Cultura e Spettacoli

Montagne ‘spaccate’: la mano dell’uomo, la mano della natura

Paese montuoso, l’Italia vanta montagne d’ogni tipo. Quattro di esse si distinguono alle altre per il fatto di presentarsi ‘spaccate’, ora per mano dell’uomo, ora per mano della natura. Curiosamente, il toponimo Montagna Spaccata è presente solo a sud. In Campania ne troviamo tre di queste montagne spaccate : a Pozzuoli, Cuma e Gaeta. La prima è frutto di un taglio eseguito nella roccia in epoca romana per creare un passaggio carrozzabile per le merci scaricate nel porto di Puteoli e destinate alla capitale passando per Capua ; in questo modo, abbreviando il percorso della Consolare Campana, ci si poteva immettere sulla via Appia con un risparmio di dodici ore. La strada taglia il bordo di uno dei vulcani dei campi Flegrei conservatosi per metà dopo l’eruzione avvenuta fra i 10.550 e gli 8.00 anni fa e chiamata eruzione di Montagna Spaccata ; sono tuttora perfettamente conservati e visibili i blocchetti di tufo posti a impedire il collasso delle pareti, mentre al di sotto dell’asfalto si conservano ancora i basoli del selciato antico. Le cose a Cuma si presentano diversamente giacché ancora in epoca romana un’incisione naturale del Monte del Grillo (la montagna spaccata di turno) venne ampliata e rinforzata con un arco, poi battezzato ‘Felice’, che faceva da porta di accesso all’abitato. A Gaeta, in una delle tre fenditure del costone roccioso, sorge a strapiombo sul mare il Santuario della Montagna Spaccata ; vuole la leggenda che le tre fenditure siano state prodotte dal terremoto verificatosi alla morte di Cristo. Infine, esiste una montagna spaccata anche in Puglia. Le Rupi di San Mauro è l’antico nome di un promontorio roccioso (l’attuale Montagna Spaccata) a picco sul mare e diviso in due dalla litoranea che collega Santa Maria al Bagno e Lido Conchiglie. Il toponimo Montagna Spaccata e Rupi di San Mauro indica anche un SIC (Sito d’Importanza Comunitaria) ricadente nel territorio dei comuni di Sannicola e Galatone. Sviluppato sulla costa per circa dieci chilometri questo Parco si inoltra  nell’entroterra per altri quindici chilometri estendendosi complessivamente per 151 ettari. Il riconoscimento è avvenuto per la presenza di alcune rare specie a rischio come alcune specie orchidacee in habitat di pseudo steppa e alcuni cosiddetti Percorsi substeppici di graminacee e piante annue. Arricchiscono l’area un cordone dunare alto dieci metri, depositi marini terrazzati ricchi di fossili, tracce di insediamenti neolitici e di insediamenti basiliani. E’ possibile visitare il Parco contattando info@salentoviaggi.it. – Nell’immagine, la Montagna Spaccata di Gaeta.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 14 Dicembre 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio