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L’inchiesta della Procura foggiana sui Cera è destinata a far rumore

L’inchiesta della Procura di Foggia su taluni fatti riguardanti Angelo e Napoleone Cera (quest’ultimo consigliere regionale di maggioranza della lista de “I Popolari” ed il padre ex onorevole dell’Udc) che vede coinvolto l’assessore al Welfare della giunta Emiliano, Salvatore Ruggeri, oltre che indirettamente lo stesso governatore della Puglia, Michele Emiliano, è destinata – almeno sotto l’aspetto politico – “a far rumore” ancora per molto tempo. E non soltanto per mano di esponenti dell’opposizione di centrodestra o pentastellata alla Regione, ma anche di qualche settore della stessa maggioranza (Sinistra italiana) che, per motivi etici, ha già ventilato la richiesta di un passo indietro dell’assessore Ruggeri, ma non di Emiliano. A chiedere invece le dimissioni del governatore pugliese di centrosinistra è il partito di Matteo Salvini che – come ha reso noto il deputato leghista pugliese Rossano Sasso – nei prossimi giorni organizzerà nella nostra regione dei gazebo, per raccogliere le firme dei cittadini che chiedono le dimissioni del governatore Emiliano. “Quello che avevamo sempre temuto, – ha dichiarato Sasso – oggi (ndr – ovvero dopo le rivelazioni dell’inchiesta della Procura dauna) sta diventando realtà”. “Una realtà dolorosa – ha aggiunto l’esponente salviniano – per i cittadini pugliesi, che sanno cosa vuol dire curarsi in Puglia con la sanità pubblica”. Infatti, proseguendo, lo stesso Sasso ha esclamato: “Non bastavano le liste di attesa, gli ospedali che chiudono e lo sperpero di milioni di Euro per altri, inutili, ma (ndr – tuttavia) rimasti aperti, come evidenziato da recenti inchieste giornalistiche”, perché “se le accuse della magistratura venissero poi confermate – ha detto inoltre Sasso – ci troveremmo dinanzi ad un quadro della sanità pubblica pugliese, targata Pd ma soprattutto targata Michele Emiliano, desolante a dir poco”. “Un mercato di favori in cambio di voti, di assunzioni nelle società partecipate delle Asl, di concorsi
truccati, di appalti dirottati”. “Per me questo – ha concluso Sasso – è il peggiore governatore (ed assessore alla Sanità ad interim) che la Puglia abbia mai avuto”. Giustificando così l’iniziativa di raccogliere le firme dei cittadini, con cui si chiedono le dimissioni del governatore pugliese, Emiliano. E’ evidente che trattasi di un’iniziativa, quella annunciata da Sasso, dal valore puramente simbolico a scopo elettoralistico, ma priva di risvolti amministrativi poiché le firme che saranno raccolte, per quanto numerose possano essere, sono del tutto prive di efficacia concreta ai fini delle invocate dimissione del governatore, che può essere sollevato dall’incarico solo da un atto di sfiducia della maggioranza assoluta dei consiglieri regionali, che però dovrebbero dimettersi contestualmente, oppure da un atto volontario di colui che ricopre l’incarico di governatore. Ed è inverosimile, quindi, che Emiliano abbandoni volontariamente la guida della Regione solo perché una petizione popolare di una forza di opposizione (la Lega) lo chiede. Come pure inverosimile è che la maggioranza, o parte di essa, unendosi ai consiglieri di opposizione disponibili a dimettersi, faccia decadere il governatore che sostiene in Aula e, prima ancora, ha contribuito ad eleggere. Di ben altro tenore, invece, la polemica sollevata – sempre in merito a quanto è emerso finora dall’inchiesta foggiana sui Cera – nei confronti di Emiliano da parte del neocapogruppo di “Fratelli d’Italia” alla Regione Puglia, Ignazio Zullo, e del coordinatore regionale dello stesso partito (per altro anch’egli consigliere regionale) Erio Congedo, che al riguardo hanno dichiarato: “Apprendiamo da notizie di stampa che il presidente Emiliano incontrò a Bari, nella sede della Giunta, il responsabile del Sud della Gpi”. Ossia della società trentina che, secondo l’ipotesi della Procura di Foggia, avrebbe assunto persone vicine al consigliere di maggioranza ora indagato e che in cambio avrebbe avuto illecitamente prorogato il servizio Cup dell’Asl di Foggia, che, invece, avrebbe dovuto essere internalizzato. “A noi – hanno commentato Congedo e Zullo – è nota l’incoerenza di Emiliano, ma riteniamo che la collettività pugliese, almeno quella parte che ancora non lo conosce a fondo, se ne debba rendere conto”. E si chiedono: “Come?” dando anche una risposta: “Attraverso l’osservanza o meno di una legge regionale che lo stesso Emiliano ha voluto e reclamizzato in pompa magna”, quella sulle lobby. Alla luce di tale precisazione i due esponenti regionali del partito di Giorgia Meloni, che ora ha in Puglia come suo esponente di punta l’eurodeputato Raffaele Fitto, hanno annunciato che si apprestano “a chiedere ad Emiliano di venire in Consiglio a riferire se nell’ospitare il rappresentante della Gpi ha osservato la Legge sulle Lobby”. “Noi – hanno concluso i due rappresentanti regionali di Fdi – nutriamo dubbi, ma spetta ad Emiliano dissipare ogni dubbio a tutela dalla sua credibilità di politico e di magistrato sia pure in aspettativa”. Insomma, seppur per il leader pugliese di “Fratelli d’Italia, Fitto per l’appunto, la candidatura a sfidante di Emiliano alle regionali del prossimo anno non è stata ancora ufficializzata, la campagna elettorale del partito della Meloni in Puglia è chiaramente già iniziata.

 

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 31 Ottobre 2019

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