Cronaca

“No allo ius soli”, le iniziative della Destra pugliese in tema di cittadinanza agli immigrati

Data la portata del fenomeno che ha interessato l’Italia negli ultimi anni, quello dell’immigrazione, che un tempo si definiva non a caso clandestina, è stato esaminato sotto gli aspetti settoriali dell’economia, dell’accoglienza, della sicurezza, nonché sotto quello, più preoccupante, dell’assimilazione o integrazione degli immigrati nel corpo sociale e politico del nostro Paese. Ma ciò che gli esperti hanno omesso di analizzare è l’impatto che questo processo di identificazione avrebbe avuto in un determinato territorio che, al di là di ogni fallace ideologia mondialista, si traduce nella realtà di uno specifico popolo. Un altro aspetto sottovalutato è stato quello legato alla bomba demografica nel Mediterraneo. La popolazione residente negli Stati del Mediterraneo è in continua crescita per opera, soprattutto, dell’Egitto e della Turchia. Nel 1960 era di 246 milioni saliti a 380 milioni dopo trent’anni e arrivando ai 484,240 milioni nel 2014. Il Piano Blu del 1996 e PAM (Piano di Azione Mediterranea) del 1995 avevano stimato 400 milioni di abitanti per il 2025 abbondantemente superati con undici anni di anticipo, ciò ne consegue che nel 2050 le stime prevedono il raggiungimento di 600 milioni che andranno ad occupare principalmente le regioni litoranee incrementando il fenomeno dell’urbanizzazione soprattutto nelle grandi città. La vulgata giornalistica europea, e quella italiana in particolare, hanno operato una distinzione di questa massa di migranti dividendoli in rifugiati in fuga da regimi o da guerre e in immigrati “economici”: questi ultimi verrebbero così definiti in quanto disperati in cerca di lavoro ed integrazione. Si propongono come forza-lavoro e vengono visti come apporto di nuove generazioni alla soluzione del problema pensionistico di una popolazione autoctona in via di invecchiamento. Una visione economicista che quindi volutamente ignora l’impatto disgregante, dissolutorio, in termini di civiltà di un fenomeno come quello migratorio. O forse, al contrario, lo conosce molto bene e, spregiudicatamente, lo favorisce per dare il colpo di grazia ad una civiltà come quella Europea ormai agonizzante. Ed è in questo progetto politico ed economico che si inserisce l’ultima legge, già approvata alla Camera ed in fase di approvazione al Senato, che regola la concessione della cittadinanza italiana ai figli di immigrati, di cui almeno uno in possesso del permesso di soggiorno UE per “soggiornanti di lungo periodo di 5 anni” e residenti nel nostro Paese. Ma questo ha suscitato da nord a sud non poche polemiche tra le opposizioni di centro-destra che compatte, come ormai non si vedeva da anni, hanno annunciato una serie di iniziative tra cui la raccolta firme per abrogare la legge qual’ora venisse approvata anche a Palazzo Madama. In Puglia, il Movimento CasaPound Italia ha aperto le contestazioni con una serie di striscioni affissi in tutte le provincie con scritto: “No Ius Soli, la cittadinanza non si regala”. Infatti, spiega Cpi: <>. Iniziativa questa mutuata anche dal movimento giovanile di Forza Italia a Lecce che, la scorsa domenica, ha allestito un tavolo di raccolta firme nel capoluogo salentino per dire “No alla Ius Soli”. Il Coordinatore provinciale – Brizio Maggiore – aderendo quindi all’iniziativa lanciata dall’ On. Annagrazia Calabria di FI, ha ribadito che: <<>. Anche il Movimento politico Noi con Salvini si è mobilitato contro questa legge, infatti il Coordinatore regionale della Puglia – Rossano Sasso – in riferimento alla questione cittadinanza ha nuovamente sottolineato che: <>, e conclude Sasso: <>.

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 20 Ottobre 2015

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