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Montezemolo scuote Bari: chi sale sul carro?

Sala dell’Hotel Villa Romanazzi Carducci gremita, molte giacche e cravatte, applausi puntuali anche se non scroscianti. L’atteso appuntamento con Luca Cordero di Montezemolo per “l’inaugurazione” del braccio pugliese – il primo al Sud – dell’Associazione Italia Futura nata nel 2009 ha certamente costituito una “scossa” nell’ambiente politico-civile cittadino e regionale. Certo, il Presidente della Ferrari ha praticamente ripetuto quello che afferma ormai da tempo – anche se ha usato toni piuttosto drammatici relativamente alla crisi economica: “L’Italia è sul ciglio del burrone”, “Questa volta rischia di saltare il banco” – ma quello che è stato interessante vedere è il tipo di seguito che lo supporta e che lo ha accolto. Il coordinatore pugliese è, come noto, Salvatore Matarrese rampollo dell’omonima famiglia – a proposito in prima fila c’era anche Tonino Matarrese – e presidente Puglia dell’ANCE, l’associazione dei costruttori edili. “L’auspicio – ha detto – è che questa associazione di cittadinanza attiva svolga funzione aggregante, dia spazio a idee inespresse di chi non si è mai avvicinato alla politica”. Parlava quasi in casa poiché buona parte dei presenti era di estrazione confindustriale: da Michele Vinci, presidente Bari e Bat, a Eliseo Zanasi, presidente Foggia a Piero Montinari, presidente Confindustria Puglia e tanti altri. Figura di spicco dell’Associazione a livello nazionale è però il Senatore ex Democratico Nicola Rossi, di Andria. Da lui è venuta una stoccata piuttosto dura nei confronti della sua regione: “La Puglia – ha detto – sta arretrando, ha un’immagine trendy e sembra essere un caso di successo ma in realtà è sempre potenziale. Non bisogna pensare solo alla comunicazione che appare fine a se stessa ma occorre fermarsi a riflettere e usare il linguaggio della verità”. A Vendola saranno fischiate le orecchie. Ma la domanda recondita nelle teste di tutti era: Montezemolo scende in politica? Il mantra attuale è questo: “In Italia, se una classe dirigente si chiude nel recinto delle proprie attività viene descritta come egoista e priva di senso del bene comune. Se invece si interessa della cosa pubblica, come avviene in tutti gli altri Paesi del mondo, viene immediatamente accusata di assurdi disegni politico-partitici”. Insomma, non subito. Qualche battuta, però, mette sull’avviso e la mordacchia al Governo continuerà: “Abbiamo bisogno che si continui, con la stessa determinazione, a incalzare l’Esecutivo sui provvedimenti concreti che è necessario assumere per la crescita”. E poi: “Spesso si sottolinea, a ragione, che il paese ha bisogno di una fase costituente, sarebbe importante per l’Associazione riflettere sull’utilità dell’avvio di un analogo processo….Fra poco inizierà comunque una nuova fase….passiamo dalla cultura dell’anti a quella del post”. Ancora, in chiara ottica futura: “Voglio sperare che nessun esponente serio della classe dirigente economica del Paese si presti a fare da paravento per operazioni di finto rinnovamento. Questa volta deve accadere l’opposto”. Infine: “In tutti gli schieramenti esistono persone di qualità…a queste, così come a tutte le forze che condividono una visione del Paese, Italia Futura guarda con grande attenzione e senza pregiudizi. L’Italia non ha bisogno di “partiti dei padroni” né di altre alchimie tecnocratiche o elitarie ma di un grande movimento popolare, trasversale a tutte le componenti della società…e penso anche ai politici moderati  e riformisti dei diversi schieramenti che oggi sono spesso isolati e delusi…per questo serve un progetto di ampio respiro, popolare e liberale, che abbia come pilastri crescita e solidarietà”. E via con  pillole di programma: “contributo di solidarietà”, “patrimoniale per lo Stato”, “contratto indeterminato ai nuovi assunti e no ai licenziamenti disciplinari ingiustificati ma nessuna inamovibilità per motivi economici e organizzativi”, “nuovi strumenti di welfare”. Poi l’abbassamento della pressione fiscale, investimenti in cultura, turismo e industria e soprattutto “un gigantesco piano di rilancio dell’immagine internazionale, restituendo dignità alla nostra identità”. Ad ascoltare questi propositi, tra gli altri, si sono visti: il senatore Alberto Tedesco, il deputato-cardiologo di Latiano Antonio Gaglione, Tato Greco, il capogruppo consiliare del PdL alla Provincia, Michele Roca, il coordinatore regionale del Pli, l’avvocato Giuseppe Carrieri, il consigliere regionale Pd Mario Loizzo e l’assessore alla Sanità Tommaso Fiore, il sindaco di Martina Franca, Franco Palazzo. Avvistata anche una sorella Lecciso e, secondo alcuni, addirittura un personaggio strettamente legato ad un parlamentare sempre vicinissimo a Berlusconi. Per finire, una curiosità: il discorso letto da Montezemolo, distribuito in 13 cartelle ai giornalisti, ad un certo punto diceva: “Abbiamo proposto un contributo di solidarietà che riguardasse in primo luogo la politica: intervenendo sui flussi di spesa più direttamente attinenti le istituzioni, sopprimendo le Province, non limitandosi ad accorparne alcune, intervenendo decisamente su organi costituzionali come il Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro e su enti locali sui generis come le Camere di Commercio”. Montezemolo ha sostituito la citazione di quest’ultimo ente con la frase “come tante sul territorio”. Perché?
 
Adriano Cisario
 
 
 
 
 


Pubblicato il 8 Ottobre 2011

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