, troppe famiglie a rischio, soprattutto nelle città capoluogo della regione. L’osservatorio sull’emergenza abitativa in Puglia ci consegna da tempo quadri a tinte fosche per cui cresce il disagio abitativo, senza intravedere interventi a favore dello stato di precarietà delle famiglie. Tutto ciò aggravato – sempre secondo i sindacati – dal silenzio assordante dell’Esecutivo giallo-verde sulle politiche abitative pubbliche. In Puglia gli sfratti ad oggi raggiungono la quota del 90% solo per morosità incolpevole, cioè l’impossibilità dell’affittuario di pagare il canone a causa della riduzione della capacità reddituale. Ergo, dramma vissuto anche a Bari per il fin troppo complicato accesso alla casa e ai contributi alloggiativi oramai così stringenti da essere riservati quasi quasi a pochi eletti. Sempre di più, i costi dell’abitare incidono pesantemente nei consumi delle famiglie, soprattutto quelle con reddito medio-basso, determinando rilevanti problemi economici e rappresentando un vero e proprio freno per la crescita del Paese. Il problema della mancanza e dell’inadeguatezza degli alloggi si è aggravato anche a causa della mancanza di risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica: non dimentichiamo che l’Italia è terz’ultima in Europa in termini di peso delle abitazioni sociali sul patrimonio abitativo e quindi diventa più che necessario adottare misure strutturali, per mostrare una volontà d’inversione di tendenza, dopo anni di totale disinteresse e di fallimento dei recenti provvedimenti legislativi in materia di welfare abitativo.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Ottobre 2020

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