Cultura e Spettacoli

Meglio la bambola di gomma

Un uomo attende la sua donna, che ha annunciato l’arrivo per mezzogiorno con un codazzo di parenti. Lui deve rendere la casa accogliente e ha solo tre ore di tempo. Non è uno scherzo, va bene, ma la tecnologia che sta a fare ? C’è niente da temere quando basta battere le mani per accendere e spegnere la luce, mentre un robot-aspirapolvere ti netta il pavimento e un assistente vocale ti ricorda periodicamente l’approssimarsi dell’ora fatidica. La tecnologia, già. Siamo però sicuri che il progresso tecnologico sia amico dell’uomo?… Le intelligenze artificiali, per esempio, non sanno gestire i contrattempi, i quali al giorno d’oggi sono diventati una iattura, proprio per l’abitudine di demandare alle macchine una quantità di incombenze di vitale importanza. Al delicato tema Raffaello Tullo ha dedicato uno spettacolo – ‘Contrattempi moderni’ – che domenica scorsa è andato in scena al Nuovo Abeliano. Scritto dallo stesso Tullo insieme ad Alessandro Clemente e Alberto di Risio (e diretto da quest’ultimo), ‘Contrattempi moderni’ racconta l’illusione e la disillusione dell’uomo del terzo millennio, prima sedotto, poi deluso dal quel progresso spicciolo e invasivo che assilla il nostro quotidiano con una morra di telecomandi, passwords, codici Qr… Non esente da una certa ambizione, ‘Contrattempi moderni’ affida la protesta al gesto comico. Il bravo Tullo non dice una parola, infatti. Geme, sospira, brontola… Ricorda spesso Mr Bean e, un po’ anche Benny Hill. In altri momenti Tullo guarda all’arte di strada, in altri ancora si avvicina alla clowneria. Un colore surreale, e che strizza l’occhio al teatro dell’assurdo, fa da fil rouge a una galleria di gag esilaranti. Un groviglio di sentimenti sottende ‘Contrattempi moderni’. Un giovane nel quale vagamente si potrebbe ravvisare il protagonista pasticcione di ‘Tempi moderni’, la celebre pellicola  di Chaplin del 1936, al colmo dell’esasperazione si ribella. La rivolta trova forma in due gesti, per cui egli comincia danzando con una bambola di gomma – mentre si rifiuta di aprire la porta alla sua donna – e finisce cannibalizzando il rovinoso pappagallo di casa, emblema di un costume di vita che rifiuta il pensiero a favore d’una cieca sudditanza a macchine a consumi (dettaglio involontariamente gustoso, la stessa tecnologia che, a ragione, Tullo denuncia, gli è pure di grande ausilio in tutto il corso dello spettacolo ; si pensi, per dirne una, al sofisticato numero dello specchio birichino che si fa beffe del proprio riflesso). Generoso e inesauribile, Tullo cerca – e trova con buoni esiti – l’interazione con la platea, mette in campo tutta l’esperienza maturata con la Rimbamband, della quale è fondatore, e confeziona uno spettacolo vario, gustoso, e sorprendente.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Dicembre 2021

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