Cultura e Spettacoli

Nessun ‘grande castello’

Non è raro che località lontane siano note sotto lo stesso nome. Al toponimo Castiglione, per esempio, corrisponde su tutto il territorio nazionale una quantità fra comuni, frazioni, contrade e località. In Puglia esiste Castiglione d’Otranto, una frazione di Andrano, vicino Lecce. Ed esistono pure due Torre Castiglione, una nel leccese, l’altra nel barese. Sul litorale ionico tra Torre Lapillo e Torre Colimena, nel territorio di Porto Cesareo sono ancora in piedi i ruderi di una fortificazione eretta dall’autorità spagnola nella seconda metà del XVI secolo contro la minaccia turca (vedi immagine). Invece, la torre che svetta su un rilievo boscoso a cinque chilometri da Conversano è intatta. Il toponimo Castiglione ha tutta l’aria di derivare da ‘grande castello’. Ma è opportuno nel caso del sito salentino dare del ‘castello’, per di più ‘grande’, ad una comune torre d’avvistamento ? Giova ricordare che questo tipo di fortificazione non era pensato per respingere assalti o anche solo per resistere ad assedi : era non più che un posto di osservazione. E i tre, quattro uomini ivi destinati avevano l’unica funzione, una volta avvistato il nemico, di allertare le torri vicine e l’entroterra con un colpo di cannone o con segnali di fumo e fuoco. Anche a Conversano è improprio parlare di ‘grande castello’. Già il fatto che questa costruzione si presenti con un ingresso ‘sopraelevato’, di quelli cioè a cui si accedeva per mezzo di una lunga scalinata (e previo attraversamento di un piccolo ponte levatoio), segnala la più classica torre di guardia. Che poi ai suoi piedi si scorgano i resti di una cinta muraria eretta ad avvolgere un centro abitato di cui sono emersi i resti di strade, case e botteghe non muta la sostanza delle cose (quel piccolo centro abitato, abbandonato intorno al XVI secolo, occupava un sito in cui la presenza umana, già segnalata dall’età del bronzo, si era protratta sino all’era romana ; e a quest’ultimo proposito alcuni studiosi non escludono che il villaggio in questione corrispondesse alla località riportata nella Tabula Peutingenaria col toponimo Ad Veneris). Ma allora come spiegare l’impiego dell’accrescitivo : Castiglione ? Il basamento della fortificazione andata in rovina sulla spiaggia ionica fa pensare ad una torre d’avvistamento più alta di quelle confinanti. Anche quella di Conversano, sempre restando alle torri di guardia, si presenta più alta della media del tempo. Tali ‘anomalie’, giustificate probabilmente da singolari ragioni di sicurezza, potrebbero aver offerto all’uomo della strada l’impressione di torri degne di ospitare guarnigioni di soldati, invece che un pugno d’uomini, insomma torri degne di un ‘grande castello’. E il ‘castiglione’ è bell’e servito.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Giugno 2020

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