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Niente più soccorso: tra sei giorni scade il ‘118’

Dopo un’attesa durata per troppi anni ed una lunga serie di ritardi accumulati nelle stanze regionali addette alla Sanita’, nel 2004 e’ finalmente partito anche in Puglia –ed in particolare nel capoluogo- il servizio di emergenza “118”. Ma gli ingranaggi della macchina burocratica ed amministrativa non s’e’ ancora perfezionata, nonostante i sette anni trascorsi, anche per colpa di problemi organizzativi riferiti soprattutto al personale medico e paramedico, non ancora assunto e distribuito sul territorio non ancora al meglio. Ma ci sarebbe anche da parlare delle “anomalie” che contrassegnano, come puntualizzano le associazioni di categoria, i corsi di riqualificazione del personale. E partiamo dai problemi logistici che attanagliano ancora gli operatori del “118”, visto che a Bari per non pochi autisti e infermieri del servizio d’emergenza restano in piedi ancora alcuni problemi di dotazione delle divise arancione con la scritta che li contraddistingue quali “Operatori del Servizio 118”. Fino a non molto tempo fa gli operatori distaccati presso l’Azienda Policlinico Consorziale ne erano ancora totalmente privi, mentre all’Ospedale San Paolo per mesi sono stati dotati del solo giubbotto. Ma i rappresentanti sindacali  stanno premendo da parecchio tempo sull’Assessore regionale alla Sanita’ per regolarizzare la posizione lavorativa di medici, autisti e infermieri, chiedendo d’intervenire urgentemente proprio allo scopo di eliminare queste disparita’ di trattamento economico rispetto alle altre regioni dotate del servizio 118 da molti più anni della Puglia. Tutto cio’, ovviamente, per unificare ed ottimizzare le prestazioni sanitarie di primo soccorso nei confronti del cittadino che ne dovesse aver bisogno. Per tutta risposta spesso la Regione ha chiuso i rubinetti dei fondi nei confronti delle associazioni di volontari che prestano servizio a Bari con i loro mezzi: una situazione grave di cui pero’ nessuno ancora parla, nelle stanze decisionali. Massimo Mincuzzi, segretario Fials, ha puntato i piedi e ricordato i termini imminenti: “Tra sei giorni scade l’affidamento alle Associazioni ed Enti di Volontariato il contratto di affidamento delle postazioni 118 della provincia di Bari. Le Associazioni e gli Enti di Volontariato hanno pertanto inviato a tutti i dipendenti in servizio presso le postazioni 118 dell’Azienda Sanitaria Locale il preavviso di licenziamento a decorrere dal 1 luglio”. La Fials, oltre a rivendicare la necessità di internalizzare attraverso la Sanitaservice dell’Asl barese questo fondamentale servizio, così come fatto all’Azienda Sanitaria di Foggia, che ha da tempo richiesto all’Asl del capoluogo d’intervenire nelle more della trattativa almeno con una proroga dell’affidamento utile a garantire il servizio ed i livelli occupazionali. Nessuna risposta è giunta dalla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Bari, peraltro responsabile del grave ritardo nei pagamenti agli Enti e alle Associazioni che non sono in grado nemmeno di garantire gli stipendi. “”Non è concepibile che nella Puglia Migliore i lavoratori che intervengono in emergenza per salvare la vita dei cittadini siano costretti a lavorare senza la necessaria serenità, perché attendono il pagamento degli stipendi dei mesi di aprile e maggio, con in tasca una lettera di licenziamento””, ha aggiunto Mincuzzi. Contro l’immobilismo della Direzione Generale della ASL BA, già ieri mattina i rappresentati delle associazioni che hanno attivato il servizio d’emergenza hanno tenuto una manifestazione pubblica di protesta di tutto il personale delle postazioni 118 della Provincia di Bari nei pressi della Direzione Generale della ASL di Bari. Una questione, per concludere, che merita di essere valutata dagli amministratori regionali e dal capo della giunta Vendola appena partito per un altro ‘tour’ negli Stati Uniti con urgenza, ma soprattutto con raziocinio e buon senso, a tutela della professionalita’ e della dignita’ di non pochi cittadini che svolgono un servizio basilare per la collettività.
 
Antonio De Luigi
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 26 Giugno 2011

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